
(AGENPARL) – mar 17 ottobre 2023 DUENDE
Festival di arti performative e nuove tecnologie
MANIFESTO
Nel tentare di immaginare una tecnologia sempre più autonoma, la drammaturgia ha rappresentato le macchine con due registri: quello dell’inganno e quello della guerra. Manipolazione e violenza: queste sono le qualità che l’uomo bianco immagina di trasferire nella tecnologia che ha creato.
Quasi un secolo dopo l’apparizione sul grande schermo dell’androide di Metropolis (Fritz Lang, 1927), la realtà è ben diversa: l’umanità coabita con le macchine, nuove generazioni crescono in un mondo ibridato con il digitale, le tecnologie simulano in modo sempre più credibile ogni elemento umano utile alla relazione. Nate per faticare, le nuove tecnologie giocano il gioco dell’imitazione. Le chiamiamo “tecnologie empatiche” perché sono in grado di suscitare negli utenti la più umana delle connessioni: quella empatica, per l’appunto.
Poiché nel cuore del teatro si trovano il gioco dell’imitazione e l’incontro empatico, ecco che è il teatro l’arte che efficacemente può integrare le nuove tecnologie, senza porsi troppo seriamente un problema di autenticità: in fondo, a teatro si piange da quasi tre millenni lo stesso morto.
Con queste premesse, nasce DUENDE: più che un festival, un contenitore sperimentale, una nuova dimensione dove il teatro si relaziona con le nuove tecnologie empatiche. Questo è il nostro MANIFESTO:
1. Il digitale è una dimensione contemporanea della cultura e, come tale, il teatro la accoglie.
2. Un teatro vitale è polimorfico, contaminato, aperto e sperimentale per sua natura; mischia linguaggi e strumenti; vive di contaminazioni.
3. L’essenza del teatro, che origina da un caos creativo e termina in un incontro non mediato, è profondamente umana e irreplicabile da tecnologie e sistemi di calcolo.4. Il teatro consta di tre processi: creatività, performance e fruizione. Nessuno di questi è immune all’ibridazione con le nuove tecnologie empatiche.
5. Il teatro origina dalla necessità di vestire creativamente i conflitti e i timori dei gruppi sociali che rappresenta. L’ingresso delle nuove tecnologie apre a scenari ancora da rappresentare.
6. Quello che le tecnologie sono in grado di produrre non è frutto della magia, ma è la moltiplicazione di input di origine umana. Con questa consapevolezza, il teatro indaga la relazione tra umanità e macchine.
7. Il teatro è per sua natura aperto e accogliente, capace di evolvere i suoi linguaggi. Un teatro che si rifiuta, che si richiude, che non trova le parole, che vive di paura e diffidenza, è destinato a essere il passatempo di una “bolla di filtraggio”.
Brescia, Sala Giudici di Palazzo Loggia
Martedì 17 ottobre 2023
COMUNICATO STAMPA
Centro Teatrale Bresciano presenta
Duende
il Festival di arti performative e nuove tecnologie finanziato dal Ministero della Cultura che chiude l’anno di Bergamo Brescia
Capitale Italiana della Cultura.
Prosa contemporanea, installazioni, proiezioni, talk e una web app interattiva.
Dall’1 al 10 dicembre, al Teatro Sociale,
al Cinema Nuovo Eden
e in diversi luoghi della città
Il Centro Teatrale Bresciano presenta Duende. Festival di arti performative e nuove tecnologie, realizzato grazie al finanziamento del Ministero della Cultura per i progetti speciali. Un evento che chiude l’anno di Bergamo Brescia Capitale della Cultura e che si svolgerà dall’1 al 10 dicembre 2023 in diversi luoghi della città di Brescia.
UN CONTENITORE Più che un festival, un contenitore altamente sperimentale che apre a nuove dimensioni di partecipazione dello spettacolo dal vivo con eventi di prosa, installazioni, proiezioni cinematografiche, talk e un’app dedicata per provare nuove modalità di interazione.
Un esperimento innovativo di teatro senza alcuna barriera: reale e digitale, fisica e meta-fisica, linguistica e culturale, di generazione e di appartenenza.
