
(AGENPARL) – Fri 01 August 2025 *Migranti, Barbera (Prc): “La Corte UE sconfessa la linea Meloni. Un duro
colpo alla propaganda securitaria del governo”*
“Accogliamo con grande favore la sentenza odierna della Corte di Giustizia
dell’Unione Europea che ribadisce un principio fondamentale di civiltà
giuridica: anche in presenza di una lista nazionale di “paesi di origine
sicuri”, i giudici devono poter valutare caso per caso le domande di asilo
e verificare se, in concreto, il paese indicato come “sicuro” garantisca
effettivamente la protezione dei diritti fondamentali della persona.
Si tratta di una sonora sconfessione della linea del governo Meloni, che ha
fatto della compressione del diritto d’asilo e della costruzione di un
sistema di respingimenti automatizzati un pilastro della propria
propaganda. Il tentativo dell’esecutivo di svuotare le garanzie
giurisdizionali, relegando i giudici al ruolo di meri esecutori delle
scelte amministrative, viene smontato da una pronuncia netta che riafferma
la centralità della tutela individuale e il ruolo insostituibile della
magistratura nella verifica del rispetto dei diritti umani”.
È quanto dichiara Giovanni Barbera, membro della Direzione nazionale di
Rifondazione Comunista.
“La decisione della Corte UE – prosegue Barbera – smaschera l’impianto
ideologico e autoritario della politica migratoria di questo governo,
fondato su accordi esternalizzati come quello con l’Albania e su una lista
arbitraria di paesi “sicuri” che spesso lo sono solo sulla carta. È del
tutto evidente che la sicurezza di un paese non può essere valutata in
astratto né presunta, soprattutto quando riguarda persone che fuggono da
situazioni di persecuzione, discriminazione o violenza”.
“Il governo Meloni – conclude Barbera – subisce oggi una sconfitta politica
e giuridica che mette in discussione l’intero impianto delle sue politiche
sui migranti. È ora di dire basta a un approccio disumano che tratta chi
cerca asilo come un problema di ordine pubblico e non come un essere umano
titolare di diritti. È tempo di cancellare accordi vergognosi e leggi
discriminatorie, e costruire – in Europa e in Italia – un sistema di
accoglienza giusto, rispettoso della dignità e dei diritti delle persone.
La sentenza della Corte europea è un monito per il governo italiano e una
speranza per chi lotta per un’Europa dei diritti e della solidarietà”.