
(AGENPARL) – ven 14 ottobre 2022 Pasquale Casale, allenatore ed ex calciatore del Napoli, è intervenuto a Radio Marte in Marte Sport Live (ogni giorno in onda dalle 13 alle 14 e dalle 20 alle 21): «Osimhen che lascia calciare il rigore al compagno di squadra? E’ stato un gesto importantissimo, segno di fratellanza e coesione; è stata la testimonianza che tutti remano dalla stessa parte e che tutti sentono un senso di appartenenza nei confronti di Napoli e del Napoli. Quel pallone consegnato a Kravatskhelia, e poi infilato in porta, è stata la migliore fotografia di una squadra giovane e forte. Non è un caso che questo gruppo rappresenti la massima espressione del calcio italiano in Europa. La qualità e la quantità di calciatori offensivi che il Napoli schiera in ogni gara è di stampo europeo, tipo Liverpool, Manchester City, in un momento in cui altre squadre della Serie A fanno fatica a schierare più di un attaccante. La difesa? La prestazione di Kim contro l’Aiax mi è sembrata tutto sommato buona. Credo che qualche difficoltà sia stata dovuta al fatto che il Napoli è passato subito in vantaggio e c’è stato un calo generale di attenzione. In questi casi, quelli più esposti sono proprio i difensori. La coppia Kim-Rrahmani è oramai collaudata e affidabile ma credo che anche i sostituti, sia Jesus che Ostigard, siano all’altezza della situazione».
Massimiliano Esposito, allenatore ed ex calciatore del Napoli, è intervenuto a Radio Martein Marte Sport Live (ogni giorno in onda dalle 13 alle 14 e dalle 20 alle 21): «Kravatskhelia?Finalmente è arrivato un giocatore in Italia che salta l’uomo. Nell’uno contro uno, il georgiano è devastante. Io che avevo quelle caratteristiche dico che finalmente vedo un calciatore che, oltre a fare tutta la fascia e le due fasi in maniera strepitosa, con la palla tra i piedi punta l’uomo e lo salta creando superiorità numerica, cosa che in Italia mancava da anni. E’ un problema questo che parte da lontano qui in Italia, parte dai settori giovanili, purtroppo. La mentalità della maggior parte degli allenatori è quella di insistere con le solite indicazioni: “passa la palla, falla girare, se sei in difficoltà torna indietro”. Troppi anni a tarpare le ali a tanti giovani giocatori che vorrebbero prendere l’iniziativa. Quando le basi sono queste, poi i riflessi li vedi in Serie A e in Nazionale. Spero che questa tendenza cambi e che Kravatskhelia sia il punto di partenza. Il mio auspicio è che tante società prendano spunto dal georgiano del Napoli per far cambiare l’impostazione dei settori giovanili, lasciando che i ragazzi si esprimano in campo liberamente».