Un luogo dove tecnologie immersive, intelligenze artificiali e metaverso si integrano al corpo dei performer e degli spettatori. Uno spazio di creatività potenziato dall’ingegno della rete, dove nessuno è escluso, dove il teatro è al centro di un mondo ibridato, dove ci si trova per vivere uno spettacolo multidimensionale e immergersi, come comunità, verso un futuro in cui le tecnologie creano comunità rinnovate, solidali, empatiche attraverso l’esperienza artistica potenziata.
Per un teatro universale, inclusivo, connesso.
COSA SIGNIFICA DUENDE Una parola che arriva dallo spagnolo antico duen de casa [mod. dueño de la casa, letteralmente “padrone di casa”] pressoché intraducibile in italiano, ha un significato che si potrebbe rendere così: “Il potere misterioso di un’opera d’arte capace di far commuovere profondamente”.
Duende è dunque la parola che descrive la capacità di una rappresentazione artistica di far percepire la complessità della realtà in un modo più profondo.
IL FESTIVAL DUENDE È:
> PROSA CONTEMPORANEA con una selezione di compagnie e performance di teatro contemporaneo, premiate per la capacità di scrittura, provocatorie, toccanti, coinvolgenti, sperimentali, seguendo il filo rosso del futuro che possiamo raccontare.
Il 4 dicembre alle ore 20.30 il Teatro Sociale ospiterà Mephistopheles. Eine grand tour di Anagoor. Sotto il nome del demone che tentò Faust, Mephistopheles (il dispensatore-di-menzogne secondo una possibile etimologia ebraica), Anagoor raduna il materiale video raccolto tra il 2012 e il 2020 in un unico viaggio per immagini attraverso le lacrime del mondo, musicato in un live set elettronico da Mauro Martinuz. Mephistopheles (colui-che-ha-in-odio-la-luce secondo una possibile etimologia greca) è un Grand Tour nelle zone buie del cosmo, lì dove scaturiscono insieme la tenebra e le sofferenze delle generazioni, il rapporto dell’uomo con la natura, con l’eros, con i compagni animali, con il tempo e con la tecnica, con l’assoluto: l’impossibile.
Il 5 dicembre alle ore 11.00 e alle 20.30 e il 6 dicembre alle ore 11.00, al Teatro Sociale andrà in scena Con la carabina di Licia Lanera già Premio UBU 2022 per migliore regia e miglior nuovo testo straniero. Un testo lucido e imparziale, che fugge dall’idea di dividere categoricamente il mondo in buoni e cattivi, ma analizza i meccanismi culturali e antropologici che fanno scaturire alcuni comportamenti violenti. Uno spettacolo-incubo, un non luogo, in cui ci sono due attori/servi di scena che si fanno ora adolescenti ora adulti ed evocano, attraverso la parola e pochi elementi scenici, la dinamica di una storia atroce.
Il 7 dicembre alle ore 20.30 il Teatro Sociale ospiterà Il ministero della solitudine. Atto unico di e per cinque attori di Lacasadargilla. Uno spettacolo che racconta lo scandalo della solitudine, l’affollamento degli assenti nelle nostre vite, siano essi vivi, deceduti, spettri o tutta la moltitudine degli incontri mancati. Solitudine tutta contemporanea, di un’allegrezza insidiosa e irragionevolmente lieve. Solitudine come atlante di ricordi, catalogo di gesti, per percorrere il mondo e trattenere qualcosa di un noi; solitudine incarnata in alcuni oggetti, quasi dei kit di sopravvivenza: uno scatolone con tutta la vita dentro, un barattolo di miele fatto in casa, una pianta di plastica verde acceso, un set da picnic pronto all’uso, come se fossero sacche di storie, utensili eccessivi e numinosi per un’esistenza fuori dal normale.
L’8 dicembre alle ore 20.30 al Teatro Sociale andrà in scena Of the nightingale I envy the fate di Motus, Premio UBU 2022 per migliore performer under 35. Alla sfera animale, dell’incivile, del selvatico è ricondotto il talento di profetessa di Cassandra. Dalla risposta della “giovane inascoltata” viene il titolo di questa performance-grido, dove la battaglia di Cassandra è rievocata dal corpo-voce di Stefania Tansini nei momenti che precedono la sua ingiusta uccisione come schiava/adultera e ????/straniera. Un rito sciamanico dove si fondono la stereotipica fragilità femminile e il suo spirito di vendetta infuocato, le funeste visioni del futuro, in dialogo con una luce mobile che la insegue e la sfida. Anche il suo linguaggio oscilla, fluido, fra lucidità e mimetismi animali che lo rendono stridore ostinato e dolcissimo.
