
(AGENPARL) – ven 13 settembre 2024 ESTRATTO DAL VERBALE DELLE DELIBERAZIONI DELLA GIUNTA REGIONALE
(SEDUTA DEL 25 LUGLIO 2024)
L’anno duemilaventiquattro, il giorno di giovedì venticinque del mese di luglio, alle ore
13.12 presso la Presidenza della Regione Lazio (Sala Giunta), in Roma – via Cristoforo Colombo
n. 212, previa formale convocazione del Presidente per le ore 13.00 dello stesso giorno, si è riunita
la Giunta regionale così composta:
1) ROCCA FRANCESCO ……………….. Presidente
7) PALAZZO ELENA …………………. Assessore
2) ANGELILLI ROBERTA ………………. Vicepresidente
8) REGIMENTI LUISA …………………
3) BALDASSARRE SIMONA RENATA ……… Assessore
9) RIGHINI GIANCARLO ………………
4) CIACCIARELLI PASQUALE ……………..
10) RINALDI MANUELA ……………….
5) GHERA FABRIZIO ……………………
11) SCHIBONI GIUSEPPE ……………….
6) MASELLI MASSIMILIANO …………….
Sono presenti: la Vicepresidente e gli Assessori Baldassarre, Ghera e Palazzo.
Sono collegati in videoconferenza: gli Assessori Ciacciarelli e Rinaldi.
Sono assenti: il Presidente e gli Assessori Maselli, Regimenti, Righini e Schiboni.
Partecipa la sottoscritta Segretario della Giunta dottoressa Maria Genoveffa Boccia.
(O M I S S I S)
Entra nell’Aula l’Assessore Maselli.
(O M I S S I S)
Deliberazione n. 555
Delib.Consiliare n. 555 del 25/07/2024
Oggetto: Proposta di Deliberazione Consiliare concernente: Legge regionale 17 febbraio 2015, n. 3
e ss.mm.ii. – Approvazione del Piano triennale relativo agli interventi da realizzare sul territorio
regionale in materia di artigianato 2024-2026.
LA GIUNTA REGIONALE
SU PROPOSTA del Vicepresidente – Assessore Sviluppo Economico, Commercio, Artigianto,
Industria, Internazionalizzazione;
VISTO lo Statuto della Regione Lazio;
VISTA la Legge Regionale 18 febbraio 2002, n. 6 e successive modificazioni concernente la
disciplina del sistema organizzativo della Giunta e del Consiglio Regionale;
VISTO il regolamento regionale 6 settembre 2002, n. 1 e successive modificazioni, concernente
l’organizzazione degli uffici e dei servizi della Giunta regionale;
VISTO il Decreto legislativo 23 giugno 2011, n. 118, concernente “Disposizioni in materia di
armonizzazione dei sistemi contabili e degli schemi di bilancio delle Regioni, degli enti locali
VISTA la Legge Regionale 12 agosto 2020, n. 11, “Legge di contabilità regionale”;
VISTO il regolamento regionale 9 novembre 2017, n. 26, recante: “Regolamento regionale di
contabilità” che, ai sensi dell’articolo 56, comma 2, della legge regionale n. 11/2020 e fino
alla data di entrata in vigore del regolamento di contabilità di cui all’articolo 55 della citata
legge regionale n. 11/2020, continua ad applicarsi per quanto compatibile con le disposizioni
di cui alla medesima legge regionale n. 11/2020;
VISTA la Legge Regionale 29 dicembre 2023, n. 23, “Legge di stabilità regionale 2024”;
VISTA la Legge Regionale 29 dicembre 2023, n. 24, “Bilancio di previsione della Regione Lazio
2024 – 2026”;
2024-2026. Approvazione del “Documento tecnico di accompagnamento”, ripartito in titoli,
tipologie e categorie per le entrate e in missioni, programmi, titoli e macroaggregati per le
spese».
2024-2026. Approvazione del ‘Bilancio finanziario gestionale’, ripartito in capitoli di entrata
e di spesa e assegnazione delle risorse finanziarie ai dirigenti titolari dei centri di
responsabilità amministrativa”;
VISTA la deliberazione consiliare 20 dicembre 2023, n. 17, concernente: “Documento di economia
e finanza regionale (DEFR) 2024 – anni 2024-2026”;
Strategico di Programmazione (DSP) 2023 – Anni 2023-2028”;
approvazione del bilancio reticolare, ai sensi degli articoli 30, 31 e 32, della legge regionale
12 agosto 2020, n. 11;
Delib.Consiliare n. 555 del 25/07/2024
VISTA la Deliberazione della Giunta Regionale 24 aprile 2024, n. 284, concernente: “Bilancio di
previsione finanziario della Regione Lazio 2024-2026. Aggiornamento del Bilancio
finanziario gestionale in relazione all’assegnazione delle risorse finanziarie ai dirigenti titolari
dei centri di responsabilità amministrativa, di cui alla D.G.R. n. 981/2023, ai sensi dell’articolo
13, comma 5, della legge regionale 12 agosto 2020, n. 11.”;
VISTA la D.G.R. 26/02/2024 n.97 che ha conferito alla dr.ssa Tiziana Petucci l’incarico di Direttore
della Direzione regionale Sviluppo Economico, Attività Produttive e Ricerca;
VISTO l’Atto di organizzazione G17608 del 12/12/2022 che ha conferito al dott. Umberto Cerasoli
l’incarico di dirigente dell’Area Commercio e Artigianato della Direzione Regionale Sviluppo
Economico, Attività Produttive e Ricerca;
VISTA la novazione del contratto individuale di lavoro, quale dirigente dell’Area Commercio e
Artigianato della Direzione regionale “Sviluppo economico, Attività produttive e Ricerca”,
sottoscritta dal Dott. Umberto Cerasoli in data 30 aprile 2024;
VISTA la legge regionale 17 febbraio 2015, n. 3 e ss.mm.ii “Disposizioni per la tutela, la
valorizzazione e lo sviluppo dell’artigianato nel Lazio. Modifiche alla legge regionale 6
agosto 1999, n. 14 (Organizzazione delle funzioni a livello regionale e locale per la
realizzazione del decentramento amministrativo) e successive modifiche”;
CONSIDERATO che l’art.26 della citata legge regionale n. 3/2015 prevede che la Giunta regionale,
sentita la Commissione regionale per l’artigianato, delibera la proposta di piano triennale
dell’artigianato relativo agli interventi da realizzare sul territorio regionale (d’ora in avanti
