
(AGENPARL) – mer 11 gennaio 2023 Consiglio della Provincia autonoma di Bolzano
[Lavori Consiglio: Niente assistenza economica a chi delinque, no alla leva obbligatoria](https://www.consiglio-bz.org/it/attualita/cs-consiglio-attuali.asp?art=Suedt672555)
Consiglio -Proposte di Fratelli d’Italia e Süd-Tiroler Freiheit.
Con la [mozione n. 649/22:](http://www2.consiglio-bz.org/it/banche_dati/atti_politici/idap_scheda_atto.asp?pagetype=fogl&app=idap&at_id=672077&blank=Y) Stop assistenza economica a chi commette reati, Marco Galateo (Fratelli d’Italia), evidenziando che alle famiglie ed alle persone singole che dispongono di un reddito insufficiente è concesso dalla Provincia di Bolzano un aiuto finanziario, oltre a consulenza ed assistenza per il superamento della situazione di bisogno e che tra le principali misure di sostegno vi è il “reddito minimo di inserimento”, per garantire alle persone impossibilitate a provvedere al mantenimento proprio e del proprio nucleo familiare il soddisfacimento dei bisogni fondamentali di vita riguardanti alimentazione, abbigliamento, igiene e salute, aggiungeva che altre forme di sussidio erogate dalla Provincia sono il “contributo al canone di locazione e per le spese accessorie”, “l’assegno per le piccole spese personali”, l’assegno per la “continuità della vita familiare e domestica” quello per la “vita indipendente e partecipazione sociale”, il sussidio per “l’acquisto e adattamento di veicoli”, il sostegno per il “servizio di telesoccorso e telecontrollo”. Si tratta, ha spiegato, di prestazioni con carattere di temporaneità erogate mensilmente, in base alla valutazione del reddito familiare. Segnalando poi l’escalation di violenza e di atti di criminalità che colpivano con sempre maggior frequenza il territorio, ha aggiunto che era necessario cambiare passo e smettere di erogare contributi e sussidi a chi delinque ed a chi non si attiene alle norme di civile convivenza: ci doveva essere un criterio di premialità per chi si comporta bene ma, dall’altra parte, anche sanzioni pecuniarie, la mancata erogazione di aiuti o la non assegnazione degli alloggi sociali per chi non rispetta le regole. Egli ha quindi proposto di invitare la Giunta provinciale a individuare interventi concreti e risolutivi in grado di incidere sulle misure di sostegno prevedendo l’impossibilità di accedere all’assistenza economica provinciale o la revoca della stessa per coloro che commettono reati che destano particolare allarme sociale.
Diego Nicolini (Movimento 5 Stelle) ha ringraziato Galateo per aver fatto riferimento al reddito minimo di inserimento, complementare al reddito di cittadinanza – attaccato spesso ideologicamente – rispetto al quale ha prestazioni più generose e meno vincoli. Garantire il senso di sicurezza, ha aggiunto, è tuttavia uno dei compiti del Governo centrale, e l’entrata in vigore della riforma Cartabia, che ha stralciato il perseguimento d’ufficio di numerosi reati, creava maggiore insicurezza. In merito al reddito di inserimento, erano stati previsti maggiori controlli e l’esclusione di chi non aveva residenza decennale, cosa su cui egli non era d’accordo: esso era garantito anche con la residenza di un anno e un giorno, ed era strano che la lega non l’avesse mai rilevato, concentrandosi sulle critiche al reddito di cittadinanza.
La criminalità in provincia, negli ultimi anni, era aumentata, e i cittadini si aspettavano che la politica intervenisse, ha detto Sven Knoll (Süd-Tiroler Freiheit), ricordando che chi aveva lanciato i primi allarmi era stato criticato. Andava detto che al 90% chi era coinvolto in episodi di criminalità erano stranieri, ma se si fosse tolto loro un alloggio, la situazione sarebbe ulteriormente peggiorata, con queste persone in istrada: la risposta poteva essere solo l’espulsione di chi commette reati. Galateo avrebbe potuto proporre questo a Roma.
Ammettendo che il problema di bande con comportamenti criminali, in particolare a Bolzano e Merano, Paul Köllensperger (Team K) ha aggiunto che quanto proposto nella mozione non era una soluzione; se non c’era l’integrazione, la formazione di bande era favorita, se mancavano lavoro e reddito era facile il passaggio alla criminalità, indipendentemente dal Paese d’origine. Togliere gli aiuti sociali non serviva, era un’ulteriore discriminazione e aumentava la criminalità, a scapito della pace sociale. Si sarebbe dovuto investire invece su inclusione e integrazione.