Il 9 dicembre alle ore 20.30 al Teatro Sociale ci sarà Ok boomer. Anch’io sono uno stronzo di Babilonia Teatri. La visione di questo spettacolo è vietata agli Under18.
Testo vincitore del 14° Premio Riccione “Pier Vittorio Tondelli” 2021, lo spettacolo porta in scena una modalità teatrale che non fa sconti a nessuno e che non sale in cattedra per dividere i buoni dai cattivi, ma affonda mani e piedi nei paradossi che ci circondano e che incarniamo. Lo spettacolo vedrà in scena l’autore del testo che, entrando e uscendo dalla narrazione della vicenda, giocherà con la sua creatura mettendone a nudo i meccanismi e sovrapponendo allo svolgersi dei fatti la sua biografia e le sue riflessioni. La narrazione procederà a singhiozzo, in modo frammentato e prenderà forma sia attraverso la voce degli attori sia attraverso le costruzioni di immagini e azioni sceniche in grado di fare da contraltare al racconto verbale.
Biglietti e abbonamenti per tutti gli spettacoli sono in vendita dal 24 ottobre presso i consueti canali del CTB; maggiori informazioni sono descritte nell’allegato di riferimento di questa cartella stampa.
> ARTE Tecnologie immersive, digitale empatico, realtà aumentata: una mappa di luoghi per sperimentare l’esperienza ibridata tra uomo e digitale, in autonomia o guidati dall’estro di artisti che lavorano sulla frontiera, piegando la potenza tecnologica alla forza della creatività umana.
Dall’1 al 10 dicembre, artisti di punta della scena nazionale e internazionale porteranno a Brescia installazioni ed esperienze multimediali che troveranno spazio in diversi luoghi della città, realizzando veri e proprio padiglioni di arte contemporanea.
I dettagli di queste iniziative verranno dati in seguito attraverso apposita comunicazione.
L’ingresso ai padiglioni sarà libero negli orari d’apertura secondo le modalità che verranno specificate in seguito.
> CINEMA In collaborazione con il Cinema Nuovo Eden, il Festival presenta un calendario di proposte con ospiti d’eccezione, prime in sala, appuntamenti e dibattiti.
Il 6 dicembre alle ore 20.30, il Nuovo Eden ospiterà la prima de Todos los males – Tutto il male possibile con cui la compagnia teatrale Anagoor, Leone d’Argento alla Biennale di Venezia 2018, debutta nella regia cinematografica. Un affresco privato e insieme collettivo in cui si affrontano temi universali come la violenza, l’amore, la religione.
Il 7 e il 10 dicembre alle ore 11.00 è la volta di Climate space. Connessioni future, una selezione di cortometraggi dal mondo per riflettere sul futuro della cultura e delle comunità umane, tra cambiamento climatico e nuove frontiere tecnologiche. Le proiezioni sono curate da Francesco Cara, attivista per il clima, già parte del team Climate Reality Project guidato dall’ex vice-presidente americano e premio Nobel per la pace Al Gore e co-autore del volume “Ecologie digitali”.
Il 10 dicembre alle ore 20.30 ci sarà la prima visione di Coma una lettera aperta di Bertrand Bonello a sua figlia, condannata all’inoperosità nella sua camera perché fuori una pandemia infuria e il mondo si è fermato. Il film comincia con un testo che scorre sulla parte bassa dello schermo commentando l’estinzione di ogni attività umana a causa del Covid. Tutto il mondo è sospeso in un limbo, solo in faccia a se stesso, chiuso in casa, preso da futili occupazioni, imbarcato a bordo del proprio secolo come dentro un sogno.
Biglietti in vendita con prenotazione obbligatoria presso Cinema Nuovo Eden; maggiori informazioni sono descritte nell’allegato di riferimento di questa cartella stampa.
> APPUNTAMENTI SPECIALI Incontri con gli artisti insieme a spettatori e professionisti delle arti e dello spettacolo del prossimo futuro, sempre aperti al pubblico. Il Festival accoglie e si sposta anche nelle scuole. I protagonisti degli eventi in programma incontrano gli studenti con talk che coinvolgeranno artiste bresciane di diverse generazioni a confronto su come le nuove tecnologie modificano il loro processo creativo, il rapporto con il pubblico, le prospettive professionali.