“Piano triennale”) e la sottopone al Consiglio regionale per la relativa approvazione;
RILEVATO che, ai sensi dell’art.27 della L.R. 3/2015 il Piano triennale, in armonia con gli indirizzi
della programmazione economico-territoriale dell’Unione europea, statale e regionale:
a) individua gli obiettivi generali da realizzare ed i risultati da ottenere nel triennio di validità,
nonché i criteri e le modalità per la verifica del loro perseguimento;
b) determina gli ambiti prioritari di intervento con riferimento alle specifiche realtà territoriali;
c) individua, sulla base delle peculiari esigenze delle imprese, gli obiettivi specifici per lo
sviluppo, la valorizzazione e la promozione dell’artigianato laziale, in ambito locale,
nazionale ed internazionale;
d) definisce l’entità del fabbisogno finanziario in relazione ai diversi ambiti di intervento;
e) definisce l’ambito di operatività degli enti strumentali regionali sulla base dei rispettivi
programmi di attività;
f) individua gli interventi da gestire mediante le convenzioni di cui all’articolo 32;
VISTO il Piano triennale 2024-2026 di cui all’Allegato 1) che forma parte integrante e sostanziale
della presente deliberazione;
PRESO ATTO del parere favorevole espresso dalla Commissione regionale per l’artigianto di cui
all’art.22 della L.R. 3/2015 nella seduta del 28/06/2024;
CONSIDERATO che la Giunta regionale, sulla base del piano triennale, approverà con successiva
deliberazione il Piano annuale degli interventi di cui all’art. 28 della L.R. 3/2015, individuando gli
interventi da realizzare e le relative risorse da destinare;
RITENUTO pertanto di adottare e sottoporre all’approvazione del Consiglio regionale l’allegato
Piano triennale relativo agli interventi da realizzare sul territorio regionale in materia di artigianto
2024-2026 (Allegato 1) che forma parte integrante e sostanziale della presente deliberazione;
Delib.Consiliare n. 555 del 25/07/2024
DATO ATTO che le risorse necessarie all’attuazione dell’allegato Piano triennale, pari
24/2023, “Bilancio di previsione della Regione Lazio 2024 – 2026”, sulla Missione 14, Programma
DELIBERA
per le motivazioni espresse in premessa:
di adottare e sottoporre all’approvazione del Consiglio regionale, ai sensi dell’articolo 26 della legge
regionale n. 3/2015, la seguente proposta di deliberazione consiliare concernente “Legge regionale
17 febbraio 2015, n. 3 e ss.mm.ii. – Approvazione del Piano triennale relativo agli interventi da
realizzare sul territorio regionale in materia di artigianto 2024-2026.”.
Delib.Consiliare n. 555 del 25/07/2024
IL CONSIGLIO REGIONALE
VISTO lo Statuto della Regione Lazio;
VISTA la Legge Regionale 18 febbraio 2002, n. 6 e successive modificazioni concernente la
disciplina del sistema organizzativo della Giunta e del Consiglio Regionale;
VISTO il regolamento regionale 6 settembre 2002, n. 1 e successive modificazioni, concernente
l’organizzazione degli uffici e dei servizi della Giunta regionale;
VISTO il Decreto legislativo 23 giugno 2011, n. 118, concernente “Disposizioni in materia di
armonizzazione dei sistemi contabili e degli schemi di bilancio delle Regioni, degli enti locali
VISTA la Legge Regionale 12 agosto 2020, n. 11, “Legge di contabilità regionale”;
VISTO il regolamento regionale 9 novembre 2017, n. 26, recante: “Regolamento regionale di
contabilità” che, ai sensi dell’articolo 56, comma 2, della legge regionale n. 11/2020 e fino
alla data di entrata in vigore del regolamento di contabilità di cui all’articolo 55 della citata
legge regionale n. 11/2020, continua ad applicarsi per quanto compatibile con le disposizioni
di cui alla medesima legge regionale n. 11/2020;
VISTA la Legge Regionale 29 dicembre 2023, n. 23, “Legge di stabilità regionale 2024”;
VISTA la Legge Regionale 29 dicembre 2023, n. 24, “Bilancio di previsione della Regione Lazio
2024 – 2026”;
2024-2026. Approvazione del “Documento tecnico di accompagnamento”, ripartito in titoli,
tipologie e categorie per le entrate e in missioni, programmi, titoli e macroaggregati per le
spese»;
2024-2026. Approvazione del ‘Bilancio finanziario gestionale’, ripartito in capitoli di entrata
e di spesa e assegnazione delle risorse finanziarie ai dirigenti titolari dei centri di
responsabilità amministrativa”;
VISTA la deliberazione consiliare 20 dicembre 2023, n. 17, concernente: “Documento di economia
e finanza regionale (DEFR) 2024 – anni 2024-2026”;
Strategico di Programmazione (DSP) 2023 – Anni 2023-2028”;
approvazione del bilancio reticolare, ai sensi degli articoli 30, 31 e 32, della legge regionale
12 agosto 2020, n. 11;
VISTA la Deliberazione della Giunta Regionale 24 aprile 2024, n. 284, concernente: “Bilancio di
previsione finanziario della Regione Lazio 2024-2026. Aggiornamento del Bilancio
finanziario gestionale in relazione all’assegnazione delle risorse finanziarie ai dirigenti titolari
dei centri di responsabilità amministrativa, di cui alla D.G.R. n. 981/2023, ai sensi dell’articolo
13, comma 5, della legge regionale 12 agosto 2020, n. 11.”;
Delib.Consiliare n. 555 del 25/07/2024
VISTA la D.G.R. 26/02/2024 n.97 che ha conferito alla dr.ssa Tiziana Petucci l’incarico di Direttore
della Direzione regionale Sviluppo Economico, Attività Produttive e Ricerca;
VISTO l’Atto di organizzazione G.17608 del 12/12/2022 che ha conferito al dott. Umberto Cerasoli
l’incarico di dirigente dell’Area Commercio e Artigianato della Direzione Regionale Sviluppo
Economico, Attività Produttive e Ricerca;
