
(AGENPARL) – ven 07 ottobre 2022 BIOGRAFIA
Mimmo Cattarinich, romano di antiche origini dalmate, nasce a Roma nel 1937 e qui trascorre la sua vita fino alla scomparsa nel 2017. Per quasi 60 anni ha lavorato nel suo studio che si affacciava su Largo Federico Fellini, in cima a Via Veneto, spaziando dal cinema a reportages, ritratti glamour e molta pubblicità. Fu uno dei capifila storici della fotografia italiana, nonostante la sua notorietà si debba ai lavori svolti sui set cinematografici più prestigiosi, egli stesso precisava di non sentirsi uno ‘specialista’ ma un fotografo tout court. Chi lo conosceva sapeva che l’autocritica totalmente scevra da recriminazioni era una caratteristica della sua personalità, della serietà professionale con cui affrontava e risolveva gli incarichi che gli venivano offerti. La sua affidabilità e il suo rigore nel lavoro gli permisero di avere molteplici occasioni ai più alti livelli e nei più variegati settori della fotografia, permettendogli di costruire una prestigiosa carriera. La sua storia di fotografo cominciò a metà degli anni Cinquanta negli studi di De Laurentiis.
A diciassette anni interruppe gli studi di ragioneria per seguire da vicino il grande mito del Cinema. Iniziò a lavorare come assistente di camera oscura e successivamente come fotografo di scena con diversi registi come Mario Bava, Alessandro Blasetti, Mauro Bolognini, Dino Risi, Luciano Salce, Carlo Lizzani, Giuseppe Patroni Griffi, per arrivare poi sui set di Federico Fellini, Marco Ferreri, Pier Paolo Pasolini, Michelangelo Antonioni, Hugh Hudson, Paul Mazursky, Peter Yates, Pedro Almodovar, Bernardo Bertolucci, Giuseppe Tornatore, Roberto Benigni e altri ancora. Per anni alternò la sua attività di fotografo di scena al ritratto per riviste nazionali ed estere di alto profilo, fotografando star internazionali del calibro di Maria Callas, Claudia Cardinale, Sophia Loren, Peppino De Filippo, Totò, Vittorio De Sica, Alain Delon, Marcello Mastroianni, Catherine Deneuve, Henry Fonda, Isabelle Huppert, Faye Dunaway, Rutger Hauer, Mickey Rourke, Brian De Palma, Antonio Banderas, Javier Bardem, Penelope Cruz, Rupert Everett, Steven Seagal e tanti altri, alternandoli a personalità di spicco del mondo della politica, della cultura e dello sport.
Il suo curriculum ci racconta anche di esperienze di regia delle quali non aveva ricordi felici a causa di problemi che gli impedirono di realizzare i suoi progetti come avrebbe voluto; quindi, preferì tornare alla sua vecchia passione, la fotografia. Ma gli insegnamenti tratti dalla regia, dai Maestri con i quali lavorò, vennero applicati nelle storie pensate e da lui realizzate per immagini, scatto dopo scatto. Il Cinema restò per lui il grande amore, gli aveva insegnato il senso della coralità, del sacrificio di gruppo e l’importanza per l’organizzazione, non avendo mai inteso il suo lavoro come un progetto da perseguire con metodo scientifico per un’ambizione personale, bensì come intermediazione tra sé e l’avventura, i viaggi e l’amore per le cose. Nel corso degli anni, Mimmo lavorò per il giornalismo, la pubblicità, la moda e poi ancora per il cinema, seguendo e realizzando progetti che lo portarono ovunque fosse richiesta la sua abilità: Milano, Madrid, Barcellona, Parigi, Londra, Amsterdam, Stoccolma, Mosca, New York e Los Angeles, ma anche Argentina, Amazzonia, Maldive e molto spesso in Africa, fotografando sempre come freelance per le riviste e i giornali più letti e diffusi d’Italia e del resto d’Europa.