Il programma di questa sezione del Festival sarà comunicato in seguito attraverso apposita comunicazione.
Tutti gli appuntamenti sono a ingresso libero.
Per i gruppi scolastici, è obbligatorio prenotare presso l’Ufficio scuole del CTB:
> UNA WEB APP INTERATTIVA E UN SECRET PARTY Un’app dedicata al festival, con tutte le informazioni sugli eventi e le location, contenuti speciali, modalità di gamification, la possibilità di prenotare le esperienze digitali, contenuti da sbloccare per esperienze di realtà aumentata, curiosità e notizie sugli artisti e le compagnie, contest speciali, video-contenuti dedicati e la possibilità di accedere all’evento segreto. L’app dedicata sarà disponibile da metà novembre e offrirà la possibilità di accedere al party conclusivo del Festival che si terrà il 10 dicembre in un luogo segreto della città, che verrà comunicato a coloro che faranno l’accesso all’applicazione.
I dettagli di queste iniziative verranno dati in seguito, attraverso apposita comunicazione.
INFORMAZIONI
Festival Duende
duendefestival.it
centroteatralebresciano.it
instagram @duende_festival
Informazioni
Centro Teatrale Bresciano:
Ufficio stampa
Centro Teatrale Bresciano
Veronica Verzeletti
centroteatralebresciano.it
DUENDE
Appunti per un teatro trasformabile
Che l’essenza del teatro risieda nel valore dell’incontro è tutto ciò che possiamo affermare con certezza sul teatro. Indefinibile per localizzazione, per struttura, per elementi e per effetti collaterali, da millenni sopravvive grazie al fatto di essere di per sé inanimato: prende vita solo nel tempo della rappresentazione. La natura del teatro è tanto eterea quanto vitale. Non esiste di per sé, ma necessità di un medium, che raramente è singolare: dunque, di media. Non mass media, certo: più che di massa, il teatro è un fatto di comunità. Al minimo, di due elementi, poli opposti tra i quali transita un messaggio, un pacchetto di dati multimediali recepiti attraverso i sensi, seppur privi di sensori. Ben prima di internet, il teatro è stato tessitore di reti, enciclopedia libera di storie, bestiario dell’umano e del divino. Il teatro può contenere l’incontenibile poiché non lo limita, ma si plasma su di esso, moltiplicando le dimensioni e accogliendo ogni possibile linguaggio narrativo. Ogni storia singolare, modellata per diventare universale, è l’output artificiale di un’intelligenza creativa, antica quanto attuale. Il teatro era teatro prima di entrare dentro il teatro giacché, prima di essere un luogo, è un bisogno umano necessario alla sopravvivenza. Se esiste un’arte affine alle tecnologie della comunicazione, essa è proprio il teatro, nella sua più integra autenticità: la connessione tra esseri umani. Si è fatto teatro prima di saper fare un fuoco, dopo aver costruito la prima città, si è praticato il teatro per avere cibo e accoglienza, si è performato su assi di legno, alla luce delle lampade a gas, sotto le bombe e sopra le macerie. Il teatro dentro ai teatri non è che una minima parte: oggi il teatro è uscito anche dal reale e popola il digitale. Le macchine create inizialmente per sostituirsi agli esseri umani nella fatica del lavoro, sono state invece addestrate per imitare la creazione di storie, per replicare le voci dei performer, per clonare le espressioni del viso, le intenzioni del linguaggio, per ingannare i sensi e sospendere l’incredulità. Creata per faticare, la tecnologia preferisce il mondo dello spettacolo. Fino a qui, il teatro non si è fatto alcun riguardo a sconfinare nel digitale. E ora che il digitale vuole far parte del gran teatro del mondo, non sarà forse il caso di aprire una nuova dimensione? In fondo, come diceva Bertold Brecht, “il mondo d’oggi può essere espresso anche per mezzo del teatro, purché sia visto come un mondo trasformabile”.
