
(AGENPARL) – mar 29 agosto 2023 Quarta Soft Power Conference
Venezia – Lunedì 28 agosto 2023
Intervento del Sindaco di Cervia Massimo Medri
La Salina di Cervia: ieri, oggi e domani.
La città di Cervia oggi fonda la propria economia prevalente sul turismo: il nuovo
insediamento a ridosso del mare risale alla fine del ‘600 quando l’unica fonte di reddito era
la produzione del sale accompagnato da un’agricoltura caratterizzata da colture
espansive.
Una città fondata utilizzando in gran parte il materiale proveniente dal vecchio
insediamento in mezzo alle saline spostato con una “Bolla” dell’allora Papa Innocenzo XII
per ragioni di salubrità ambientale.
All’inizio del ‘900 con l’affermazione del turismo la città si è sviluppata; sono nati i primi
alberghi, i primi insediamenti balneari, sono cresciute le attività commerciali; ma Cervia ha
fondato il suo sviluppo dandosi e mantenendo degli obiettivi attraverso strumenti di
programmazione e progetti di lungo respiro.
In questa visione programmatica ha sempre prevalso un’impostazione dove il paesaggio è
stato un elemento connettivo del territorio e il verde urbano un fondamento strutturale.
Di qui la scelta di preservare e valorizzare gli 820 ettari della salina, gli oltre 300 ettari di
boschi e pinete e i 150.000 alberi protetti e messi a dimora.
Le saline di Cervia sono una cerniera fondamentale di congiunzione fra città della costa e
forese; e rappresentano un equilibrio fondamentale nelle dinamiche ambientali non solo
della nostra città (Riserva naturale dello Stato, Zona Ramsar, Porta sud del Parco del
Delta del Po).
Infatti il delicato funzionamento del sistema di circolazione delle acque a circuito chiuso
(l’acqua prelevata dal mare entra da un canale immissario nella zona di Milano Marittima
ed esce, dopo essersi depositata nella vasche di evaporazione, dal Porto Canale di
Cervia) condiziona la stessa salubrità del clima per un comparto che si estende molto oltre
gli 820 ettari delle Saline.
Lo dimostra che durante il periodo di allagamento di acqua dolce abbiamo avuto una
proliferazione devastante di insetti di varia natura che hanno invaso abitazioni private e
imprese commerciali lungo tutte le zone limitrofe.
Nell’ultima disastrosa alluvione del maggio u.s. le Saline hanno salvato gran parte della
Città di Cervia facendo da cassa di espansione per l’acqua proveniente dalla rottura
dell’argine del fiume Savio; ma nello stesso tempo hanno subito danni enormi sia dal
punto di vista ambientale che economico; ovviamente è saltata la produzione del sale per
l’annata 2023 ed è a rischio anche la raccolta per il 2024 se non si interverrà rapidamente
nel ripristino delle condizioni originali.
Ovviamente abbiamo già chiesto a Regione e Governo, vista anche la proprietà statale in
concessione al Comune di Cervia fino al 2057, di stanziare le somme sufficienti per il
ripristino; è scattata una grande solidarietà locale e nazionale che ci permette già dai
prossimi giorni di avviare i primi lavori di rifacimento degli argini e di pulizia delle vasche.
Ma non ci fermiamo all’emergenza di quest’ultimo evento estremo; stiamo lavorando
insieme all’Università di Bologna, ad Arpae, al Parco Delta del Po, al
Ministero………………per affrontare un piano di fattibilità che metta in sicurezza questo
comparto per il futuro.
Di fronte al ripetersi di fenomeni estremi, ai cambiamenti climatici in corso di evoluzione
molto rapida e imprevedibile, agli sconvolgimenti territoriali che rischiano di cambiare la
naturale evoluzione del paesaggio, occorre, secondo noi, ripensare non solo ai modelli di
protezione ma anche alla stessa organizzazione del territorio e dei servizi.
Per noi, da sempre, l’acqua è stata fonte di vita.
Vogliamo che continui ad esserlo senza soffocarla e senza farci travolgere; per questo
vogliamo mettere insieme competenza e ruoli diversi superando i confini dei vari Enti e
costruendo un progetto che partendo dal paesaggio esalti il lavoro dell’uomo, preservi gli
habitat naturali e metta in sicurezza le popolazioni che vivono lungo i bacini idrografici.
Per raggiungere questi obiettivi occorre partire dalla consapevolezza che esista
un’emergenza climatica e che, nel prenderne atto, è necessario un approccio globale e
sistemico.
Per difendere le nostre Saline non basta una cassa di espansione per evitare che l’acqua
dolce invada il nostro territorio; ma occorre che i fiumi di monte e di valle possano scorre
nel loro alveo senza intoppi e creando valvole di sfogo; e altri esempi di questo genere si
potrebbero fare.
Noi siamo impegnati in questo lavoro che prevede due fasi: la prima di rigenerare le
Saline in breve tempo perché tornino a produrre sale e conseguentemente a ricostruire
l’equilibrio ecologico necessario per la biodiversità del sito; in secondo luogo un master
plan in grado di prevedere interventi futuri di carattere strutturale per adattare l’intero
comparto ai cambiamenti climatici in atto.
Tutto ciò si presuppone uno sforzo straordinario delle istituzioni sia dal punto di vista
progettuale che finanziario. I Comuni, per quanto virtuosi, non possono farcela da soli.