
L’Intelligenza artificiale scova le prescrizioni di esami medici non necessari.
“Non posso che essere d’accordo con Giovanni Migliore, le prescrizioni inappropriate sono uno dei mali assoluti del Servizio Sanitario Nazionale“. Giulio Argalia, Segretario Nazionale dei medici radiologi SNR Fassid, commenta il progetto presentato al Forum Fiaso di Siracusa, che ha utilizzato un algoritmo di IA, per mostrare che nella regione Puglia almeno 4 prescrizioni su 10 per tac e risonanze magnetiche non risultano appropriate, un dato che corrisponde alle evidenze scientifiche.
“Non ci voleva l’intelligenza artificiale, cui i radiologi guardano tuttavia con occhio favorevole. Sono almeno 15 anni che il nostro Sindacato denuncia come inutile il 30% degli esami che facciamo, mentre le liste d’attesa lievitano. Troppo spesso ci troviamo a rispondere, con personale ridotto al lumicino, a ricette non appropriate. La domanda in sanità tende all’infinito: se continuiamo con richieste inutili, l’aumento dei tempi di attesa diventa inevitabile. Per uscirne va definita meglio la presa in carico, evitando di far correre il paziente da una parte all’altra per trovare posto. Ma la presa in carico è proprio una delle falle del sistema, segnalata anche da primari e addetti al settore. Questo perché non c’è ancora una vera rete territoriale: le reti cliniche sono inadeguate. È uno dei principali problemi da risolvere. Basti pensare che, al momento, non ci sono poliambulatori pubblici. Con il Pnrr sono stati realizzati Ospedali e Case di Comunità. Ma con quale personale gestirli? Perché il problema resta sempre quello, un drammatico gioco dell’oca. La rete può essere favorita dalla telemedicina e la telegestione del paziente. Quella digitalizzazione che ci chiede il Pnrr. La sanità deve essere integrata: è sbagliato fare una battaglia contro le assicurazioni perché gestiscono una parte della domanda, così come il privato convenzionato. Il sistema sanitario è universalistico solo sulla carta se poi un italiano su tre non riesce ad accedere alle cure. Ma alla fine, il problema resta quello: la drammatica incapacità di programmazione nazionale e sui territori, che, oltre alla esiguità di risorse, affligge il nostro Servizio Sanitario Nazionale, impedendo il buon utilizzo del poco che c’è. Inclusa l’IA”.