Nadia Busato Direttrice artistica del festival
Biglietteria
> Spettacoli di prosa in vendita dal 24 ottobre 2023
Abbonamento a 4 spettacoli** intero 50€ridotto Under25 30€
Abbonamento a 5 spettacoli intero 60€
Biglietti intero 15€ ridotto Under25 10€
**da questo abbonamento è escluso lo spettacolo Ok boomer. Anche io sono uno stronzo la cui visione è vietata ai minori di 18 anni.
Acquisto presso:
– Biglietteria del Teatro Sociale Via Felice Cavallotti, 20 – Brescia
> da martedì a sabato dalle ore 16.00 alle 19.00
> domenica dalle ore 15.30 alle 18.00 solo nei giorni di spettacolo
> 30 minuti prima dell’inizio di ogni spettacolo saranno in vendita esclusivamente i biglietti per la serata stessa.
– Punto vendita CTB Piazza della Loggia, 6 – Brescia
> da martedì a venerdì ore 10.00 – 13.00 (escluso i festivi)
– Biglietteria telefonica
Si informa che agli acquisti effettuati telefonicamente e pagati con carta di credito verrà applicata la maggiorazione pari al 2,5% del costo dell’abbonamento o biglietto.
– On-line sul sito http://www.vivaticket.it e in tutti i punti vendita del circuito VIVATICKET
> Cinema
Biglietto unico 4,50 €
Prenotazione obbligatoria presso Cinema Nuovo Eden: via Nino Bixio 9, Brescia o sul sito nuovoeden.it
Bresciamusei.com/musei-e-luoghi/cinema-nuovo-eden/
> Arte
I padiglioni d’arte e le installazioni saranno gratuiti.
Per gli orari d’apertura e le modalità di fruizione si rimanda a successive comunicazioni
> Talk
L’ingresso è libero.
Per i gruppi scolastici la prenotazione è obbligatoria presso l’Ufficio scuole del CTB:
DUENDE day by day
Calendario | Prosa e Cinema
Lunedì
4 dicembre PROSA
Ore 20,30
Teatro Sociale
Mephistopheles
Anagoor Martedì
5 dicembre PROSA
Ore 11
Teatro Sociale
Con la Carabina
Compagnia Licia Lanera PROSA
Ore 20.30
Teatro Sociale
Con la Carabina
Compagnia Licia Lanera Mercoledì
6 dicembre PROSA
Ore 11
Teatro Sociale
Con la Carabina
Compagnia Licia Lanera CINEMA
Ore 20.30
Nuovo Eden
Todos los males
Tutto il male possibile
Anagoor Giovedì
7 dicembre
CINEMA
Ore 11
Nuovo Eden
Climate space. Connessioni future PROSA
Ore 20.30
Teatro Sociale
Il Ministero della Solitudine
Lacasadargilla Venerdì
8 dicembre
PROSA
Ore 20.30
Teatro Sociale
Of the nightingale I envy the Fate
Motus Sabato
9 dicembre
PROSA
Ore 20.30
Ok Boomer. Anch’io sono uno stronzo
Babilonia Teatri Domenica
10 dicembre
CINEMA
Ore 11
Nuovo Eden
Climate space. Connessioni future CINEMA
Ore 20,30
Nuovo Eden
Coma
Bertrand Bonello SECRET PARTY
dalle 21.30 alle 00.30
Festa di chiusura del Festival – Dj setPrenotazione obbligatoria tramite l’app del festival o sul sito duendefestival.it
Segui il Festival su:
duendefestival.it
centroteatralebresciano.it
instagram @duende_festival
4 dicembre ore 20.30 | Teatro Sociale
MEPHISTOPHELES
eine Grand Tour
written and directed by Simone Derai
music and live set Mauro Martinuz
editing Simone Derai
direction of photography Giulio Favotto
assistant director Marco Menegoni
production Anagoor 2020
coproduction Kunstfest Weimar*, Theater an der Ruhr**, Fondazione Donnaregina per le arti contemporanee / Museo Madre***, Centrale Fies, Operaestate Festival Veneto. In collaboration with Fondazione Campania dei Festival – Napoli Teatro Festival Italia, Orto botanico and Villa Parco Bolasco – Università di Padova
*supported by Thuringian Ministry of Environment, Energy and Nature Conservation; **supported by the Ministry of Culture and Science of North Rhine-Westphalia; ***funded by POC Regione Campania 2014-2020
“Tutto questo e varie altre circostanze concomitanti mi spingono e mi costringono a smarrirmi in regioni del mondo ove nessuno mi conosca. Parto solo, sotto nome incognito, e da quest’impresa apparentemente stravagante mi riprometto il meglio possibile.”
