
(AGENPARL) – gio 27 giugno 2024 Presentazione del Rapporto Nazionale PISA 2022 Financial Literacy
INVALSI – BANCA D’ITALIA
Intervento di apertura di Chiara Scotti
Vice Direttrice Generale della Banca d’Italia
Roma, 27 giugno 2024
Introduzione*
Sono lieta di aprire l’evento di presentazione dei risultati della quarta rilevazione PISA
sull’alfabetizzazione finanziaria dei quindicenni curata per l’Italia da INVALSI, con cui la
Banca d’Italia ha una collaborazione consolidata.
L’indagine PISA, la rilevazione promossa dall’OCSE ogni tre anni per misurare le
competenze degli studenti quindicenni1, propone dal 2012, oltre ai tradizionali domini di
lettura, matematica e scienze, un modulo opzionale sull’alfabetizzazione finanziaria, che
rappresenta una fonte informativa preziosa.
E lo è in particolare in questi ultimi anni in cui la digitalizzazione ha mutato rapidamente
il contesto finanziario nel quale si muovono i giovani, modificando profondamente non
solo la gamma di prodotti finanziari disponibili ma anche la loro accessibilità e la facilità
di utilizzo.
L’importanza dell’educazione finanziaria
Possedere delle competenze finanziarie di base, anche digitali, è diventato indispensabile
affinché i giovani possano accedere a servizi e prodotti finanziari in maniera responsabile
e sicura. I giovani possono oggi accedere molto facilmente ai prestiti, grazie alla diffusione
del Buy now pay later, ormai presente su tutte le principali piattaforme di acquisti online,
che consente di rateizzare anche acquisti di piccolo importo. Nostri dati ci dicono che il 30
per cento dei giovani con meno di 24 anni utilizzano piattaforme di investimento, anche
Ringrazio Daniela Marconi che mi ha assistito nella preparazione di questo intervento.
All’indagine PISA partecipano studenti provenienti da più di 80 paesi, tra cui l’Italia. Alcuni di questi
scelgono di partecipare anche al modulo opzionale su financial literacy. Alla rilevazione 2022 su
financial literacy hanno partecipato 20 paesi, di cui 14, inclusa l’Italia, appartenenti all’OCSE. Tutte
le informazioni sull’indagine sono disponibili sul sito OCSE, all’indirizzo: https://www.oecd.org/
publication/pisa-2022-results/index; le informazioni per l’Italia sono disponibili anche sul sito INVALSI:
https://www.invalsiopen.it/cosa-e-come-funziona-indagine-ocse-pisa/.
per accedere a strumenti molto rischiosi di cui spesso non hanno consapevolezza2. Le
maggiori opportunità di scelta e accesso a prodotti e servizi finanziari sono apprezzate,
ma richiedono una maggiore responsabilità individuale nelle decisioni finanziarie rispetto
al passato3.
Le competenze finanziare servono alle ragazze e ai ragazzi non solo per le scelte
finanziarie che si trovano a fare nel quotidiano, ma anche per il loro benessere futuro.
Questo vale oggi molto più che in passato. Oltre alla digitalizzazione, altri fattori
incidono: una vita lavorativa frammentata, una maggiore aspettativa di vita e sistemi
pensionistici meno generosi richiedono infatti un maggior orientamento al futuro e una
capacità di programmazione nella formazione del risparmio per l’età anziana. Affinché
possano avere effetti duraturi sui comportamenti e sul benessere finanziario dei singoli
e della società nel suo complesso, è importante che gli interventi educativi siano precoci.
D’altro canto, la psicologia ci dice che la maggior parte delle competenze, comprese
quelle finanziarie, si formano in giovane età e che la famiglia e il confronto tra pari sono
fondamentali4.
Per questo motivo, l’indagine PISA si sofferma molto sul ruolo della famiglia nella
formazione della cultura finanziaria dei giovani. L’indagine indaga ad esempio quanto
spesso si parli di denaro in famiglia, quanto i figli siano coinvolti nelle decisioni di spesa
della famiglia, o quanta autonomia i genitori lascino ai figli nelle decisioni di spesa che
li riguardano in prima persona. Purtroppo però le famiglie non sono tutte egualmente
equipaggiate per supportare i propri figli nella formazione di una cultura finanziaria che li
guidi nelle scelte presenti e future. Diviene perciò fondamentale potenziare il processo di
sviluppo di queste competenze nella scuola attraverso l’educazione finanziaria, favorendo
una riduzione dei divari tra i giovani legati al contesto socioeconomico e culturale di
provenienza e stimolando un confronto informato tra pari.
