
(AGENPARL) – Wed 16 July 2025 COMUNICATO STAMPA
Ambiente. Oggi in Campidoglio un incontro, organizzato da Azione, su climate change e “città spugna”
Flavia De Gregorio (Azione): «E’ urgente ripensare la pianificazione urbana nelle nostre città. Aspettare l’emergenza prima di apportare i cambiamenti necessari a gestirla non ha senso e può solo danneggiarci»
Roma, 16 luglio 2025 – Oggi, 16 luglio, a partire dalle 18.00, presso la sala del Carroccio in Campidoglio, avrà luogo l’evento organizzato da Azione dal titolo “Le città spugna. Adattamento a cambiamenti climatici ed eventi estremi”.
All’incontro parteciperanno, accanto al capogruppo capitolino di Azione Flavia De Gregorio, Silvia Ambrosio, responsabile ambiente di Azione, e Alessandro Scarpati, geologo e disaster manager.
Stando a recenti studi, il 2024 è stato l’anno più caldo a Roma dal 1991 con temperature elevate e numerosi eventi estremi. Sull’intera area cittadina sono stati, infatti, registrati giornalmente in media 19,7 gradi, oltre 2,5 gradi rispetto a quella degli anni che vanno dal 1991 al 2020. Altro triste record è rappresentato dal numero di notti torride: 36 con temperatura minima superiore a 25 gradi, quasi 30 giorni in più rispetto alla media 1991-2020. Aumentate in maniera significativa, rispetto al passato, anche le giornate di cosiddetto “disagio termico”, in cui sono stati percepiti più di 45 gradi: ben 53 contro le 25 della media registrata tra il 1991 e il 2020. Dalla stessa ricerca emerge un altro dato allarmante: il trend di tutti gli indicatori presi in considerazione conferma, infatti, che la colonnina di mercurio, a prescindere dalla stagione, continua a salire in maniera costante e che, in prospettiva, aumenterà di quasi due gradi ogni anno da qui al 2050.
“È urgente correre ai ripari contro i risultati dei cambiamenti climatici in atto, generati per lo più da attività antropiche, e limitare i danni. Lo si può e lo si deve fare mettendo in atto strategie mirate che consentano di gestire l’aumento, in intensità e frequenza, di fenomeni estremi quali le ondate di calore, la siccità o la desertificazione, ma anche gli uragani, le “bombe d’acqua”, le inondazioni, l’innalzamento dei livelli dei mari e la perdita di biodiversità”, secondo Flavia De Gregorio, capogruppo capitolino di Azione.