Così Goethe in una lettera al duca Karl August del 2 settembre 1786 annuncia il suo Grand Tour; partirà da Karlsbad il giorno seguente, verso le 3 del mattino, munito di un passaporto falso che recava il nome di Philipp Möller.
Sotto il nome del demone che tentò Faust, Mephistopheles (il dispensatore-di-menzogne secondo una possibile etimologia ebraica), Anagoor raduna il materiale video raccolto tra il 2012 e il 2020 in un unico viaggio per immagini attraverso le lacrime del mondo, musicato in un live set elettronico da Mauro Martinuz. Mephistopheles (colui-che-ha-in-odio-la-luce secondo una possibile etimologia greca) è un Grand Tour nelle zone buie del cosmo, lì dove scaturiscono insieme la tenebra e le sofferenze delle generazioni, il rapporto dell’uomo con la natura, con l’eros, con i compagni animali, con il tempo e con la tecnica, con l’assoluto: l’impossibile.
La materia cinematografica di spettacoli teatrali come Lingua Imperii, Virgilio Brucia, Socrate il sopravvissuto, Faust, Orestea, è composta da immagini profeticamente raccolte nei musei e nei templi, nelle case di cura per anziani e negli allevamenti intensivi, tra macellai, pastori e pellegrini, in India, in Iran, ad Olimpia, sulla ferita campagna veneta e sul Vesuvio. L’enorme quantità di materiale inedito trova nuova composizione in questo volo e caduta in forma di concerto cum figuris.
5 dicembre ore 11.00 e 20.30 | Teatro Sociale
6 dicembre ore 20.30 | Teatro Sociale
CON LA CARABINA
di Pauline Peyrade
con Danilo Giuva e Ermelinda Nasuto
regia e spazio Licia Lanera
traduzione Paolo Bellomo
luci Vincent Longuemare
sound design Francesco Curci
costumi Angela Tomasicchio
aiuto regia Nina Martorana
produzione Compagnia Licia Lanera
in coproduzione con POLIS Teatro Festival
in collaborazione con Angelo Mai
si ringrazia E Production
Premio UBU 2022 MIGLIOR REGIA a Licia Lanera
Premio UBU 2022 MIGLIOR TESTO STRANIERO/SCRITTURA DRAMMATURGICA (messi in scena da compagnie o artisti italiani)
Una bambina di 11 anni – che un tribunale francese ha riconosciuto consenziente allo stupro che ha subito da parte di un amico del fratello maggiore – decide, diventata donna, di farsi giustizia da sola. La storia è continuamente divisa tra passato e presente: il primo ambientato in un luna park, il secondo a casa della donna. In entrambi i luoghi si consuma una violenza, ma i ruoli sono invertiti.
Con la carabina è un testo lucido e imparziale, che fugge dall’idea di dividere categoricamente il mondo in buoni e cattivi, ma analizza i meccanismi culturali e antropologici che fanno scaturire alcuni comportamenti violenti. Questa analisi, insieme ad una scrittura viva e affascinante, sono gli elementi che hanno portato la regista Licia Lanera prima ad abitarlo, poi a patirlo e infine a metterlo in scena. Ne è venuto fuori uno spettacolo-incubo, un non luogo, in cui ci sono due attori/servi di scena che si fanno ora adolescenti ora adulti ed evocano, attraverso la parola e pochi elementi scenici, la dinamica di una storia atroce.
Lo spettacolo è claustrofobico e violento, si muove scandito dalle luci di un set fotografico che muta continuamente per mano degli attori stessi. Pensato per luoghi piccoli in cui la distanza del pubblico dallo spazio scenico è minima, la prospettiva dello spettatore, quindi, è vicina e continuamente disturbata dalle piantane luci che lo mettono nello scomodo e allo stesso tempo pruriginoso ruolo di colui che spia il privato più privato. Davanti ad esso si intervalla il gioco all’orrore, la giovinezza alla morte; è un’orrenda stanza dei giochi, uno Squid Game in cui chi ha pagato il biglietto può guardare da vicino uno stupro o una morte. Non ci sono vincitori in questa ruota infernale, ma solo lo specchio di una società che ha fallito clamorosamente. Tra conigli, giocattoli e canzoni di Billie Eilish sfila una storia come tante, una storia miserabile per cui è impossibile non provare pena e profondo dolore.
