
(AGENPARL) – Sat 20 September 2025 19 Settembre 2025
Comunicato Stampa
“Ricostruire il legame tra Uomo e Ambiente per rendere più forte la governance del rischio idrogeologico”
Intervento del Segretario Generale dell’Autorità di Bacino Distrettuale dell’Appennino Meridionale Vera Corbelli alla Conferenza nazionale sul dissesto idrogeologico
Bisogna tendere a ricostruire il legame tra Uomo e Ambiente sulla base di azioni e norme più stringenti e di un rilancio della cultura del territorio, elementi essenziali a base della governance e della gestione del rischio idrogeologico, al fine di rendere più efficienti le azioni di incolumità e tutela della popolazione e di difesa degli elementi esposti.
È questo in estrema sintesi l’appello lanciato il 18 settembre 2025, dal Segretario Generale dell’Autorità di Bacino Distrettuale dell’Appennino Meridionale, dottoressa Vera Corbelli, intervenuta alla Conferenza nazionale sul dissesto idrogeologico in corso a Ferrara, nel quadro della RemTechExpo.
La dottoressa Corbelli, intervenendo alla Conferenza ha sottolineato che la governance sul rischio idrogeologico va necessariamente inquadrata in un più ampio contesto che ingloba gli aspetti politico/istituzionali, tecnico/giuridici, gestionali e formativi. Percorso che sempre più richiede la consapevolezza da parte della collettività di una gestione oculata e sostenibile dei nostri beni, naturali e non.
Al riguardo, ha evidenziato come la crescita esponenziale della popolazione e di conseguenza un uso non equilibrato delle risorse abbiano portato tra l’altro, negli ultimi 50 anni, ad una rilevante e scomposta urbanizzazione che, già di per sé sotto vari profili, ha comportato e comporta un fattore di rischio elevatissimo per la sopravvivenza del sistema naturale e sociale.
Sul rischio idrogeologico, il Segretario Generale ha rappresentato che per affrontare in modo adeguato queste problematiche, occorre partire dalla conoscenza delle caratteristiche del sistema fisico e dei fenomeni naturali che lo contraddistinguono, inclusi quelli potenziali e quindi la propensione al dissesto di una determinata area.
A questa analisi vanno necessariamente, correlate le valutazioni sull’uso del suolo, della popolazione e densità abitativa e dei beni esposti onde pervenire a un’adeguata stima e gestione del rischio. Ciò consente di fornire risposte in termini di misure strutturali e non strutturali e quindi di interventi che agiscono sulle cause e sugli effetti, favorendo sempre più quelli che si configurano come prevenzione, ovvero agendo sui fattori predisponenti ed innescanti.
L’Autorità di Bacino Distrettuale dell’Appennino Meridionale ha adottato questo percorso con un approccio multiscalare e multidisciplinare che consente, dalla piccola alla grande scala, di zonare il territorio e pervenire all’individuazione delle aree a più alto rischio che richiedono prioritariamente attenzione con la definizione di progetti integrati e relativi interventi che consentano di dare soluzioni più adeguate alle problematiche trattate; percorso che consente, altresì, di definire le varie misure passando dal rischio qualitativo al rischio quantitativo.
Gli strumenti a cura delle Autorità di Bacino Distrettuali, che riguardano aree vaste, consentono di sviluppare valutazioni multilivello e multidisciplinari per individuare una zonazione del territorio e definire attraverso metodologie, linee guida e progetti pilota come affrontare la mitigazione delle varie criticità e di rischio.
“Al riguardo – ha sottolineato la Corbelli – è utile sottolineare che, parallelamente a queste azioni relativamente alla gestione del rischio idrogeologico, vanno attenzionati tutti gli aspetti normativi, correlandoli ai concetti di accettabilità e tollerabilità del rischio. Questo può avvenire solo attraverso un tavolo politico/istituzionale/tecnico/giuridico che consenta di irrobustire e strutturare l’attuale quadro normativo, delineando, altresì, gli indirizzi e definendo delle regole e nel contempo ripristinare la programmazione riferita a quegli interventi non strutturali quali: il presidio territoriale, la manutenzione idraulica, il monitoraggio ed il controllo che concorrono significativamente alla prevenzione”.
La dott.ssa Corbelli ritiene che i vari aspetti rapidamente argomentati, che richiamano altre riflessioni e considerazioni fatte dai relatori intervenuti, siano alla base di un nuovo modello di sviluppo di cui “il nostro territorio e il nostro sistema sociale ed economico hanno impellente necessità”.