VISTA la novazione del contratto individuale di lavoro, quale dirigente dell’Area Commercio e
Artigianato della Direzione regionale “Sviluppo economico, Attività produttive e Ricerca”,
sottoscritta dal Dott. Umberto Cerasoli in data 30 aprile 2024;
VISTA la legge regionale 17 febbraio 2015, n. 3 e ss.mm.ii “Disposizioni per la tutela, la
valorizzazione e lo sviluppo dell’artigianato nel Lazio. Modifiche alla legge regionale 6
agosto 1999, n. 14 (Organizzazione delle funzioni a livello regionale e locale per la
realizzazione del decentramento amministrativo) e successive modifiche”
CONSIDERATO che l’art.26 della citata legge regionale n. 3/2015 prevede che la Giunta regionale,
sentita la Commissione regionale per l’artigianato, delibera la proposta di piano triennale
dell’artigianato relativo agli interventi da realizzare sul territorio regionale (d’ora in avanti
“Piano triennale”) e la sottopone al Consiglio regionale per la relativa approvazione;
RILEVATO che, ai sensi dell’art.27 della L.R. 3/2015 il Piano triennale, in armonia con gli indirizzi
della programmazione economico-territoriale dell’Unione europea, statale e regionale:
a) individua gli obiettivi generali da realizzare ed i risultati da ottenere nel triennio di validità,
nonché i criteri e le modalità per la verifica del loro perseguimento;
b) determina gli ambiti prioritari di intervento con riferimento alle specifiche realtà territoriali;
c) individua, sulla base delle peculiari esigenze delle imprese, gli obiettivi specifici per lo
sviluppo, la valorizzazione e la promozione dell’artigianato laziale, in ambito locale,
nazionale ed internazionale;
d) definisce l’entità del fabbisogno finanziario in relazione ai diversi ambiti di intervento;
e) definisce l’ambito di operatività degli enti strumentali regionali sulla base dei rispettivi
programmi di attività;
f) individua gli interventi da gestire mediante le convenzioni di cui all’articolo 32.
VISTO il Piano triennale 2024-2026 di cui all’Allegato 1) che forma parte integrante e sostanziale
della presente deliberazione;
PRESO ATTO del parere favorevole espresso dalla Commissione regionale per l’artigianto di cui
all’art.22 della L.R. 3/2015 nella seduta del 28/06/2024;
CONSIDERATO che la Giunta regionale, sulla base del piano triennale, approverà con successiva
deliberazione il Piano annuale degli interventi di cui all’art. 28 della L.R. 3/2015, individuando gli
interventi da realizzare e le relative risorse da destinare;
RITENUTO pertanto di approvare l’allegato Piano triennale relativo agli interventi da realizzare sul
territorio regionale in materia di artigianto 2024-2026 (Allegato 1) che forma parte integrante e
sostanziale della presente deliberazione;
DATO ATTO che le risorse necessarie all’attuazione dell’allegato Piano triennale, pari
24/2023, “Bilancio di previsione della Regione Lazio 2024 – 2026”, sulla Missione 14, Programma
Delib.Consiliare n. 555 del 25/07/2024
DELIBERA
per le motivazioni espresse in premessa:
di approvare il Piano triennale relativo agli interventi da realizzare sul territorio regionale in materia
di artigianto 2024-2026 (Allegato 1), di cui all’art.26 della legge regionale n.3/2015, che forma parte
integrante e sostanziale della presente deliberazione.
La presente deliberazione è pubblicata sul Bollettino Ufficiale della Regione Lazio.
Delib.Consiliare n. 555 del 25/07/2024
PIANO TRIENNALE PER L’ARTIGIANATO
1. Premessa
Con il presente documento, la Regione Lazio intende dare una effettiva attuazione delle disposizioni
di cui agli artt. 26 e 28 della legge regionale n. 3 del 2015, traducendo le indicazioni contenute in tali
articoli in un sistema coordinato di interventi puntuali, da attuarsi nell’ambito di un preciso
cronoprogramma.
Dopo aver delineato il quadro generale di contesto dell’economia laziale nonché l’andamento del
settore artigiano, il presente Piano esplicita le diverse forme di intervento previste a favore delle
imprese, identificando in particolare quattro ambiti fondamentali: strumenti agevolativi a favore delle
imprese, attraverso, in particolare, interventi specifici per il settore dell’artigianato artistico e
tradizionale; misure di contrasto alle difficoltà di accesso al credito da parte delle imprese artigiane;
eventuali programmazione di misure di sostegno volte a facilitare il ricambio o passaggio
generazionale; semplificazione normativa e amministrativa.
L’attuazione degli interventi identificati sarà effettuata nei limiti delle risorse disponibili e prendendo
come riferimento un orizzonte temporale pluriennale.
Il Piano potrà essere oggetto di una revisione periodica al fine di calibrare ed eventualmente
modificare gli interventi previsti in funzione delle effettive necessità riscontrate nel settore artigiano
e delle politiche di sviluppo individuate dalla Regione Lazio.
Tra gli elementi di cui tenere conto nella programmazione delle misure agevolative rientrerà anche
la complementarietà con le azioni previste da altri programmi attuati dalla Regione quali, ad esempio,
il PR FESR Lazio 2021-2027, al fine di evitare sovrapposizioni e duplicazioni degli interventi, nonché
massimizzare l’efficacia e l’efficienza nell’utilizzo delle risorse.
2. Quadro generale dell’economia artigiana
La Direzione Sviluppo economico, Attività produttive e Ricerca ha analizzato una serie di dati che
La fonte di riferimento è il Registro delle imprese, che contiene i dati ufficiali delle imprese iscritte.