Riccardo Dello Sbarba (Gruppo verde) ha detto a Galateo che quanto proposto era già nella riforma Fornero, legge 92/2012, ma la Corte costituzionale l’aveva cancellato. In quanto alla definizione di “allarme sociale” riferita alla criminalità, nella legge Fornero esso faceva riferimento addirittura ad associazioni di stampo mafioso, e ciononostante la Consulta l’aveva bocciato: questo, anche perché tali forme di assistenza riguardavano l’intera famiglia, che di fatto veniva punita per i comportamenti di un singolo. Inoltre, il sostegno sociale a persone indigenti serviva anche al reintegro del reo. Il tema della violenza e della criminalità era serio, ma c’erano norme e regole da rispettare senza violare i diritti costituzionali.
Massimo Bessone (Lega Salvini Alto Adige Südtirol) ha ringraziato Galateo per la mozione: importante era dare sostegno a chi ha bisogno, ma anche controllare a chi andava questo sostegno. La Lega aveva proposto modifiche al regolamento IPES al fine di revoca a chi aveva commesso reati, ma questo non era stato accettato; vero è che tutti dovevano avere una possibilità, ma chi delinque deve pagare, e pagare caro. nella case IPES ci sono persone che si comportano bene ma hanno paura di altri inquilini che delinquono, e questo ha come concausa anche l’incertezza della pena, al di là di italiani o stranieri. Egli ha chiesto maggiore chiarezza nella parte deliberante, relativamente ai reati, e annunciato voto a favore.
Magdalena Amhof (SVP) ha ricordato che se ne era già parlato nell’ambito ella discussione della norma sull’edilizia sociale, concludendo che al fine di punire chi delinque esistono luoghi deputati, ovvero i tribunali: non era compito del Consiglio provinciale. Chi aveva già pagato le sue colpe non poteva essere punito una seconda volta venendo privato di un alloggio, inoltre penalizzando la sua famiglia.
L’ass. Waltraud Deeg ha ribadito che del tema si era già parlato, e sottolineato che il desiderio di vivere sicuri andava preso sul serio, a questo serviva anche lo Stato di diritto. La Provincia, ha aggiunto, non aveva competenze nell’ambito del penale e non poteva introdurre sanzioni aggiuntive a quelle previste dallo Stato. Opportuno è invece lavorare soprattutto sulla prevenzione, che permette di raggiungere molto di più rispetto a misure come quelle proposte. L’assessora ha quindi invitato a evitare principi di discriminazione, nonché penalizzazioni estese al nucleo famigliare, e sollecitato Galateo ad avanzare proposte in ambito penale alla sua stessa maggioranza al Governo. Galateo ha replicato che non era stata letta bene la sua proposta: egli non proponeva di togliere a qualcuno al casa o di punire i suoi famigliari: chiedeva di promuovere progetti diversi, per non mettere nella stessa graduatoria chi si comportava bene e chi delinqueva. In quanto all’invito a rivolgersi a Roma, egli non poteva chiedere al Governo che la Provincia di Bolzano intervenisse in un certo senso. Aveva lasciato appositamente la parte dispositiva generica, per permettere alla Giunta di decidere come intervenire: bocciare la mozione significava però non voler decidere. Messa in votazione, la mozione è stata respinta con 10 sì e 21 no.
