
(AGENPARL) – Tue 06 May 2025 **Consiglio della Provincia autonoma di Bolzano**
Comunicato del 06/05/2025, ore 16:42
Nota ai media!
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Consiglio
Lavori Consiglio: discussione sul disegno di legge costituzionale di Modifica dello Statuto -1
**La prima parte della discussione sul parere al disegno di legge costituzionale recante “Modifiche allo statuto speciale per il Trentino-Alto Adige/Südtirol”.
(In osservazione delle disposizioni sulla par condicio (articolo 9 della legge 22 febbraio 2000, n. 28) in vigore in vista degli eventuali ballottaggi conseguenti alle elezioni amministrative (18 maggio), nonché dei prossimi referenda popolari abrogativi (8-9 giugno), e a fronte delle relative indicazioni dell’Agcom, i comunicati stampa sui lavori del plenum saranno redatti in modo da assicurare imparzialità relativamente ai ballottaggi, evitando i nomi dei candidati o delle candidate, e senza riferimenti ai temi dei referenda abrogativi)
I lavori della sessione di maggio del Consiglio provinciale di Bolzano si sono aperti con l’esame del recante “Modifiche allo statuto speciale per il Trentino-Alto Adige/Südtirol” (, ), ai fini di esprimere un parere ai sensi dell’articolo 103, comma 3, dello Statuto speciale per il Trentino-Alto Adige/Südtirol. Dopo che il presidente Arnold Schuler ha aperto la seduta alla presenza del Console generale d’Austria a Milano Wolfgang Lukas Strohmayer, e del Gsandter e del capo del Dipartimento per l’Alto Adige – Südtirol e il Sud Europa nel Ministero Federale per gli Affari Europei ed Internazionali a Vienna Karl Prummer, presenti in tribuna, il presidente della commissione speciale competente per l’esame delle proposte di modifica dello Statuto, Harald Stauder, ha presentato la .
Il documento riferiva dei lavori in commissione e proponeva un parere favorevole con osservazioni, relative agli adeguamenti concernenti la rappresentanza dei gruppi linguistici negli organi esecutivi, la durata minima di residenza per l’esercizio del diritto elettorale attivo, il principio di intesa, il mantenimento della clausola di maggior favore negli ambiti non esplicitamente disciplinati dal disegno di legge costituzionale, la trasmissione del disegno di legge costituzionale alla Repubblica d’Austria e l’impegno per il futuro di ridurre i limiti posti alla legislazione delle province autonome e della Regione, per esempio il principio dell’interesse nazionale, l’esplicita citazione della tutela delle minoranze, l’esplicitazione dei livelli di autonomia già riconosciuti.
Nella successiva discussione, primo a prendere la parola è stato Sven Knoll (Süd-Tiroler Freiheit), che si è rammaricato che non fosse stato concesso di esprimersi in merito ai singoli punti, votandoli, nel corso della seduta straordinaria: uno “svuotamento della democrazia”. Ha aggiunto che gradualmente si cedono parti dell’Autonomia allo Stato, prima intoccabili; ciò è avvenuto a seguito della riforma costituzionale del 2001 e anche a partire da Mario Monti. Ora viene mantenuto l’interesse nazionale, che può essere tutto o nulla mancando una definizione. Knoll ha ricordato l’amia partecipazione alla Convenzione sull’Autonomia, poi abbandonata “perché c’era un accordo con Fratelli d’Italia” – la Provincia di Bolzano si era comportata come un soldatino, ma poi erano arrivate le richieste dei partiti italiani: se si vuole ripristinare qualcosa, allora si è costretti a dare una contropartita. In quanto al principio dell’intesa, è debole e può essere superato. Prima si parlava di limitazioni internazionali, ora di questioni interne allo Stato; in quanto alla clausola di residenza con la riduzione a due anni, che necessitá c’era di cedere questo diritto, anche a fronte della paventata reintroduzione della leva? Knoll ha poi fatto riferimento all’audizione di esperti organizzata dal suo gruppo, invitando a prendere esempio da quanto fatto dalle Isole Åland, che pretendono anche la conoscenza della lingua. Nello Statuto viene inoltre inserito il toponimo fascista Alto Adige, da utilizzare anche nella lingua tedesca. per tutti questi motivi, il suo gruppo avrebbe votato contro.