La prima Tabella fornisce un quadro a livello nazionale: per ogni regione italiana viene quantificata la
consistenza generale delle imprese iscritte e quella, particolare, delle imprese artigiane,
evidenziandone la percentuale di incidenza sul totale.
Delib.Consiliare n. 555 del 25/07/2024
TABELLA I
TOTALI ARTIGIANE % ARTIGIANE TOTALI ARTIGIANE % ARTIGIANE TOTALI ARTIGIANE % ARTIGIANE
TOTALI ARTIGIANE % ARTIGIANE
TOTALI ARTIGIANE % ARTIGIANE
ABRUZZO
148.712
29.636
19,93%
148.373
29.301
19,75%
149.630
28.952
19,35%
148.436
28.285
19,06%
145.365
27.446
18,88%
BASILICATA
60.493
10.195
16,85%
60.582
10.113
16,69%
60.656
10.158
16,75%
60.175
9.957
16,55%
58.726
9.766
16,63%
CALABRIA
187.107
32.456
17,35%
188.041
32.512
17,29%
190.799
32.897
17,24%
188.193
32.453
17,24%
187.594
32.429
17,29%
CAMPANIA
597.208
68.823
11,52%
602.634
69.818
11,59%
612.850
70.998
11,58%
611.627
71.413
11,68%
606.919
71.519
11,78%
EMILIA ROMAGNA
451.976
125.884
27,85%
449.361
124.750
27,76%
451.242
125.203
27,75%
446.745
124.172
27,79%
438.197
121.312
27,68%
FRIULI
101.839
27.815
27,31%
101.220
27.633
27,30%
100.443
27.579
27,46%
97.944
27.282
27,85%
97.806
27.557
28,18%
LAZIO
662.514
95.110
14,36%
657.968
96.289
14,63%
614.026
94.711
15,42%
609.483
92.348
15,15%
601.413
91.669
15,24%
LIGURIA
162.368
43.371
26,71%
161.349
43.268
26,82%
162.629
43.756
26,91%
159.807
43.314
27,10%
158.672
43.367
27,33%
LOMBARDIA
954.672
242.804
25,43%
949.399
241.504
25,44%
952.492
237.816
24,97%
945.555
234.518
24,80%
945.955
233.498
24,68%
MARCHE
168.396
44.236
26,27%
166.661
43.673
26,20%
165.443
42.988
25,98%
157.892
40.910
25,91%
152.956
39.791
26,01%
MOLISE
35.470
6.449
18,18%
35.167
6.389
18,17%
34.991
6.346
18,14%
34.196
6.277
18,36%
33.419
6.137
18,36%
PIEMONTE
428.457
115.666
27,00%
426.314
114.922
26,96%
428.476
115.645
26,99%
425.873
115.203
27,05%
422.880
114.767
27,14%
PUGLIA
381.313
67.368
17,67%
382.535
67.227
17,57%
386.801
67.333
17,41%
385.725
67.195
17,42%
380.488
67.075
17,63%
SARDEGNA
170.067
34.766
20,44%
170.499
34.602
20,29%
171.743
34.451
20,06%
171.308
34.236
19,99%
170.683
34.350
20,13%
SICILIA
467.750
72.163
15,43%
471.289
72.316
15,34%
478.967
72.951
15,23%
479.058
73.056
15,25%
473.848
73.047
15,42%
TOSCANA
412.820
103.442
25,06%
410.209
102.735
25,04%
408.533
101.299
24,80%
405.342
100.365
24,76%
396.835
100.221
25,26%
TRENTINO
110.085
25.945
23,57%
110.324
26.167
23,72%
111.378
26.594
23,88%
111.992
26.994
24,10%
112.107
27.137
24,21%
UMBRIA
94.323
20.463
21,69%
94.202
20.329
21,58%
94.674
20.250
21,39%
94.867
20.173
21,26%
92.863
20.048
21,59%
VALLE D’AOSTA
12.318
3.597
29,20%
12.212
3.530
28,91%
12.256
3.589
29,28%
12.290
3.610
29,37%
12.379
3.619
29,23%
484.083
126.145
26,06%
479.692
124.473
25,95%
479.437
124.435
25,95%
472.768
122.387
25,89%
468.032
121.225
25,90%
21,28%
21,25%
21,23%
21,17%
21,25%
VENETO
I dati sopra riportati mostrano come, il Lazio, nel 2023, risulta, in valore assoluto, la terza Regione
per numero di imprese operanti e la sesta per numero di imprese artigiane.
Per quanto riguarda, nello specifico, le imprese artigiane, il trend degli ultimi anni mostra una leggera
diminuzione nel numero complessivo rispetto al totale delle imprese, confermando la sostanziale
tenuta del settore, nonostante le difficoltà del periodo post-pandemico e degli effetti del conflitto
russo-ucraino.
Dal punto di vista “dimensionale”, il sistema imprenditoriale territoriale risulta tendenzialmente
sempre meno caratterizzato da una prevalenza delle imprese individuali, che rappresentano nella
nostra regione il 40,4% delle imprese totali, rispetto alla media nazionale (50,8%); in controtendenza,
rispetto al dato rilevato, i dati relativi alle province di Viterbo e Rieti, territori in cui le imprese
individuali rappresentano nel 2022, rispettivamente, il 60,6% ed il 61,4% del totale delle imprese
registrate in ciascuna provincia (fenomeno riconducibile alla forte vocazione agricola di quei
territori).
Nel Lazio, sulla base di dati ISTAT analizzati, oltre il 95% delle imprese artigiane risultano aver un
numero di dipendenti tra 0 e 9: il dato conferma che la dimensione di gran lunga prevalente è quella
della micro e piccola impresa.
L’ultimo report MOVIMPRESE, su dati del Registro delle Imprese, relativo al primo trimestre 2024,
ci restituisce la fotografia di una ripresa delle aziende italiane dopo la flessione dovuta alla pandemia.
Delib.Consiliare n. 555 del 25/07/2024
La Regione Lazio ha fatto registrare, rispetto al medesimo trimestre dell’anno precedente, un saldo
positivo (+ 993 imprese iscritte).