Con la [mozione n. 651/22:](http://www2.consiglio-bz.org/it/banche_dati/atti_politici/idap_scheda_atto.asp?pagetype=fogl&app=idap&at_id=672396&blank=Y) No alla leva obbligatoria (in qualsiasi forma) nella Provincia autonoma di Bolzano!, Sven Knoll (Süd-Tiroler Freiheit) ha ricordato che il Governo intende introdurre un servizio militare volontario di 40 giorni, tanto che alcuni senatori hanno presentato un disegno di legge in tal senso, predisposto dal presidente del Senato Ignazio La Russa, esponente del partito di Governo “Fratelli d’Italia”: con la “mini leva”, i giovani dovrebbero “imparare cos’è l’amore per l’Italia”, e per chi parteciperà a questo addestramento intensivo “tricolore” sono previsti incentivi quali punti per la maturità, crediti formativi in più per la laurea e vantaggi nei concorsi pubblici. Knoll ha aggiunto che il promotore della legge, Ignazio La Russa, “è un personaggio dal passato discutibile. All’inizio della pandemia di Covid, fu lui che suggerì di fare il saluto romano al posto della stretta di mano. La casa di La Russa, un uomo che dice di non essere antifascista, è piena di cimeli del ventennio”. L’iniziativa mirerebbe quindi chiaramente all’introduzione di una “guardia nazionale” obbligatoria ovvero alla riattivazione dell’obbligo di leva, al quale si dice favorevole anche la Lega di Salvini. Ricordando che a suo tempo, nel 2005, la sospensione del servizio di leva in Italia e l’introduzione di un esercito di professionisti fu una buona notizia per la provincia di Bolzano, perché fino ad allora generazioni di giovani sudtirolesi avevano dovuto giurare fedeltà a uno Stato che non era il loro e perché il servizio militare per lo Stato italiano era spesso percepito come un’imposizione e una perdita di tempo, tanto più che i ragazzi sudtirolesi subivano di continuo angherie e soprusi, e veniva costantemente negato loro il diritto all’uso della propria madrelingua, nonché che con l’abolizione della leva obbligatoria in provincia si erano liberati anche numerosi alloggi in uso a militari che nel frattempo vengono utilizzati in altro modo, e che la leva obbligatoria causa ingenti danni all’economia, in quanto giovani lavoratori per quasi un anno vengono sottratti al loro impiego e quindi alle aziende ovvero al mercato del lavoro, il presentatore ha chiesto al Consiglio della Provincia autonoma di Bolzano di deliberare quanto segue (1) il Consiglio provinciale si dichiara contrario al ripristino in qualsiasi forma della leva obbligatoria in Italia; (2) il Consiglio provinciale incarica la Giunta provinciale – nel caso in cui il Governo dovesse nonostante tutto introdurre il servizio di leva – di ottenere una deroga per la Provincia autonoma di Bolzano affinché nessun giovane di questa provincia venga arruolato contro il suo volere nell’esercito italiano, e in provincia non si arrivi a rimettere in funzione caserme ovvero a costruirne di nuove; (3) il Consiglio provinciale incarica la Giunta provinciale di intraprendere tutte le iniziative necessarie affinché gli eventuali incentivi per lo svolgimento del servizio militare di 40 giorni, che comporterebbero una discriminazione per tutti coloro che non vogliono prestare servizio militare per l’Italia, non si applichino in provincia di Bolzano. Knoll ha aggiunto che la rimilitarizzazione in corso in Europa potrebbe far sì che anche in Italia si arrivi a un obbligo militare: “Davvero vogliamo ciò, vogliamo che i giovani sudtirolesi rispondano a un appello davanti alla bandiera italiana?”. Molti giovani danno un contributo notevole a livello sociale o associazionistico: questo bisognerebbe favorire, invece la cosa spesso non viene apprezzata ed è anzi ostacolata dalla normativa statale.
Brigitte Foppa (Gruppo verde) ha ricordato che il suo partito ha come simbolo la colomba della pace, e condiviso quindi la critica al servizio di leva obbligatorio, ricordando le difficoltà dei tanti giovani che a esso si erano opposto. Ha quindi criticato il nostalgismo che faceva vedere il servizio di leva con gli occhi dell’eroe, e l’intento del presidente del Senato di tornare su posizioni superate. Ha aggiunto che non condivideva però, nella proposta di Knoll la tematica relativa allo stato italiano come Stato straniero, e chiesto di votare per punti separati, accogliendo il punto (1).
Marco Galateo ha chiarito che il pres. La Russa non aveva fatto alcuna proposta formale in tal senso, aveva solo ricordato una sua proposta passata relativa alla mini naja di 3 settimane, e questo riguardava sì un senso di appartenenza, che però era certamente diverso in Lombardia rispetto a una terra dove c’erano minoranze; esisteva anche la proposta di un gruppo di senatori per una naja volontaria di 40 giorni, da intendere quasi come un servizio civile al territorio, con incentivazione di senso civico: di fatto, un modello molto simile a quello degli Schützen, cui Knoll non era certamente contrario. Nel momento in cui c’era una guerra alle porte dell’Europa, tuttavia, non si poteva parlare nei termini fatti con la mozione, creando un allarmismo ingiustificato nella popolazione di lingua tedesca.
