
(AGENPARL) – Fri 23 May 2025 LE PORTE DIPINTE DI RUDIAE:LA CONCLUSIONE DEL RESTAURO
E L’ESPOSIZIONE AL MUSEO CASTROMEDIANO
Grazie a un accurato restauro filologico che ha permesso il recupero della forma, dei motivi decorativi e del colore, tornano visibili al pubblico “Le Porte Dipinte di Rudiae”. Il restauro, interamente finanziato dalla Regione Puglia, è stato eseguito nel laboratorio del Museo provinciale “Sigismondo Castromediano” dai restauratori Maria Francesca Coppola, Ianuaria Guarini, Gaetano Martignano e Giuseppe Tritto, coordinati dai conservatori Brizia Minerva e Anna Lucia Tempesta, sotto l’alta sorveglianza dei funzionari della Soprintendenza Archeologica, Belle Arti e Paesaggio di Brindisi e Lecce, Luisa Rosato, Giuseppe Muci e Angelica Mancini.
Le “Porte Dipinte di Rudiae” furono ritrovate nel 1959 a Rudiae durante una campagna di scavi condotta dall’archeologa salentina, direttrice del Museo Castromediano, Giovanna Delli Ponti. E la loro storia recente, nel corso degli ultimi decenni, è stata segnata da numerosi trasferimenti e da un restauro fortemente invasivo e traumatico eseguito negli anni Sessanta con materiali e metodi che, all’epoca, erano tuttavia considerati corretti.
Le Porte sono state definite quale “uno degli esempi maggiori dell’architettura funeraria nella Puglia prima di Roma” e si trovavano in un ipogeo ellenistico databile nella seconda metà del IV secolo a.C. «Dal suo elemento di maggior spicco potremo indicarlo come “Ipogeo delle Porte Dipinte”» scrive il professore emerito di UniSalento Francesco D’Andria nel contributo in apertura del volume che illustra l’intervento di restauro, le indagini e le ricerche che hanno accompagnato e permesso la realizzazione del nuovo allestimento e la restituzione al pubblico delle “Porte Dipinte di Rudiae” al Museo Castromediano.
Si tratta di quattro ante in calcarenite che servivano a chiudere due camere funerarie presenti nell’ipogeo. Ancora D’Andria: «Presentano in facciata su ciascuna delle ante due riquadri: quello in alto, segnato da una sottile cornice modanata, reca un motivo “a clessidra” in rosso, creato da due motivi curvilinei simmetrici; la stessa cornice delimita i riquadri dei pannelli inferiori, di maggiori dimensioni e completamente dipinti in rosso. Lungo i lati esterni delle due ante, sono indicati con un colore bruno-dorato le teste di chiodi, relativi al sistema di fissaggio delle ante ai cardini cilindrici che ne permettevano la rotazione verso l’interno degli ambienti di deposizione. Lungo le tre fasce orizzontali del telaio di ognuna delle ante corre una fila di cinque elementi circolari nello stesso colore dei chiodi, a simulare le borchie di bronzo che costituivano un elemento decorativo importante nelle porte in legno degli edifici pubblici e privati delle città elleniche. All’interno dei vani sono stati rinvenuti resti delle ossa degli individui deposti, insieme a pochi vasetti miniaturistici e unguentari, trascurati dagli scavatori clandestini che avevano violato la sepoltura. Ma alcune foglie di una corona in lamina d’oro sono quanto resta degli oggetti preziosi posti a segnalare il prestigio del personaggio, forse il capo famiglia, che riposava in una delle camere funerarie».
Le Porte restaurate sono ora esposte e visibili al Castromediano e, a completare il nuovo allestimento, un video-documento realizzato da “A.R.Va, Archeologia Ricerca e Valorizzazione”, spin-off del Dipartimento di Beni Culturali dell’Università del Salento diretto dall’archeologo Pio Panarelli con “AirFilm srl Produzioni Cinematografiche” di Roberto Leone e la collaborazione di Massimo Limoncelli del Dipartimento Culture e Società, ComLab Archelogia Virtuale dell’Università di Palermo.
Il restauro e l’allestimento al Castromediano delle Porte inaugura, per Rudiae, la prossima stagione di ricerca e di scavi che daranno nuova luce all’Ipogeo rivelando la sua reale funzione nella vita della dell’antica città messapica.
Lecce, 24 maggio 2025
Paola Ancora
Ufficio Comunicazione istituzionale
Università del Salento