Dai dati sommariamente esposti emerge, in generale, come anche nella nostra regione l’impresa
artigiana, micro e piccola, pur nelle innegabili difficoltà congiunturali, è riuscita a resistere agli shock
macroeconomici, confermando l’attitudine del settore a fattore distintivo dell’economia laziale,
perché oltre a generare Pil è portatrice di un elevato grado di socialità, capace, cioè, di creare non
solo valore economico, ma anche sociale: in una prospettiva ampia di “sostenibilità”, infatti, le
imprese artigiane operano come attori vitali delle comunità, creano occupazione, promuovendo
coesione e inclusione sociale e, in definitiva contribuiscono in modo essenziale al benessere
collettivo dei contesti territoriali in cui operano.
3. La geografia dell’artigianato laziale
Spostando l’analisi sul solo territorio regionale, le tabelle che seguono mettono a raffronto, nelle
cinque province laziali, i dati relativi alle consistenze totali delle imprese attive al 31 dicembre di
ciascun anno considerato (2022 e 2023), con quelli delle sole imprese artigiane.
TABELLA II (31/12/2022)
TOTALI
ARTIGIANE
% ARTIGIANE
Frosinone
49.022
8.884
18,12%
Latina
57.497
8.724
15,17%
Rieti
14.818
3.443
23,24%
450.825
64.125
14,22%
37.321
7.172
19,22%
609.483
92.348
15,15%
Viterbo
TABELLA III (31/12/2023)
TOTALI
ARTIGIANE
% ARTIGIANE
Frosinone
48.359
8.757
18,11%
Latina
56.697
8.606
15,18%
Rieti
14.749
3.449
23,38%
444.687
63.664
14,32%
36.921
7.193
19,48%
601.413
91.669
15,24%
Viterbo
Delib.Consiliare n. 555 del 25/07/2024
Le tabelle mostrano una tenuta del settore, con un leggero incremento in termini percentuali del
numero delle imprese artigiane rispetto al numero complessivo delle imprese laziali (dal 15,15% del
2022 al 15,24% del 2023): il dato appare tanto più significativo se raffrontato con il trend degli anni
precedenti che mostrava, invece, un deciso calo del numero di imprese iscritte.
Dai dati complessivi, come già evidenziato nel paragrafo che precede, si conferma che l’artigianato
laziale, pur nelle difficoltà congiunturali, è riuscito a mostrare una sostanziale tenuta.
Giova evidenziare, quale specificità del tessuto economico regionale, che la presenza diffusa delle
Micro e Piccole imprese artigiane contribuisce ad attenuare il trend di declino di aree interne e di
montagna.
Si tratta di territori estesi, anche nella nostra regione, meno densamente popolati e spesso
significativamente distanti dall’offerta di servizi essenziali, ma che mantengono un peso significativo
sul tessuto economico-produttivo regionale.
In queste aree si osserva una presenza diffusa di piccole imprese e dell’artigianato.
L’analisi che segue mostra, in dettaglio, i dati relativi alle sole imprese artigiane laziali distinte per
settori di attività economica.
Ciascuna tabella riporta i seguenti dati:
macro settore di attività;
genere;
elenco esemplificativo di attività artigiane rientranti nel relativo settore e genere;
consistenze numeriche distinte per provincia;
dato complessivo.
Le Tabelle IV e V, riferite rispettivamente alle annualità 2022-2023, evidenziano altresì i
decrementi/aumenti rispetto alle precedenti annualità considerate.
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TABELLA IV- 31/12/2022
SETTORE
Attività artigiane
GENERE
Noleggio con operatore di
AGRICOLTURA,
macchine agricole; altre
SILVICOLTURA, PESCA
attività di supporto
DATI PER PROVINCE
esemplificative
TOTALI
Totale
all’agricoltura; taglio di legna
boschiva
Attività estrattive
ESTRAZIONE DI MINERALI DA
CAVE E MINIERE
Alimentari
Lavorazioni artigiane di carni,
insaccati e prodotti caseari;
Produzione pane e pasta
fresca
Bevande
Birrifici, ecc.
Tessili
Fabbricazioni articoli tessili
Confezioni
Produzione articoli di
abbigliamento
abbigliamento in pelle, maglia
e pelliccia
Fabbricazione articoli in
Fabbricazione articoli (borse,
pelle e simili
scarpe, selle, ecc.) in cuoio e
pelle
Lavorazione del legno
Taglio e piallatura; Corniciai;
Produzione imballaggi e
pavimenti
Lavorazione della carta
Produzione articoli in carta e
cartone
ATTIVITA’ MANIFATTURIERE
Stampa e riproduzione
Legatoria; Tipografia
Prodotti chimici
Produzione cosmetici e
similari
Gomma e plastica
Ricostruzione pneumatici;
Produzione imballaggi
Minerali non metalliferi
Lavorazione vetro, porcellana
e terracotta
Metallurgia
Produzione prodotti in
acciaio e altri metalli (ghisa,
rame, ecc.)
Elettronica
Fabbricazione computer e
altri prodotti elettronici
Veicoli pesanti e natanti
Fabbricazione rimorchi,
macchine agricole, barche,
Mobili
Fabbricazione mobili
Altre attività
Produzione gioielli, bigiotteria,
manifatturiere
strumenti musicali, ecc.
Macchinari industriali
Installazione e riparazione
20169
29240
D ed E
Attività di servizi connesse
ACQUA, LUCE E GAS
(es. spurgo pozzi neri;
manutenzione fognature)
Edilizia
COSTRUZIONI CIVILI
Costruzione edifici e strade;
Tinteggiatura, ecc.
Impiantistica
Installazione impianti elettrici,
idrici, ecc.
Meccatronica, carrozzeria,
AUTORIPARAZIONE
TRASPORTI
gommisti, autolavaggio
Di persone
Taxi e noleggio
Di cose
Autotrasporto c. terzi e
attività connesse (es.
magazzinaggio)
Pizzerie da asporto; gelaterie
RISTORAZIONE
e pasticcerie,; servizi di
catering senza
somministrazione
Produzione software e
INFORMATICA
riparazione computer
K, L, M
Laboratori fotografici;
ALTRE ATTIVITA’
ideazione pubblicità, ecc
Pulizie, disinfestazione,
SERVIZI VARI
derattizzazione, sanificazione,
giardinaggio, ecc
P. Q. X
ATTIVITA’ N.C.A.