Myriam Atz Tammerle (Süd-Tiroler Freiheit), cofirmataria, ha detto che in quanto madre non avrebbe mai voluto che suo figlio o figlia si dovesse arruolare per uno Stato che era straniero: “Non vogliamo far parte di quest’esercito per essere italianizzati”, ha aggiunto, facendo riferimento agli appelli e al giuramento sulla bandiera. Pensare che i giovani debbano prendere in mano le armi per uccidere altre persone è una discussione inaccettabile, proprio oggi che si parla di Europa unita e solidarietà. Soprattutto una minoranza austriaca deva avere la possibilità di dire di no e di decidere in merito in modo autodeterminato.
Andreas Leiter Reber (Die Freiheitlichen) ha ricordato l’antica traduzione tirolese di difesa del territorio, nonché la mozione del suo gruppo sul servizio sociale volontario. ha quindi sostenuto il punto (2), mentre in merito al punto (1) ha detto, nel caso di un ipotetico nuovo livello di autonomia, una difesa territoriale provinciale sarebbe positiva. Ha quindi fatto riferimento all’attività in ambito sociale, che tutti dovrebbero sperimentare una volta nella vita.
Massimo Bessone (Lega Salvini Alto Adige Südtirol), apprezzando il modo in cui Knoll lottava per i propri ideali, ha aggiunto però che era in disaccordo con la proposta, forse espressione di propaganda politica. Facendo riferimento alla mancanza di senso civico, ha aggiunto che durante il militare aveva imparato molte cose, come molti altri ragazzi, tra cui il pres. Kompatscher gli aveva detto di aver migliorato le sue competenze linguistiche. L’appello davanti alla bandiera non doveva essere un problema, se si rispettavano tutte le bandiere, quella italiana come quella tirolese. se fosse successo qualcosa, sarebbe stato bello avere qualcuno di già preparato: non bisognava fare divisioni, bensì lavorare per unire la gente.
Ulli Mair (Die Freiheitlichen) ha chiarito a Bessone che l’esercito professionale esisteva già, anche se dall’emergere del conflitto in Ucraina era emerso che molti eserciti in Europa non erano in buone condizioni. Ha aggiunto che si era sempre dipendenti da grandi potenze come America o Russia, trovandosi nel mezzo, e ricordato l’approvazione nel dicembre 2021 di un voto della STF per l’introduzione obbligatoria del servizio civile, nonché la richiesta del proprio gruppo di riconoscere a livello pensionistico il servizio civile volontario: ha chiesto quale fosse l’esito di queste proposte.
Carlo Vettori (Forza Italia Alto Adige Südtirol) ha ritenuto che quanto proposto non avesse consistenza, e che si trattasse di chiacchiere che facevano perdere tempo: non c’era alcun obbligo militare. La leva, in ogni caso, poteva fornire un sapere militare che poteva servire anche in vista della creazione di un ipotetico Stato sudtirolese: questo, Knoll avrebbe dovuto considerarlo. Atz Tammerle aveva detto che non voleva vedere i giovani sudtirolesi imbracciare armi: si sarebbe dovuto quindi togliere le armi agli Schützen, anche se a salve.
La presidente Rita Mattei ha chiarito che ognuno era libero di presentare le mozioni sui temi che desiderava, in assenza di clausole ostative.
La proposta di La Russa, ha chiarito Sandro Repetto (Partito Democratico – liste civiche) si rifaceva alla richiesta dell’Associazione Nazionale Alpini che vedeva diminuire i propri iscritti, subito colta dal presidente del Senato e dal min. Salvini. Attualmente non c’era la leva obbligatoria, anche se gli Stati appartenenti alla Nato avrebbero potuto essere chiamati a una mobilitazione generale, ed era per questo che venivano composte annualmente le liste di leva: si poteva proporre se mai di eliminare gli uffici leva dall’anagrafe, cosa però che non sarebbe mai stata possibile.
Riccardo Dello Sbarba (Gruppo verde) ha detto che la discussione dava il termometro del senso comune: dagli interventi risultava che era stata interiorizzata l’atmosfera della guerra; se così non fosse stato, si sarebbe parlato solo di servizio civile, che di fatto era possibile con numerosi posti a disposizione, o dei corpi civili di pace, invenzione bolzanina lanciata dalla Fondazione Langer e finanziata dal FSE, che comprendeva oggi 92 progetti per 500 giovani in vari luoghi di conflitto ed emergenza ambientale. Ha quindi ribadito il sostegno al punto (1), segnalando che di fondo la mozione non aveva uno spirito pacifista, rilevava solo il problema di combattere “per lo Stato giusto”.