7 dicembre ore 20.30 | Teatro Sociale
IL MINISTERO DELLA SOLITUDINE
uno spettacolo di lacasadargilla
parole di e con Caterina Carpio, Tania Garribba, Emiliano Masala, Giulia Mazzarino, Francesco Villano
drammaturgia del testo Fabrizio Sinisi
regia Lisa Ferlazzo Natoli e Alessandro Ferroni
drammaturgia del movimento Marta Ciappina
cura dei contenuti Maddalena Parise
spazio scenico e paesaggi sonori Alessandro Ferroni
luci Luigi Biondi
costumi Anna Missaglia
produzione Emilia Romagna Teatro ERT / Teatro Nazionale, Teatro di Roma-Teatro Nazionale, Teatro Metastasio di Prato
Lo spunto dello spettacolo nasce da una notizia di cronaca politica internazionale. Nel gennaio 2018, la Gran Bretagna ha nominato ufficialmente un ministro della Solitudine, il primo al mondo, per far fronte ai disagi che questa può? provocare a livello emotivo, fisico e sociale. L’anno successivo viene inaugurato il relativo Ministero, «istituzione dalla natura politicamente ambigua e dalle finalità? incerte».
A partire da questa vicenda, la compagnia lacasadargilla inaugura una riflessione su un luogo – reale e immaginifico – capace di operare con linguaggi e dispositivi narrativi intorno ai desideri, ai rimossi e alle immaginazioni di un’epoca che sempre più? richiede di ragionare con cura sulle comunità? dei viventi.
Una scrittura originale di, con e per cinque attori, strutturata per flash, incontri, incidenti e costituita da partiture fisiche all’orlo di una danza. Una storia che indaga la solitudine innanzitutto come incapacità?, come difficolta? del desiderio – oggetto non controllabile per definizione – a trovare una corrispondenza, avendo in se? una speranza troppo alta, spericolata o eccessiva, per potersi mai realizzare. O ancora quella solitudine in cui si sprofonda perché? ciò? che e? successo e? irrecuperabile, e non interessa a nessuno.
Scrive lacasadargilla: Come si classifica una persona sola? C’e? un sussidio di solitudine? In cosa consiste e chi ne ha diritto? Con cosa bisogna coincidere per essere definiti soli e dunque appartenere a una categoria riconosciuta? E? lo scandalo della solitudine. E? l’affollamento degli assenti nelle nostre vite, siano essi vivi, deceduti, spettri o tutta la moltitudine degli incontri mancati. Solitudine tutta contemporanea, di un’allegrezza insidiosa e irragionevolmente lieve. Solitudine come atlante di ricordi, catalogo di gesti, per percorrere il mondo e trattenere qualcosa di un noi; solitudine incarnata in alcuni oggetti, quasi dei kit di sopravvivenza: uno scatolone con tutta la vita dentro, un barattolo di miele fatto in casa, una pianta di plastica verde acceso, un set da pic-nic pronto all’uso, come se fossero ‘sacche di storie’, utensili eccessivi e numinosi per un’esistenza fuori dal normale.