Restauro opere d’arte;
ATTIVITA’ ARTISTICHE
Attività di supporto a
rappresentazioni artistiche
Riparazione elettrodomestici,
RIPARAZIONI VARIE
tappeti, calzature, ecc.
Lavanderie e simili
11349
Acconciatura ed estetica
Tatuaggio e piercing
SERVIZI ALLA PERSONA
Cura degli animali
Altri servizi (pompe funebri,
bagnini, ecc)
92348
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TABELLA V – 31/12/2023
SETTORE
Attività artigiane
GENERE
DATI PER PROVINCE
esemplificative
Noleggio con operatore di
AGRICOLTURA, SILVICOLTURA,
macchine agricole; altre attività
PESCA
di supporto all’agricoltura;
Variazione
TOTALI
rispetto al
Totale
taglio di legna boschiva
Attività estrattive
ESTRAZIONE DI MINERALI DA
CAVE E MINIERE
Alimentari
Lavorazioni artigiane di carni,
insaccati e prodotti caseari;
Produzione pane e pasta fresca
Bevande
Birrifici, ecc.
Tessili
Fabbricazioni articoli tessili
Confezioni abbigliamento
Produzione articoli di
abbigliamento in pelle, maglia e
pelliccia
Fabbricazione articoli in
Fabbricazione articoli (borse,
pelle e simili
scarpe, selle, ecc.) in cuoio e
pelle
Lavorazione del legno
Taglio e piallatura; Corniciai;
Produzione imballaggi e
pavimenti
Lavorazione della carta
Produzione articoli in carta e
cartone
Stampa e riproduzione
Legatoria; Tipografia
ATTIVITA’ MANIFATTURIERE
Prodotti chimici
Produzione cosmetici e similari
Gomma e plastica
Ricostruzione pneumatici;
20339
29450
11533
Lavorazione vetro, porcellana e
Produzione prodotti in acciaio
Fabbricazione computer e altri
prodotti elettronici
Veicoli pesanti e natanti
e altri metalli (ghisa, rame, ecc.)
Elettronica
terracotta
Metallurgia
Produzione imballaggi
Minerali non metalliferi
Fabbricazione rimorchi,
macchine agricole, barche, ecc
Mobili
Fabbricazione mobili
Altre attività
Produzione gioielli, bigiotteria,
manifatturiere
strumenti musicali,
odontotecnici, ecc
Macchinari industriali
Installazione e riparazione
D ed E
Attività di servizi connesse (es.
ACQUA, LUCE E GAS
spurgo pozzi neri;
manutenzione fognature)
Edilizia
COSTRUZIONI CIVILI
Costruzione edifici e strade;
Tinteggiatura, ecc.
Impiantistica
Installazione impianti elettrici,
idrici, ecc.
Meccatronica, carrozzeria,
AUTORIPARAZIONE
TRASPORTI
gommisti, autolavaggio
Di persone
Taxi e noleggio
Di cose
Autotrasporto c. terzi e attività
connesse (es. magazzinaggio)
Pizzerie da asporto; gelaterie e
RISTORAZIONE
pasticcerie,; servizi di catering
senza somministrazione
Produzione software e
INFORMATICA
riparazione computer
K, L, M
Laboratori fotografici; ideazione
ALTRE ATTIVITA’
pubblicità, ecc
Pulizie, disinfestazione,
SERVIZI VARI
derattizzazione, sanificazione,
giardinaggio, ecc
P. Q. X
ATTIVITA’ N.C.A.
Restauro opere d’arte; Attività
ATTIVITA’ ARTISTICHE
di supporto a rappresentazioni
artistiche
Riparazione elettrodomestici,
RIPARAZIONI VARIE
tappeti, calzature, ecc.
Lavanderie e simili
Acconciatura ed estetica
Tatuaggio e piercing
SERVIZI ALLA PERSONA
Cura degli animali
91669
Altri servizi (pompe funebri,
bagnini, ecc)
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Altri dati significativi ai fini dell’analisi geografica dell’artigianato laziale, sono tratti da uno studio
realizzato dal CNA e CONFARTIGIANATO Lazio che ha preso a riferimento il quinquennio
settembre 2018- settembre 2023.
Il primo dato riguarda le imprese femminili, quantificate in circa 16mila al 2023, e quindi pari a circa
il 17% delle imprese artigiane totali.
Il secondo dato è inerente alle imprese giovanili, quantificate in circa 9.500 al 2023, e quindi pari a
circa il 10% delle imprese artigiani totali.
Il terzo dato è relativo alle imprese straniere, quantificate in circa 19.000 al 2023 e quindi pari a circa
il 21%.
Riassumendo, dai dati sopra esposti emerge come nel Lazio le imprese artigiane rappresentano il
15,2% del totale delle imprese regionali (in numeri assoluti sono 91.669 le imprese artigiane
complessivamente iscritte al 31 dicembre 2023), mentre il loro peso raggiunge il 21,2% se si prende
come riferimento tutte le imprese dell’intero territorio nazionale.
Dal raffronto tra i dati complessivi dell’ultimo biennio (2022 e 2023), emergono i seguenti dati
riassuntivi.
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TABELLA VI
GENERE
SETTORE
Agricoltura, silvicoltura, pesca
Estrazioni minerali da cave e miniere
Attività manifatturiere
Alimentari
Bevande
Tessili
Confezioni abbigliamento
Fabbricazione articoli in pelle e simili
Lavorazione legno
Lavorazione carta
Stampa e riproduzione
Prodotti chimici
Gomma e plastica
Minerali non metalliferi
Metallurgia
Elettronica
Veicoli pesanti e natanti
Mobili
Altre attività (gioielli, bigiotteria, strumenti musicali ecc.)
Macchine industriali
Ristorazione
Informatica
Altre attività
Servizi vari
Attività n.c.a.