Magdalena Amhof (SVP) si è detta pure d’accordo col punto (1), in quanto la SVP era contraria all’introduzione della leva obbligatoria; il gruppo non avrebbe invece votato a favore degli altri due punti, trattandosi di questioni ipotetiche: ancora non si parlava di introdurre un servizio di leva, si era trattato solo di un tema lanciato da La Russa.
Il presidente della Provincia Arno Kompatscher ha ricordato di aver dovuto prestare servizio di leva, ed effettivamente di aver imparato in quell’occasione l’italiano, ma questo non era certo l’obiettivo dello Stato. Abrogare il servizio di leva obbligatorio era stata una decisione giusta, presa dall’Italia come da altri Stati europei: essa costava tantissimo e portava pochi benefici anche ai fini della difesa, ora c’era un esercito di professionisti che poteva intervenire in caso di necessità. Accoglibile era quindi il punto (1), al di là dell’iniziativa di La Russa. Egli si è quindi detto favorevole all’estensione del servizio civile, anche obbligatorio, che poteva essere un servizio alla comunità e una scuola per la vita: a questo scopo, la relativa mozione era stata trasmessa al Governo ed erano state avviati contatti; nel frattempo però il Governo era cambiato e non se ne conosceva la posizione in merito; la questione sarebbe stata comunque portata avanti. In quanto al servizio provinciale, erano stati messi a bando sempre più posti nonostante le difficoltà finanziarie e giuridiche; per il riconoscimento ai fini pensionistici era stato valutato il coinvolgimento del Consiglio regionale. Sven Knoll ha rilevato che dalla discussione era emersa l’emozionalità che suscitava il tema, aggiungendo che la questione riguardava espressamente la minoranza, anche perché le minoranze erano spesso usate come carne da cannone. Il problema di fare il servizio di leva in un Paese che non era il proprio riguardava anche altre minoranze: c’erano comunque casi in cui esse erano esentate dal servizio militare in quanto tali. Una proposta in merito al servizio di leva obbligatoria era già stata depositata ufficialmente in Senato. Brigitte Foppa ha chiesto di cambiare il titolo stralciando il riferimento alla provincia di Bolzano, e Knoll ha accolto la proposta. La mozione col nuovo titolo No alla leva obbligatoria (in qualsiasi forma) è stata messa in votazione per parti separate: respinte le premesse (3 sì, 23 no, 7 ast.), dei punti dispositivi è stato approvato solo il punto (1) (26 sì, 4 no, 2 astensioni) – respinti, invece, i punti (2) (5 sì, 24 no, 4 astensioni) e (3) (2 sì, 24 no, 4 astensioni).
I lavori sono ora sospesi e riprendono alle 14.30.
(Autore: MC)
[Lista completa dei comunicati](https://www.consiglio-bz.org/it/attualita/cs-consiglio-attuali.asp)
Realizzazione: [Informatica Alto Adige SPA](https://www.siag.it)
[CIVIS.bz.it](https://civis.bz.it/)
Testo Allegato: Martina Franca, 11 gennaio 2023 Quindici nuove bici gratuite per i cittadini LAmministrazione Comunale ha acquistato e messo a disposizione dei cittadini 15 mountain bike nuove di zecca di varie dimensioni. Sono state temporaneamente affidate alle associazioni che gestiscono il progetto Sport nei parchi e potranno essere utilizzate gratuitamente nella zona del Parco Ortolini. Pertanto sono disponibili il sabato mattina negli orari in cui si svolgono le attivit dello stesso progetto. Gli amanti delle due ruote che partecipano alle attivit di Sport nei parchi e hanno qualche difficolt legata al trasporto non avranno pi problemi spiega lAssessore allo Sport Vincenzo Angelini – in quanto troveranno la mountain bike al Parco Ortolini. A conclusione del progetto relativo alle attivit sportive, potranno essere utilizzate per altri fini, ad esempio potrebbero essere messe a disposizione per fini turistici, come mezzo da utilizzare per scoprire i percorsi ciclabili che attraversano le zone pi belle e suggestive del nostro territorio. CITT DI MARTINA FRANCA Provincia di Taranto Segreteria del Sindaco Tel 080/4836316/318/253 mail segreteria HYPERLINK mailtosindaco@comune.martinafranca.ta.it sindaco@comune.martinafranca.ta.it pec protocollo.comunamartinafranca@pec.rupar.puglia.it http://www.comune.martinafranca.ta.it Kglz0qh4wGGF4RE2HUl16M_wtJcJLLm0WQdcCJs0L_z2k(.WOGG2h0bSQ USurxmfwswxVWzpyy/c51so
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