8 dicembre ore 20.30 | Teatro Sociale
OF THE NIGHTINGALE I ENVY THE FATE (DELL’USIGNOLO INVIDIO LA SORTE)
ideazione e regia Daniela Nicolò e Enrico Casagrande con Stefania Tansini
drammaturgia Daniela Nicolò
suono dal vivo Enrico Casagrande
ambienti sonori Demetrio Cecchitelli
disegno luci Theo Longuemare
brano musicale R.Y.F. (Francesca Morello)
props in lattice _vvxxii
abito Boboutic Firenze
illustrazione Lilsis.art
grafica Federico Magli
video Vladimir Bertozzi
una produzione Motus con TPE / Festival delle Colline Torinesi
residenze artistiche ospitate da Lavanderie a vapore Torino, Centro nazionale di produzione della danza Virgilio Sieni, AMAT Marche
con il supporto di MiC, Regione Emilia-Romagna
Dell’usignolo io invidio la sorte, gli dèi di ali lo hanno fornitoe di un canto dolcissimo che copre ogni lamento,
mentre a me il fato ha riservato d’essere squartata
da una tremenda scure a doppio taglio…
(Cassandra, Orestea)
Alla sfera animale, dell’incivile, del selvatico è ricondotto il talento di profetessa di Cassandra. Nell’Orestea il corifeo paragona il suo lamento incomprensibile al canto di un usignolo: dalla risposta della “giovane inascoltata” viene il titolo di questa performance-grido, dove la battaglia di Cassandra è rievocata dal corpo-voce di Stefania Tansini nei momenti che precedono la sua ingiusta uccisione come schiava/adultera e ????/straniera. Un rito sciamanico dove si fondono la stereotipica fragilità femminile e il suo spirito di vendetta infuocato, le funeste visioni del futuro, come la prodezza animale, l’eleganza del gesto e dello sbattere di ciglia – usignolo ibridato da piume tropicali che si rifrange in uno spazio alterato – in dialogo con una luce mobile (d’oltremondo?) che la insegue e la sfida. Anche il suo linguaggio oscilla, fluido, fra lucidità e mimetismi animali che lo rendono stridore ostinato e dolcissimo. Dopo il viaggio agli inferi, torna in superficie trasformata e nutrita dalle larve serpentine della terra, via i piumaggi leggeri, emerge a testa bassa pronta per continuare, perché ancora una volta, non era previsto che noi sopravvivessimo, come scrive una combattente/Cassandra come Audre Lorde.
Per quelle di noi che vivono sul margine
ritte sull’orlo costante della decisione
ostinate e sole
(Audre Lorde, Litania per la sopravvivenza)
9 dicembre ore 20.30 | Teatro Sociale
OK BOOMER ANCH’IO SONO UNO STRONZO
testo Nicolò Sordoregia, scene, adattamento del testo Babilonia Teatricon Nicolò Sordo, Filippo Quezeldirezione di scena, video ed audio editing Luca Scottondisegno luci Babilonia Teatri, Luca Scottonartwork di scena a cura di Riccardo Raffinfoto di Eleonora Cavallocoproduzione La Piccionaia, Fondazione Sipario Toscana, Romaeuropa Festival
Spettacolo vietato al pubblico Under18; presenza di nudo integrale in scena
Testo vincitore 14° Premio Riccione “PIER VITTORIO TONDELLI” 2021 – in coproduzione con Riccione Teatro
Il testo nasce da un fatto vero: io cerco sempre di fare cose che nascono da fatti che mi riguardano e tanti anni fa mia madre lavorava per una catena di negozi di sport, dove il sabato praticamente tutti quelli che entravano venivano solo a rubare e nessuno comprava niente. Da questo fatto ho scritto questo testo che parla del consumismo, del capitalismo e anche del ruolo delle persone giovani che hanno poca voce.
Nicolò Sordo
Babilonia Teatri incontra una scrittura affine al suo modo di guardare il mondo e di raccontarne le sue contraddizioni.
Una modalità che non fa sconti a nessuno e che non sale in cattedra per dividere i buoni dai cattivi, ma affonda mani e piedi nei paradossi che ci circondano e che incarniamo.
Lo spettacolo vedrà in scena l’autore del testo che, entrando e uscendo dalla narrazione della vicenda, giocherà con la sua creatura mettendone a nudo i meccanismi e sovrapponendo allo svolgersi dei fatti la sua biografia e le sue riflessioni.
La narrazione procederà a singhiozzo, in modo frammentato e prenderà forma sia attraverso la voce degli attori sia attraverso la costruzione di immagini e azioni sceniche in grado di fare da contraltare al racconto verbale.
Ok boomer racconta il sabato pomeriggio, in un negozio di articoli sportivi di un centro commerciale, ladruncoli di ogni genere prendono d’assalto tutto ciò che gli capita a tiro.
Un ragazzino, beccato a rubare un paio di Nike Air, porta accidentalmente alla luce una realtà ben più torbida che si cela nel seminterrato del negozio: un laboratorio dove lavorano persone sfruttate ridotte in schiavitù.
Un manipolo di eroi improvvisati cerca disperatamente di salvarli, ma solo per salvare se stessi e le proprie esistenze mediocri.
Una finta lotta al capitale, un rimpallo di colpe tra boomers che scaricano la responsabilità del loro ennesimo fallimento sul ragazzino adolescente.