
MESSINA A carico del De Luca, oltre alla direzione del gruppo di Maregrosso, si rilevano infatti responsabilità anche in ordine al suo coinvolgimento in una estorsione nonché in fattispecie delittuose, attuate in forma associata, in materia di stupefacenti. La diretta appartenenza alla cellula criminale mafiosa capeggiata dal De Luca è poi contestata al Domenico Mazzitello, allo Kevin Schepis e a Giuseppe Esposito: il primo per essersi occupato, in prima persona, dell’attività estorsiva ai danni dei gestori dei locali notturni di Messina; il secondo per aver aggredito gli ignari clienti dei locali notturni al fine di coartare la volontà degli esercenti e piegarla alle richieste estorsive del sodalizio criminale di riferimento e per aver partecipato al compimento di reati contro il patrimonio allo scopo di reperire risorse economiche in favore del gruppo criminale di appartenenza; il terzo per aver coadiuvato lo Schepis nelle aggressioni attuate ai danni dei clienti dei locali notturni e per aver partecipato alle azioni delittuose contro il patrimonio per reperire danaro in favore del già indicato sodalizio malavitoso di appartenenza. Gabriella De Luca cl.’98 (sorella di Giovanni De Luca), IENI Serena (cl. ’89) e Antonino Soffli (cl. ’78) sono chiamati a rispondere di procurata inosservanza di pena attuata al fine di consentire che si perpetuasse la latitanza del Giovanni De Luca e fornendo a quest’ultimo supporto logistico ed assistenza materiale ed economica. Una condotta, quella finalizzata ad evitare della cattura del De Luca, aggravata dall’agevolazione dell’associazione mafiosa operante nel rione Maregrosso e riconducibile al latitante, poi catturato dalla Squadra Mobile. I due da ultimo citati devono rispondere anche di favoreggiamento aggravato dall’agevolazione dell’organizzazione mafiosa per averne supportato il suo elemento di vertice, Giovani De Luca, ad eludere le investigazioni effettuate per la cattura. (News&Com)