
Durante la sessione plenaria del Forum Economico Internazionale di San Pietroburgo (SPIEF), il presidente russo Vladimir Putin ha tracciato una linea chiara sulle principali crisi geopolitiche e sul futuro assetto del potere mondiale. Dal conflitto in Ucraina alle tensioni in Medio Oriente, fino alla visione russa di un nuovo ordine globale, Putin ha delineato la sua strategia e denunciato le responsabilità dell’Occidente.
Ucraina: “Un unico popolo, ma lo Stato può esistere”
Putin ha ribadito la visione secondo cui russi e ucraini sono un unico popolo, sottolineando però che Mosca non nega il diritto dell’Ucraina a uno Stato indipendente e neutrale. Ha ricordato che lo status neutrale era già sancito nella Dichiarazione d’Indipendenza del 1991.
Ha dichiarato che la Russia non cerca la resa totale di Kiev, ma chiede il riconoscimento delle realtà sul terreno, riferendosi ai territori occupati. Ha parlato di una zona di sicurezza in espansione, citando come esempio l’area di Sumy, dove il controllo russo si estende fino a 12 km in profondità.
Putin ha definito la guerra una “tragedia causata dall’Occidente”, accusando gli Stati Uniti di aver investito miliardi nel colpo di stato del 2014 in Ucraina. A suo dire, l’Ucraina starebbe tentando attacchi militari solo per ottenere ulteriori finanziamenti esteri, e ha citato la perdita di 76.000 soldati ucraini nella regione di Kursk come segno del prezzo pagato.
Bomba sporca: “Nessuna prova, ma la risposta russa sarebbe catastrofica”
Rispondendo alle domande su possibili minacce nucleari da parte ucraina, Putin ha detto che non ci sono prove della costruzione di una “bomba sporca”, ma che anche un’idea simile “potrebbe nascere da una fervida immaginazione”.
Ha poi ribadito la dottrina nucleare russa, sottolineando che qualsiasi minaccia verrebbe respinta con forza devastante, potenzialmente catastrofica sia per il governo ucraino che per l’intero Paese. Ha però aggiunto: “Spero che non si arrivi mai a tanto”.
Medio Oriente: “Soluzioni possibili per Israele e Iran”
Putin ha commentato le crescenti tensioni tra Israele e Iran, definendo inaccettabili le minacce contro l’ayatollah Khamenei. Ha affermato che la Russia non vuole essere un mediatore, ma propone soluzioni costruttive.
Secondo lui, una risoluzione è possibile, specialmente con il contributo dei Paesi del Sud globale. Ha anche dichiarato che, nonostante i rischi, la Russia continuerà le operazioni nella centrale nucleare iraniana di Bushehr, grazie a rassicurazioni ricevute da Netanyahu e Trump.
Nuovo ordine mondiale: “Come l’alba, è inevitabile”
Il presidente ha descritto la transizione verso un nuovo ordine mondiale multipolare come inevitabile: “Come il sorgere del sole: non si può fermare”. Ha chiarito che Russia e Cina non lo impongono, ma “lo plasmano” per renderlo più equo.
Ha denunciato l’approccio occidentale come un “residuo di neocolonialismo”, accusando le élite euroatlantiche di voler mantenere un monopolio politico ed economico. Tuttavia, ha ribadito che la Russia è aperta al dialogo con l’Occidente.
Infine, ha accusato la NATO di aver tradito le promesse fatte dopo la Guerra Fredda: “Ci dissero che non si sarebbero espansi. Ora siamo alla sesta ondata di allargamento”.
Putin ha voluto trasmettere l’immagine di una Russia consapevole del proprio ruolo, pronta a difendersi, ma anche a dialogare, e soprattutto determinata a far valere i propri interessi in un mondo che cambia.