Ma è interessante analizzare anche i benefici inversi, quelli cioè che vanno dai figli ai
genitori. Sappiamo che i giovani oggi incidono molto sulle decisioni economiche e
finanziarie della famiglia5. Alcuni studi mostrano che l’educazione finanziaria a scuola
può essere un modo efficace ed efficiente anche per raggiungere gli adulti, specialmente
quelli più svantaggiati6.
Indagini sull’alfabetizzazione finanziaria e le competenze di finanza digitale in Italia: giovani. A cura
di Marco Marinucci, Massimiliano Stacchini e Fabio Travaglino. Banca d’Italia, fascicoli delle collane
statistiche, 9 gennaio 2024.
Si veda anche “L’educazione finanziaria nelle scuole Indicazioni dall’esperienza internazionale e da
quella della Banca d’Italia”, Intervento di Magda Bianco, Capo del Dipartimento Tutela della clientela
ed educazione finanziaria, Banca d’Italia, in occasione del Conferenza “L’educazione finanziaria nelle
scuole”, ospitata dall’Università La Sapienza, 12 giugno 2024.
Si veda ad esempio Ajello, A.M., Whitebread, D. and Bingham, S., (2013). “Habit Formation and Learning
in Young Children”, the Money Advice Service: https://mascdn.azureedge.net/cms/the-money-adviceservice-habit-formation-and-learning-in-young-children-may2013.pdf.
Dauphin, A., El Lahga, A., Fortin, B. and Lacroix, G., (2011). “Are Children Decision?Makers within the
Household?, The Economic Journal, Volume 121, Issue 553, 1 June 2011, Pages 871-903, https://doi.
org/10.1111/j.1468-0297.2010.02404.x. The Economic Journal 121: 871-903.
Frisancho, V. (2023). “Spillover effects of financial education: The impact of school-based programs on
parents”. Journal of Financial Literacy and Wellbeing, 1, 138-153.
Detto questo, i nessi causali tra alfabetizzazione finanziaria e comportamenti in campo
finanziario dei più giovani sono ancora poco esplorati nella letteratura, perché non è facile
disporre di dati solidi su cui basare le analisi. Ma vorrei citare alcuni risultati interessanti
di studi internazionali e di studi condotti in Banca d’Italia.
Uno studio condotto negli Stati Uniti mostra che i giovani che hanno ricevuto
un’educazione finanziaria a scuola hanno una minore probabilità di incorrere in
problemi di sovra-indebitamento nell’età adulta7. Un’analisi condotta dalla Banca
d’Italia sui dati dell’indagine sull’alfabetizzazione finanziaria dei giovani residenti in
Italia di età compresa tra 18 e 34 anni, mostra che coloro che hanno maggiore cultura
finanziaria sono più ottimisti rispetto alle proprie prospettive di carriera e più decisi
rispetto alle scelte professionali future, maturando anche una maggiore propensione
all’imprenditorialità8.
La recente approvazione nel nostro paese della Legge “Capitali”9, che introduce
l’educazione finanziaria nell’educazione civica, insegnamento curricolare già previsto
nel nostro sistema scolastico, è quindi un’opportunità da non perdere. L’esperienza
internazionale ci mostra che il quadro normativo è fondamentale per dare impulso allo
sviluppo di questa competenza nella scuola. I risultati di PISA 2018 avevano evidenziato
già che nei paesi in cui l’educazione finanziaria è prevista a scuola, anche con modalità di
insegnamento di natura trasversale, come lo sarà in Italia, non solo i punteggi in financial
literacy sono più elevati, ma anche la correlazione di questi punteggi con quelli delle
discipline di base come la matematica e la comprensione del testo è più elevata. Ciò
suggerisce che laddove l’insegnamento è inserito stabilmente nel curricolo scolastico, le
discipline di base rappresentano un veicolo efficace di trasmissione dell’alfabetizzazione