Brigitte Foppa (Gruppo verde) ha evidenziato che la coalizione di Governo aveva accolto Fratelli d’Italia per realizzare la riforma dell’Autonomia: bisognava ora valutare se ne era valsa la pena, domandandosi qual è il prezzo che bisogna pagare. In quanto al processo partecipativo della Convenzione, essa aveva evidenziato la necessità non solo di rivolgersi verso lo stato, ma anche di promuovere la democratizzazione interna, ma non era cambiato molto. Le modifiche anche nell’ambito della convivenza non le ha proposte Kompatscher, ma Urzì: quanto da lui proposto in questo senso non è una “concessione per gli italiani”, ma una concessione per la convivenza, ed espressione di una società più moderna. . In merito all’Autonomia si è sempre parlato di una storia di successo, ma qualche anno fa i toni sono cambiati, facendo emergere il concetto che era in pericolo. Gli esperti auditi in Consiglio regionale hanno definito la riforma debole, Depretis, in merito all’intesa, ha parlato di “intesa debole”. Sull’articolo 107 si è scettici. Con la riforma, le competenze tornerebbero a essere un po’ più ampie, e questo sarebbe positivo, ma qualche dubbio c’è sull’ambiente e tutela del territorio, in quanto le problematiche possono aumentare scendendo di livello. Da molto tempo è necessario ridefinire le basi della convivenza, perché molti non si riconoscono piú nel sistema così rigido, per esempio relativamente allo studio della seconda lingua. Il Gruppo verde voterà a favore, ma molto è ancora in sospeso.
Paul Köllensperger (Team K) ha chiarito che non si può parlare di terzo statuto, anche se ci sono modifiche puntuali da valutare positivamente. In quanto metodo, la modifica dello statuto richiede una democrazia partecipativa. Si dice “Meloni mantiene la parola”, ma bisogna ancora vedere cosa succederà a Roma: non tutto è ancora al sicuro. come detto dal prof. Toniatti, si tratta di una manutenzione più che di una riforma, si vuole giustificare una coalizione con la destra-destra. Lo stralcio al riferimento alla riforme socio-economiche è positivo, ma rimane l’interesse nazionale e con esso la possibilità di ingerenza della consulta, anche per i limiti dell’ordinamento giuridico. Una seconda parte introduce delle novità, che però non sono organiche; se fosse stata coinvolta la popolazione si sarebbe parlato anche di autonomia scolastica e finanziaria. In quanto ad appalti e commercio, quanto raggiunto è limitato, ci sono delle aperture sulla fauna selvatica ma non bastano. Il tema scuola non è stato affrontato, al contrario di altre nuove competenze che interessano la SVP e sono a rischio corruzione. Il Team K voterá a favore dell’intero pacchetto, essendo un partito autonomista. In quanto agli incarichi alla commissione dei Sei, è necessario che sia composta da esperti. Non va bene la norma facoltativa che la Giunta possa rifarsi al censimento linguistico: deve valere il risultato elettorale. Il tutto è un do ut des, al quale i Trentini non si sono prestati.IN merito alla “clausola d’intesa”, in realtà non è tale, perché rimane possibile una seconda lettura; uno strumento di tutela è che gli standard di autonomia non possono essere ridotti.
Sandro Repetto (Partito Democratico) ha parlato di “doppia lettura”, ringraziando il presidente Kompatscher di aver sempre informato i capigruppo: la prima è politica, e uno sblocco c’è stato in prossimitá delle elezioni, con FdI che ha valorizzato la cosa in campagna elettorale. Repetto ha quindi ricordato il contributo dato al progetto di convivenza da berloffa, e affermato che per il PD i valori autonomistici sono fondanti. Tra i protagonisti della riforma c’è l’on. Urzì, che quando era in aula consiliare aveva un altro atteggiamento. La Commissione dei seri non è mai stata coinvolta, ma si è proceduto con uan trattativa, che forse era l’unica strada da portare avanti; l’obiettivo iniziale era di bypassare il più possibile la Corte costituzionale. Rimangono i vincoli di ordinamento unione Europea, ordinamento internazionale; il rischio è di non cadere in una potestà legislativa maggiore di quella ordinaria, così come di creare un conflitto con la Corte costituzionale. In quanto all’intesa, non c’è uniformitá ma rimane il potere del Parlamento: si è a metà tra parere e intesa. Importante è il mantenimento del livello di autonomia riconosciuto. I due anni di residenza sono un intervento corretto verso chi arriva e vive qui, ma il senso di una riforma è la ricerca di un ampliamento legislativo, che lui approverà.