Attività artistiche
Riparazione varie
Servizi alla persona
Edilizia
Impiantistica
Autoriparazione
Trasporti
Acqua, luce e gas
Costruzioni civili
Aumento /Decremento
Di persone
Di cose
Fotografia e pubblicità
Pulizie e giardinaggio
Elettrodomestici, tappeti, calzature
Lavanderie
Acconciatura ed estetica
Tatuaggio e piercing
Cura animali
Altri (pompe funebri, bagnini, ecc.)
TOTALE
0,38%
-6,67%
-2,54%
4,17%
-4,83%
-5,32%
-7,47%
-5,52%
-2,17%
-4,75%
-6,98%
-7,48%
-3,57%
-5,00%
-9,00%
-8,16%
-4,71%
-3,41%
1,89%
3,49%
0,72%
-1,61%
-2,79%
-0,69%
-3,53%
-3,54%
7,76%
0,60%
-0,58%
-5,20%
-2,58%
-1,74%
-5,39%
1,62%
8,12%
9,81%
-0,41%
-0,74%
I dati analizzati, in sostanza, dimostrano come, in valore assoluto, i maggiori decrementi si registrano,
nell’ordine, nei seguenti settori: autoriparazione, impiantistica e metallurgia. In rapporto percentuale,
invece, i maggiori decrementi si riferiscono, nell’ordine a: elettronica, veicoli pesanti e natanti e
gomma e plastica.
I maggiori aumenti si registrano, in valori assoluti, nei settori dell’edilizia, acconciatura ed estetica,
tatuaggio e piercing. In valori percentuali: cura animali, tatuaggio e piercing, informatica.
In generale, anche nella nostra regione, i settori artigiani che stanno vivendo una fase di espansione,
oltre quello dell’edilizia sono quelli del benessere e dell’informatica.
Nel primo, ad esempio, si continua a registrare un costante aumento degli acconciatori, degli estetisti
e dei tatuatori.
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Nel secondo, invece, sono in decisa espansione i sistemisti, gli addetti al web marketing, i video
maker e gli esperti in social media.
Tra gli altri fattori che hanno direttamente impattato sulle performance del settore artigiano, si
aggiungono l’aumento del costo degli affitti e le criticità legate all’accesso al credito da parte delle
imprese del settore, dovuto in primo luogo al rialzo dei tassi di interesse, che recentemente hanno
visto l’auspicata inversione di tendenza con la riduzione disposta dalla BCE.
In questo quadro, le forme di sostegno – nazionali e regionali – hanno avuto un effetto positivo
limitatamente ad alcuni sottosettori oggetto di intervento.
Proprio il protrarsi, seppur, come visto, contenuto rispetto ad altre realtà, di un contesto di difficoltà
del settore rappresenta una delle ragioni alla base della scelta di rilanciare gli strumenti di sostegno
individuati dalla normativa regionale.
Il processo di erosione appena descritto risulta dannoso su più livelli: la perdita delle imprese
artigiane, infatti, in particolare di quelle dei settori che compongono il c.d. artigianato artistico e
tradizionale, si riflette negativamente non solo sulla realtà economica, ma anche su quella culturale
e sociale, in considerazione del patrimonio conoscitivo e umano di cui tali imprese sono portatrici.
La piccola impresa, inclusa quella artigiana, è stata tra i principali artefici del modello di sviluppo
italiano rappresentandone un fattore distintivo, contribuendo a definire lo sviluppo italiano inclusivo,
dal basso1.
In tale prospettiva, piccola impresa e artigianato sono stati i motori della generazione di ricchezza
diffusa nella società e sui territori, capaci anche nel periodo di rallentamento della crescita di dare
un contributo decisivo alla tenuta delle comunità.
Dalle riparazioni ai servizi per la persona, infatti, è molto ampio lo spettro di “beni della vita” rispetto
ai quali le imprese artigiane rispondono ai bisogni che determinano il benessere delle comunità locali
in cui sono inserite, consentendo di rafforzare la personalizzazione dei prodotti e dei servizi, nonché
la sostenibilità in considerazione della “prossimità” dell’impresa artigiana, dell’attenzione alla più alta
qualità e, anche, della durata dei prodotti nel tempo nel pieno rispetto dei criteri della circolarità.
Il tessuto produttivo regionale, costituito per buona parte di piccole imprese artigiane, ha consentito
ad ampi gruppi sociali e anche a territori diversi da quelli a più alta presenza di industria, di
partecipare alla conquista del benessere e di una più alta qualità della vita.
“Attraverso le microimprese, incluse quelle artigiane, lo sviluppo diventava coinvolgimento nello sforzo produttivo e nella voglia
di crescere e migliorare la propria condizione socioeconomica di ampi gruppi sociali che per la prima volta accedevano al benessere
e, anche, di territori che pur non potendo contare sulla localizzazione di grandi complessi industriali, riuscivano ad entrare nel
circuito virtuoso della crescita e trasformazione socioeconomica”, Rapporto CENSIS 2022, pag. 15.
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Il consolidamento ed il rilancio delle imprese artigiane possono innescare nel territorio regionale un
processo di cambiamento, perché storicamente incarnano una concezione della crescita economica
marcata da elevata socialità: segno evidente di tale possibile traiettoria, la presenza anche nelle filiere
più rilevanti del Made in Italy, dall’enogastronomia, alla moda, alla meccanica, settori nei quali
l’artigianato esprime una riconosciuta e distintiva eccellenza italiana nel mondo.
Peraltro, proprio in virtù della capillare diffusione sul territorio regionale, le imprese artigiane, attori
riconosciuti e importanti delle comunità locali, sono in grado, se correttamente sostenute ed
accompagnate da mirati interventi pubblici, di riattivare circuiti di creazione di reddito e ricchezza
in territori che altrimenti sarebbero emarginati con un elevato rischio di spopolamento e degrado
economico.
Di tale processo di creazione di valore beneficiano i titolari delle imprese, i lavoratori, i fornitori e,
in generale, le economie locali attraverso i meccanismi di interdipendenza dei settori economici: un
ulteriore effetto leva per l’economia è quello per cui i redditi dei lavoratori sui territori ne
alimentano la capacità di spesa, operando come sostegno alla domanda interna in ambito locale.
