
Mosca ha riferito che il presidente russo Vladimir Putin sarebbe scampato a un attacco “massiccio” di droni ucraini mentre si trovava a bordo di un elicottero in volo sulla regione di Kursk, nella Russia occidentale, all’inizio della settimana. L’attacco, definito “senza precedenti” da fonti militari russe, avrebbe coinvolto decine di UAV (droni ad ala fissa), lanciati mentre Putin visitava la zona teatro di duri scontri con le forze ucraine.
L’ufficiale della difesa aerea russa Yury Dashkin ha dichiarato che l’elicottero presidenziale si trovava “nell’epicentro dell’operazione di difesa” martedì scorso. “L’intensità degli attacchi durante il volo degli aerei del Comandante in capo supremo sul territorio della regione di Kursk è aumentata in modo significativo”, ha affermato, sottolineando il rischio corso dal presidente.
Secondo quanto riportato dai media statali russi, le forze aeree di Mosca hanno intercettato e distrutto 46 droni ucraini, assicurando l’incolumità del capo di Stato. “Il compito è stato portato a termine. Tutti i bersagli aerei nemici sono stati neutralizzati”, ha aggiunto Dashkin.
L’attacco coincide con un aumento degli attacchi con droni da entrambe le parti. Il Ministero della Difesa russo ha denunciato che tra martedì e venerdì l’Ucraina ha lanciato 764 droni contro il territorio russo. Sabato, il ministro degli Esteri russo Sergej Lavrov ha accusato Regno Unito, Francia, Germania e l’Unione Europea di essere corresponsabili dell’escalation, sostenendo che stanno armando Kiev per intensificare le ostilità.
Dall’altra parte del fronte, il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha denunciato un attacco combinato russo nella notte tra sabato e domenica, definendolo uno dei più gravi dall’inizio della guerra. Secondo Zelensky, la Russia ha lanciato circa 300 droni e 70 missili contro 30 città ucraine, colpendo infrastrutture civili e dormitori universitari. “Sono morte persone, inclusi bambini”, ha dichiarato.
Zelensky ha ribadito l’urgenza di nuove sanzioni internazionali contro Mosca e ha criticato il silenzio delle potenze occidentali, definendolo una forma di incoraggiamento all’aggressione russa. “Putin deve essere costretto a pensare non a lanciare missili, ma a porre fine alla guerra”, ha affermato, invocando maggiore determinazione da parte degli Stati Uniti, dell’Europa e della comunità internazionale.
Le nuove tensioni arrivano a pochi giorni dal più grande scambio di prigionieri di guerra effettuato finora tra Russia e Ucraina, a seguito di un accordo negoziato a Istanbul, segnale che gli sforzi diplomatici restano attivi, seppur fragili, in un contesto di guerra sempre più brutale e instabile.