
(AGENPARL) – Fri 01 August 2025 Nei primi sei mesi del 2025 occupazione sostanzialmente stabile nell’artigianato.Cavion: “Importante risultato in un contesto di incertezza e instabilità”
Rimane stabile l’occupazione dipendente dell’artigianato in provincia di Vicenza. È la prima evidenza che emerge dall’indagine congiunturale semestrale sull’andamento dell’artigianato vicentino realizzata dall’Ufficio Studi di Confartigianato Imprese Vicenza. In pratica a fine giugno 2025 si è registrato un -0,1% rispetto a un anno prima, dopo il +0,5% rilevato a fine 2024. Per i dati sono state coinvolte 1.682 micro e piccole imprese con dipendenti che occupano 10.558 persone. La tenuta è il risultato di dinamiche opposte per territori e settori, che risentono anche della situazione internazionale.
“Nonostante si interrompa il trend di crescita dell’occupazione che si osservava dal 2021, su cui però Covid e post pandemia hanno accelerato i dati, il fatto che l’occupazione nell’artigianato vicentino sia stabile è un dato che ci conforta – spiega Gianluca Cavion, presidente di Confartigianato Imprese Vicenza-. Se consideriamo infatti i contraccolpi di una situazione internazionale a dir poco dinamica, con il dossier dazi all’ordine del giorno, risulta fondamentale soprattutto per le piccole e medie imprese mantenere i livelli di occupazione e quindi trattenere il capitale umano e le competenze in attesa di capire cosa accadrà nei prossimi mesi”.
Come detto, a livello territoriale si rilevano dinamiche differenti proprio anche per la ‘vocazione’ delle diverse aree più o meno sensibili a certe dinamiche. L’occupazione dipendente artigiana cresce ancora nell’area di Vicenza (+1,0% rispetto a fine giugno 2024), nell’area Berica (+0,8%, che torna in positivo dopo due anni di contrazione) e, in maniera più contenuta, anche nell’Alto Vicentino (+0,3%). Dall’altra parte, invece, si registrano cali dell’occupazione nel Nordest vicentino (-1,5%) e nell’Ovest vicentino (-
1,3%). Al dettaglio delle attività economiche, si osserva una forte crescita dell’occupazione per Comunicazione e ICT, che segna un +4,6% rispetto ad un anno prima. In aumento anche l’occupazione nelle imprese di Artigianato artistico e Orafo (+1,3%), Alimentazione (+0,6%) e Legno e Arredo (+0,3%), mentre è stabile l’occupazione per Edilizia e Impianti (+0,1%) e Trasporti e Autoriparazione (0,0%). In flessione, invece, l’occupazione per le imprese del Benessere, che segnano un -5% rispetto a giugno 2024, Moda (-0,6%) e Metalmeccanica, Chimica e Concia (-0,3%).
“Proprio questi ultimi comparti, Moda, Metalmeccanica, Chimica Concia, hanno la loro maggior concentrazione nei territorio dell’Ovest Vicentino (che raggruppa Arzignano, Montecchio Maggiore e Valle Agno) così come nel Nord Est Vicentino (che raggruppa Asiago, Bassano e Marostica) “, aggiunge Cavion.Quanto al genere dei lavoratori, sebbene registrino dinamiche di segno opposto, le intensità delle variazioni dell’occupazione sono molto contenute: l’occupazione dipendente femminile mostra una sostanziale stabilità con un +0,1% rispetto a giugno 2024, mentre l’occupazione dipendente maschile mostra una leggera contrazione, pari a -0,3% nello stesso periodo. Rallenta la crescita dell’occupazione di dipendenti di nazionalità straniera, che segna un +0,8% rispetto a un anno fa, mentre a fine 2024 la variazione era del +2,8%. In leggera contrazione i dipendenti italiani, che segnano un -0,3%, dopo la stazionarietà osservata a fine 2024 (+0,1% rispetto al 2023).
Si registra una forte contrazione per gli occupati dai 30 ai 50 anni, che segnano un
-4,2% rispetto a fine giugno 2024, variazione quasi doppia rispetto al -2,2% rilevato a fine 2024. In leggero calo gli occupati under 30, che segnano un -0,5%, mentre continuano ad aumentare gli occupati con più di 50 anni, che segnano un +6,3% rispetto a un anno prima.Continua il presidente: “I dati in merito all’età degli occupati non fanno che confermare quanto l’età media dei lavoratori di sposti in avanti. I dati demografici preoccupano soprattutto in prospettiva perché, se già ora si fatica a trovare giovani da inserire in azienda, vuol dire che il problema non è di ieri ma risale ad almeno una decina di anni fa. Servono quindi politiche che invertano questa tendenza, così come uno scambio di competenze tra giovani e meno giovani di modo che il patrimonio dell’artigianato non si disperda. Accanto a questo vanno pensate politiche dell’immigrazione più coerenti con la realtà del nostro Paese e che prevedano anche percorsi di integrazione”.
In tema di giovani continua la contrazione degli apprendisti, che a giugno 2025 registravano un calo pari a -5,2% rispetto a un anno prima un dato che va letto però tenendo conto che molti di questi contratti vengono trasformati in contratti a tempo indeterminato prima della loro naturale scadenza. Quanto alle qualifiche gli operai sono in leggero calo (-0,3%), mentre gli impiegati registrano una crescita del +1,7% (rispetto a giugno 2024).