4. Quadro normativo
L’artigianato gode di un proprio riconoscimento costituzionale, a differenza di molti altri settori
produttivi.
Invero l’articolo 45, secondo comma, della Costituzione, dispone che la legge debba provvedere
«alla tutela e allo sviluppo dell’artigianato». L’inquadramento di rango superiore preordinato alla
protezione (tutela) e all’incentivazione (sviluppo) dell’artigianato introducendo una disposizione che
costituisce un sicuro rafforzamento del principio riconosciuto dall’articolo 41 della Costituzione a
tutte le forme di iniziativa economica esprime la scelta dei padri costituenti di attribuire all’artigianato
un ruolo privilegiato all’interno del nostro ordinamento, più ampio e maggiormente tutelato rispetto
alla generalità delle imprese.
Tale riconoscimento costituzionale trova la sua spiegazione da un lato in ragioni storiche,
considerato che l’artigianato detiene gran parte della memoria storica dei rapporti economici e della
cultura manifatturiera del nostro Paese, dall’altro in ragioni etiche, consentendo a chi svolge tale
attività di esprimere, meglio di altre forme di lavoro industriale, la propria personalità.
Sembra utile precisare le differenziazioni non solo tra impresa artigiana e impresa industriale, laddove
nelle grandi officine la personalità individuale è sostanzialmente ancillare rispetto al prevalente
utilizzo dei macchinari, con la conseguente parcellizzazione e specializzazione del lavoro; ma anche
Delib.Consiliare n. 555 del 25/07/2024
tra impresa artigiana e piccola impresa industriale, la cui linea di discrimine sembra essere meno
evidente.
A tal fine è sicuramente significativo effettuare una distinzione basata sul tipo di organizzazione della
manodopera e del processo produttivo all’interno dell’impresa.
Il carattere distintivo che sembra ancora oggi rilevare è la cosiddetta capacità di mestiere
dell’imprenditore e la sua partecipazione diretta al processo produttivo.
Le imprese artigiane, pertanto, vanno individuate non solo in base a quanto producono ma anche a
cosa e come producono, tenendo ben presente che è proprio il “cosa” e il “come” a produrre le
differenze più nette dalle imprese industriali.
Oggi più che in passato i nuovi scenari globali impongono al nostro paese un rapido spostamento
verso produzioni di qualità in cui l’artigianato può giocare un ruolo di primo piano, in quanto si
inserisce perfettamente in un modello di organizzazione economica, in cui oltre al capitale finanziario
contano il capitale culturale, vale a dire le abilità e capacità professionali, la creatività e lo spirito di
iniziativa, nonché il capitale sociale, vale a dire la capacità di creare reti di relazioni.
Pertanto in ottemperanza al precetto costituzionale, considerato che a seguito della revisione del
titolo V della Costituzione l’artigianato non figura più tra le materie a competenza concorrente, ma
rientra nella competenza esclusiva regionale, la Regione Lazio con la L.R.3/2015 ha emanato una
disciplina organica della materia dettando norme per la tutela, la valorizzazione e lo sviluppo
dell’artigianato laziale.
Dapprima la legge regionale ha stabilito, uniformandosi ai principi dettati dalla legge 8 agosto 1985,
n. 443 (legge-quadro per l’artigianato) che rappresenta tuttora la cornice normativa per la disciplina
dell’intero settore, l’inquadramento giuridico dell’impresa artigiana indicando i requisiti, nonché le
modalità per il relativo esercizio.
All’art. 6 ha, pertanto, definito “artigiana” l’impresa che, nel rispetto dei limiti dimensionali previsti,
ha per scopo prevalente l’esercizio di un’attività diretta alla produzione e alla trasformazione di beni
o alla prestazione di servizi, ed è caratterizzata dal lavoro quale fattore di produzione predominante.
All’art. 7, inoltre, ha stabilito le caratteristiche dell’imprenditore artigiano, cioè colui che esercita
professionalmente, personalmente e in qualità di titolare, l’attività di produzione di beni o di
prestazione di servizi, assumendone la responsabilità, gli oneri ed i rischi inerenti alla sua direzione
e gestione e svolgendo in misura prevalente il proprio lavoro, anche manuale, nel processo
produttivo.
Nelle aziende artigiane è, in sostanza, indispensabile il possesso di abilità manuali, peculiarità che ne
fanno un luogo di preparazione e formazione professionale, mentre nelle piccole industrie la
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tendenza prevalente è quella di assegnare dei compiti secondo una divisione del lavoro che
generalmente, soprattutto in quelle manifatturiere, prevede lo svolgimento di attività piuttosto rigide
e svolte in modo ripetitivo, pur nella consapevolezza che, specie nel settore manifatturiero, il confine
tra artigianato manifatturiero e piccola industria tende ad essere più incerto.
Il carattere distintivo che sembra ancora oggi rilevare è la cosiddetta capacità di mestiere
dell’imprenditore e la sua partecipazione diretta al processo produttivo.
Poi la legge regionale ha definito le modalità di programmazione degli interventi a favore del settore
artigiano, individuando modalità flessibili che consentano di adeguare e proporzionare il quadro
programmatorio alla reale disponibilità delle risorse e ad un loro efficace utilizzo.
La normativa si propone di provvedere alla tutela, alla promozione e allo sviluppo dell’artigianato e
delle produzioni artigiane nelle loro diverse espressioni territoriali, tradizionali ed artistiche.
L’obiettivo è promuovere il ruolo economico, sociale e culturale delle imprese artigiane e del loro
patrimonio di conoscenze ed esperienze, riconoscendo l’artigianato quale settore trainante
dell’economia laziale e fonte di occupazione.
Un ruolo specifico è assegnato dalla disciplina normativa regionale all’artigianato artistico e
tradizionale che deve essere sostenuto e valorizzato, non solo al fine di conservare e salvaguardare
il patrimonio tradizionale, che rappresenta la cultura e la storia del territorio, ma anche di rinnovare