
(AGENPARL) – mer 06 novembre 2024 TRIESTE, 6 novembre 2024 – *Confindustria Friuli Venezia Giulia* esprime *netta
contrarietà* rispetto alle nuove disposizioni contenute nel DDL Bilancio
2025 che prevedono la presenza di rappresentanti del MEF negli organismi
societari dei soggetti che ricevono contributi pubblici, anche indiretti,
sopra i 100 mila euro.
Secondo il Presidente, *Pierluigi Zamò*, tale previsione normativa «parte
dal presupposto che le aziende utilizzino in modo improprio i fondi
pubblici e che necessitano, pertanto, di un controllo da parte di un
soggetto esterno. Questa misura – spiega Zamò – ha il non invidiabile
primato di delegittimare in primis il ruolo degli imprenditori e,
implicitamente, anche quello dei dottori commercialisti e dei revisori
contabili già inseriti nei collegi sindacali».
Secondo il DDL Bilancio 2025 la ratio di tali disposizioni «sarebbe quella
di garantire una maggiore efficienza e un migliore impiego della spesa
pubblica, favorendone così un’allocazione più efficace; ciò nonostante,
l’imposizione di un sindaco o revisore di nomina ministeriale – aggiunge
Zamò – è una misura che non solo appare eccessivamente restrittiva se
addirittura intrusiva delle dinamiche di impresa ma denota, cosa a nostro
avviso, se possibile, ancor più grave, un atteggiamento di chiara sfiducia
verso le imprese. Non da ultimo – dice ancora il Presidente – le
disposizioni “dimenticano” che le principali norme di incentivazione sono
già soggette a forme di monitoraggio che spesso comportano oneri
significativi a carico degli stessi imprenditori. L’obiettivo dichiarato
dal Governo di migliorare l’efficienza della spesa pubblica non giustifica,
in alcun modo, l’introduzione di quest’ulteriore e sproporzionata forma di
controllo sulle imprese e – chiosa Zamò – va assolutamente eliminata».
Massimo Boni
Ufficio Stampa
*Confindustria Friuli Venezia Giulia*
Piazza Casali, 1 / 34134 – Trieste
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