
(AGENPARL) – Thu 10 July 2025 **“La varietà necessaria del potere”, i valori che contano. Giani
“Qualità del capitale umano”**
Raccontare come funzionano aziende e organizzazioni è il tema centrale del
libro “La varietà necessaria del potere” scritto da Alberto Felice De
Toni, ingegnere gestionale e sindaco di Udine dal 2023 ed Eugenio
Bastianon, professore di Epistemologia della scienza e dell’ingegneria.
Il volume,presentato mercoledì 9 luglio presso la sede della Giunta
regionale toscana a palazzo Strozzi Sacrati, spiega come le organizzazioni,
per adattarsi a situazioni sempre più complesse, devono aumentare la
cooperazione grazie alla crescita e all’equilibrio del micro – potere tra
le persone e aumentare la corresponsabilità. Da qui nasce la riflessione
sui modelli organizzativi delle aziende che si allarga anche alla politica,
ai partiti e allo spazio effettivo di una partecipazione basata sulla
creatività e sulla autonomia delle persone.
“Sono le persone – nelle parole del presidente Giani – che riescono
sempre a fare la differenza in qualsiasi contesto e il valore del capitale
umano è centrale per la crescita della dimensione umana di tutte le
comunità dove si condividono tempo, relazioni e valori. Questo vale per le
città, le aziende ed anche nella dinamica delle relazioni politiche, dove
il contributo dei singoli alla realizzazione dei progetti di governo e
amministrazione è decisivo”.
“Saper costruire relazioni – continua Giani – significa rivisitare il
senso della politica e della rappresentanza e ridimensionare il crescente
consenso che attualmente una certa “cultura del comando” riscuote nella
società. Quando questo accade torna a prevalere l’importanza del dialogo
costruttivo e del confronto aperto che diventano strumenti di
legittimazione e di quel buon governo che cambia e migliora, riformandola,
la realtà sociale ed il modo di vivere delle persone”.
Il libro propone un’utile chiave di lettura che aiuta a comprendere perché
una gerarchia politica o aziendale priva di autorevolezza, senza consenso e
con una applicazione di criteri meritocratici che non tiene conto della
dimensione umana è destinata a produrre scelte divisive e dimostra come la
crescente complessità non si affronta con l’accentramento e nuove
posizioni di controllo, ma con un allargamento e con l’equilibrio dei
poteri.
“La tesi di questo libro – spiega De Toni -è che il potere non viene mai
vissuto in maniera positiva, è sempre considerato un tema negativo. In
realtà ogni persona per essere veramente libera ha bisogno anch’essa di un
micropotere di tipo economico, culturale, relazionale, cognitivo. Quindi
c’è un lato chiaro del potere, che è quello della libertà delle persone
e delle relazioni, e c’è un lato oscuro, che invece è quello
dell’oppressione”. Il potere è invece una entità generativa come la
conoscenza o il dialogo. Quando ci confrontiamo con l’altro e cambiamo
un’idea, alla fine abbiamo il doppio d’idee”.
“Se deleghiamo il potere in periferia – continua De Toni – come accade
nei dipartimenti universitari, o nelle città ai Quartieri, il potere al
centro non diminuisce, anzi cresce perché c’è più reputazione,
coinvolgimento e capacità di governo. Quindi la mia tesi è molto
semplice, la risposta strutturale alla complessità esterna è l’aumento di
potere distribuito all’interno delle organizzazioni. Questo vale anche a
livello sociale: quando la complessità aumenta è necessaria una
distribuzione di poteri e un loro equilibrio”.
“Il libro del professor De Toni – racconta Fabrizio Bandini, direttore di
cardiologia dell’Azienda USL Toscana Centro – nasce da una lunga e profonda
riflessione su temi che la complessità della vita, delle relazioni umane,
di quelle sociali e del mondo del lavoro propone a tutti coloro che si
occupano di organizzazione, in qualsiasi campo. Il senso di queste pagine
può essere riassunto nella dedica di De Toni che apre il volume, rivolta a
quelli che si chiamano costruttori di contesto. Sono loro che incoraggiano
i self-leaders, le persone che lavorano e operano in autonomia e con
rispetto dei loro obiettivi e degli altri. La leadership diventa cosi da
gerarchica a generativa, cioè costruisce il contesto e crea un orizzonte
di condivisione comune e un collante, una potente forma di traino
emotivo”.