
(AGENPARL) – Sat 21 June 2025 A POCHI GIORNI DALLA MESSA A BANDO, ANCORA FIAMME NELLO STABILIMENTO
CONFISCATO AI FASCIANI. SERVE IMPEGNO STRAORDINARIO DA PARTE DI TUTTE LE
ARTICOLAZIONI DELLO STATO ALTRIMENTI AD ANDARE IN FUMO SARA’ ANCHE LA LOTTA
ALLE MAFIE, IL VILLAGE DEVE RISORGERE DALLE CENERI IN CUI E’ FINITO.
Su quanto è accaduto nello Stabilimento Village, a 5 mesi da un altro
incendio, stanno indagando gli inquirenti. L’auspicio è che nel più breve
tempo possibile sia fatta piena luce su un fatto, qualunque sia la matrice,
inquietante. A pochi giorni dalla procedura ad evidenza pubblica per
individuare il futuro concessionario della struttura confiscata al
potentissimo clan Fasciani, l’ennesimo rogo ci riconsegna una realtà
tutt’altro che rosea. Il Village, come ogni bene confiscato, non può essere
uno spazio “anonimo” ma deve assumere la sostanza di un simbolo di
riscatto, di riconquista del territorio da parte dei cittadini, di lotta
all’assuefazione della presenza mafiosa nel Municipio. Uno dei punti
cardine della lotta alla criminalità organizzata è il recupero a fini
sociali dei patrimoni accumulati grazie alle attività malavitose. Si tratta
di un principio cardine del contrasto culturale al radicamento territoriale
delle organizzazioni malavitose che ha consentito nel tempo di avviare una
serie di iniziative con finalità sociali, anche con forti contenuti di
carattere simbolico, in grado di costruire un antidoto alla pervasività del
fenomeno mafioso e al tempo stesso di offrire opportunità di sviluppo e
servizi per tutta la collettività, in particolare per la parte più fragile
della nostra comunità. Per questo i beni sequestrati e riconsegnati alla
società devono essere tutelati, anche con iniziative ed impegni
straordinari. Ed allora ci si chiede perché, al netto di quanto accaduto di
nuovo, quella struttura balneare ha incontrato così tante difficoltà nella
gestione. Basta fare due passi all’interno per comprendere come qualcosa
non abbia funzionato in passato e non funzioni ancora oggi. L’antimafia non
si esaurisce nell’attività investigativa e giudiziaria ma ha senso solo se
si conclude con la restituzione “efficace” dei beni confiscati alla
comunità, anche se questo dovesse significare l’istituzione di canali
preferenziali, attivare attenzioni speciali sul bene in oggetto, recuperare
specifici finanziamenti pubblici così come indica anche la Corte dei Conti.
Per questo servono più controlli, più risorse pubbliche, e delle normative
atte allo scopo in grado di permettere un efficiente utilizzo dei beni
confiscati altrimenti lo Stato sarà battuto nella lotta alle mafie durante
il secondo tempo dello scontro e cioè quando l’assuefazione e la
rassegnazione dei cittadini prevarranno sulla voglia di eradicare dalla
società criminalità e malaffare. L’incendio di questa notte, come in un
tragico gioco dell’oca, ci riporta al punto di partenza. Dobbiamo fare
qualunque cosa in ordine alle nostre responsabilità per scongiurare il
fatto che passi un messaggio devastante e cioè che la gestione dello Stato
di un bene confiscato sia meno efficace di quando c’era qualcun altro prima
a gestirlo. L’appello è veramente a tutte le articolazioni dello Stato,
facciamo in modo che il Village risorga dalla ceneri in cui è finito, che
sia come l’Araba Fenice simbolo di rinascita e di resilienza in grado di
vincere ogni avversità. Durante la prossima seduta dell’Osservatorio della
Legalità e Antimafia Sociale porrò la questione.
Marco Possanzini, Capogruppo Sinistra Civica Ecologista Municipio Roma X