
Il nuovo governo tedesco ha lanciato un allarme sulle crescenti incertezze legate alla politica tariffaria degli Stati Uniti, evidenziando come queste stiano già avendo effetti negativi sul commercio internazionale, sulla produzione industriale e sugli investimenti a livello globale.
Secondo un rapporto pubblicato mercoledì dal Ministero tedesco per gli Affari Economici e l’Azione per il Clima, l’economia tedesca ha registrato una crescita dello 0,2% nel primo trimestre del 2025. Questo risultato è stato trainato da consumi privati, investimenti e un aumento delle esportazioni, avvenuto prima dell’annuncio dei nuovi dazi statunitensi del 2 aprile. Tuttavia, il documento prevede un possibile rallentamento nei trimestri successivi, complice l’incertezza politica ed economica globale.
“Considerando lo sfondo della politica tariffaria statunitense ancora poco chiara, l’incertezza sulle politiche commerciali ed economiche rimane significativamente elevata, il che potrebbe avere ripercussioni negative anche sulla produzione globale e sulle attività di investimento in futuro”, si legge nel rapporto.
Le aspettative delle imprese restano deboli, soprattutto nel settore manifatturiero orientato all’export, da sempre colonna portante dell’economia tedesca. Il report segnala che, sebbene alcuni settori — come quello delle costruzioni e dei servizi — abbiano beneficiato di condizioni favorevoli, la fiducia resta fragile.
Le tensioni commerciali globali, alimentate dalle dichiarazioni e dalle politiche protezionistiche dell’ex presidente statunitense Donald Trump, sono considerate da molti analisti un “rischio particolare” per la Germania, che è stata l’unica economia del G7 a non crescere negli ultimi due anni.
Nel 2024, l’economia tedesca ha subito una contrazione dello 0,2%, dopo un calo dello 0,3% nel 2023, penalizzata anche dalla crescente concorrenza della Cina e da problemi strutturali interni. Il governo ha recentemente rivisto al ribasso le previsioni di crescita per il 2025, portandole dallo 0,3% iniziale a una crescita nulla, aggravando il timore di un terzo anno consecutivo senza espansione economica.