
La Russia ha lanciato un attacco aereo notturno senza precedenti contro l’Ucraina, impiegando circa 750 droni e missili. L’offensiva, una delle più massicce dall’inizio dell’invasione, ha spinto la NATO a far decollare caccia F-16 per proteggere lo spazio aereo dell’Alleanza, nel timore che le munizioni potessero oltrepassare i confini e coinvolgere il territorio europeo.
Secondo l’Aeronautica Militare ucraina, Mosca ha sferrato un raid che includeva 728 droni bomba e missili-esca, oltre a sette missili Iskander e sei Kinzhal, capaci di eludere alcuni sistemi di difesa. 303 ordigni sono stati abbattuti da sistemi antiaerei e intercettori a reazione, mentre altri 415 sono stati neutralizzati tramite guerra elettronica e sistemi complementari.
Nonostante gli sforzi della difesa, 17 droni e 16 missili hanno colpito obiettivi sul suolo ucraino. Uno degli attacchi ha avuto come bersaglio principale la città occidentale di Lutsk, nell’oblast di Volinia, secondo quanto confermato dalle autorità locali.
“Ieri sera la regione è stata nuovamente sottoposta a un massiccio attacco. Quasi tutto era diretto a Lutsk”, ha dichiarato l’amministrazione regionale.
Fortunatamente, non si segnalano vittime a Lutsk, nonostante danni diffusi e la caduta di detriti in 14 punti diversi. Tuttavia, il resto del Paese continua a pagare un alto tributo umano: a Kherson, un bambino di un anno è stato ucciso e una donna è rimasta ferita in un attacco missilistico.
La NATO risponde: F-16 e difese aeree operative
Con la minaccia concreta che i missili russi o le contromisure ucraine potessero oltrepassare i confini orientali della NATO, la Polonia ha attivato i suoi sistemi di difesa aerea e inviato in volo le sue “coppie di caccia di servizio”, tra cui F-16, per monitorare e proteggere lo spazio aereo europeo.
“Il lancio degli F-16 serviva a garantire la sicurezza nelle aree confinanti con le regioni minacciate”, ha dichiarato il Comando Operativo delle Forze Armate polacche (DORSZ).
I jet sono rientrati alla base dopo una missione di due ore senza intercettazioni o ingaggi confermati.
Una minaccia crescente anche per l’Europa
L’intensificazione degli attacchi russi contro aree dell’Ucraina vicine ai confini NATO aumenta il rischio di escalation indiretta, in un contesto in cui anche piccoli errori o deviazioni di traiettoria potrebbero portare a un incidente internazionale.
L’intervento della NATO, seppur preventivo, dimostra quanto sia alta la tensione nell’Europa orientale, e quanto sia fragile l’equilibrio tra guerra convenzionale e potenziali scontri transfrontalieri.