
(AGENPARL) – Fri 30 May 2025 **Il futuro della democrazia nel libro di Vannino Chiti.**
Nuovi autoritarismi, sistemi politici malati, i ruoli dominanti della
tecnologia e della finanza, l’apparente assenza di alternative e le
prospettive per il futuro prossimo. Di questo e molto altro scrive nel suo
libro La democrazia sopravviverà a questo secolo ? edito da Mompracem,
Vannino Chiti, presidente della Regione Toscana dal 1992 al 2000,
sottosegretario e ministro nei governi Amato e Prodi, senatore del Partito
democratico fino al 2018 e attualmente presidente dell’Istituto Storico
Toscano della Resistenza.
In meno di cento pagine il libro, presentato ieri a Firenze presso la sede
della Regione a palazzo Strozzi Sacrati, restituisce una sintetica
descrizione dello stato di salute e delle prospettive dei sistemi politici
contemporanei, spiega le ragioni delle grandi trasformazioni di questo
secolo e cerca di mettere di nuovo al centro il ruolo delle persone nelle
importanti decisioni su un futuro che non può mai essere determinato solo
da altri.
“Nelle oltre 200 nazioni in cui è diviso il nostro pianeta – afferma
Eugenio Giani – stanno diminuendo i paesi governati da sistemi democratici.
Ma quello che è più problematico in realtà è il fatto che Paesi
classificati democratici per le forme costituzionali che si sono scelti,
nella realtà non lo sono e appaiono sempre più democrature con chiari
risvolti di carattere autoritario”.
“Sempre più la volontà popolare espressa con il voto – continua Giani –
subisce coercizioni che il libro di Vannino Chiti mette bene in evidenza e
questo accade anche attraverso i social e i mezzi di comunicazione. La
possibilità di investire ingenti risorse economiche in questi delicati
settori che formano la pubblica opinione talvolta produce una falsa scelta
democratica. L’espressione della volontà popolare diventa così solo un
apparente esercizio di democrazia falsato da un pesante condizionamento. È
lo stesso concetto di democrazia, così come veniva inteso dai nostri
costituenti, che viene messo in discussione nei suoi pilastri
fondamentali.”
“La democrazia – conclude Giani – ha sempre avuto come funzione peculiare
di interesse generale la capacità di trovare una sintesi nella dialettica
fra maggioranza e opposizione in grado di permettere alla maggioranza di
esercitare la funzione di governo nell’interesse del bene collettivo e
adottare, in un processo di confronto, scelte che vadano nella direzione
nell’interesse dei cittadini ed efficaci per la comunità”
La destra al potere nel mondo, la sinistra incapace di esprimere
alternative credibili, l’importanza dei valori umani ed l’ipotesi di una
nuova forma di umanesimo riassumono in brevi capitoli il senso del libro di
Chiti.
“Molti studiosi – afferma Chiti – descrivendo quelle forme di democrazia
apparente delle quali parlava il presidente Giani, hanno usato il temine
tecno fascismo, un’espressione che mutua un concetto espresso molti anni fa
da Pier Paolo Pasolini. Le nuove tecnologie sono legate alla loro
destinazione d’uso. Se l’intelligenza artificiale viene usata in modo
positivo per la collettività e non per aumentare disuguaglianze, povertà,
disparità, ecco, questa può diventare una forma di innovazione al
servizio delle persone. Se invece vengono usate per aumentare forme di
controllo sulle persone diventano strumenti di condizionamento autoritario.
Di questo, e del ruolo che oggi esercitano le Big Tech, le multinazionali
del digitale, è necessario essere consapevoli. Il caso Cambridge
Analytica, la società di consulenza britannica divenuta celebre a seguito
dello scandalo connesso alla gestione dei dati per influenzare le campagne
elettorali, prima fra tutte quella che ha determinato la Brexit in
Inghilterra, è un esempio chiaro di questo tipo di manipolazioni
autoritaria.
“Oggi sarebbe fondamentale – spiega Chiti – introdurre seri programmi di
media education nelle scuole italiane a partire dalle classi elementari,
insegnando ai bambini a guardare e leggere in modo critico i messaggi
pubblicitari, l’informazione, i prodotti visivi. È così che si forniscono
alle nuove generazioni strumenti critici per valutare, scegliere e
interpretare le nuove tecnologie”.
L’istruzione – conclude Chiti – fino al secolo scorso era la via principale
di emancipazione e di crescita e teneva aperto l’ascensore sociale. Si sta
perdendo il senso dell’importanza di questo strumento e bisogna invece
rimetterlo al centro del nostro impegno politico perché, insieme alla
sanità e al diritto al lavoro, è uno degli elementi che costruisce un
futuro in cui la democrazia conserva il suo valore fondamentale.”
“La politica e la democrazia – conclude Rossano Rossi, segretario
generale della CGIL Toscana – devono vivere nel quotidiano, nella società,
nei problemi ideali delle persone, dei lavoratori, dei lavoratrici, della
gente comune. Forse la politica, in questi anni, si è distaccata troppo
dalla realtà e questo ha fatto emergere certi problemi in maniera anche
drammatica. Il libro di Vannino Chiti fa un’analisi giusta. La democrazia
oggi è malata sotto diversi aspetti, ha avuto dei colpi molto pericolosi
ed è messa in discussione nel nostro Paese e in molte altre parti del
mondo. Noi oggi abbiamo la possibilità di rimettere al centro le persone
con i loro problemi, le loro condizioni, esigenze, aspirazioni.”
Se riusciamo a farlo – conclude Rossi – può esserci un risanamento della
politica, della partecipazione democratica e dell’idea di
rappresentatività. Non possiamo più permetterci ragionamenti che non
tengono conto dell’esistenza delle persone vere e dei loro veri
problemi.”