
(AGENPARL) – gio 25 agosto 2022 [Se non leggi correttamente questo messaggio, clicca qui](https://confagritorino.musvc2.net/e/r?q=Kp%3dB0KqM_8rTt_I2_suiq_30_8rTt_H7bVDRjc.uDbC2Jq.75D_suiq_30v_IRwf_SgL4C.bM6O_suiq_30_8rTt_I7g92_IRwf_TeJ_8rTt_H7_suiq_300Pgc2D_suiq_484Ph8._8rTt_I5yK8Oy-0Gag_LgtQ_Wt4-_suiq_45GCd.A-_8rTt_HWy_LgtQ_WtGq_LgtQ_VLHydM-8bV2_IR2b5qwf_Tbb-vPdX2_IRwf_TeT0J3rSmN%267%3dGSAUOZ%26e%3dGAJw7H.EfN%26yJ%3d6aKY%26m%3dU%264%3dT5XH%26F%3d4aMX%26u%3d-UPWAaHR7bK&mupckp=mupAtu4m8OiX0wt)
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COMUNICATO STAMPA
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Torino, 25 agosto 2022
Peste suina, Confagricoltura denuncia i ritardi
nella posa delle recinzioni anti-cinghiali
Il 20 agosto scorso, in base ai programmi a suo tempo definiti, si sarebbero dovuti concludere i lavori per la posa della recinzione anti cinghiali volta a contrastare la diffusione della peste suina africana nella zona infetta a cavallo tra il Piemonte e la Liguria.
Finora – chiarisce in una nota Confagricoltura Piemonte – sono oltre 180 i casi di peste suina africana segnalati su cinghiali tra Piemonte e Liguria. “A causa delle restrizioni imposte dall’emergenza l’attività di abbattimento dei cinghiali nell’area infetta è sospeso. La recinzione – dichiara Enrico Allasia, presidente di Confagricoltura Piemonte – è ancora lontana dall’essere completata e il timore di diffusione dell’epidemia continua a rimanere alto: chiediamo al commissario e alle istituzioni regionali di fornire alle organizzazioni agricole un ragguaglio aggiornato sui tempi di realizzazione della rete anti-cinghiali e di intensificare gli sforzi per completare le opere”.
Confagricoltura Piemonte sottolinea l’aumento incontrollato delle popolazioni di ungulati e il fatto che, da gennaio a oggi, siano state abbattute poche migliaia di cinghiali, “mentre l’obiettivo che si è dato la Regione Piemonte è di arrivare, entro fine anno, a 38 mila capi eliminati con la caccia di selezione; aggiungendo i prelievi previsti con la caccia di controllo e quella programmata, i numeri degli abbattimenti previsti salgono a oltre 50mila”.
“I tempi per la conclusione dei cantieri si stanno prolungando pericolosamente – dichiara Enrico Allasia – e l’obiettivo dei 50mila capi abbattuti entro fine anno risulta praticamente impossibile da raggiungere: gli agricoltori hanno il diritto di sapere quando potranno essere completate le opere. Ormai dell’emergenza non si parla quasi più – conclude Allasia – ma il pericolo che l’epidemia si diffonda continua a preoccupare gli allevatori e l’intera filiera”.