
(AGENPARL) – Sat 26 April 2025 GIORNATA INTERNAZIONALE DELLA SALUTE E SICUREZZA SUL LAVORO: NELLA MARCA TREVIGIANA GLI INFORTUNI NELL’ARTIGIANATO SONO IN COSTANTE CALO
A gennaio e febbraio 2025 sono stati 165, con un calo del 4,6% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso. Tra gennaio e novembre dell’anno scorso in provincia di Treviso sono stati denunciati 1.109 infortuni, contro i 1.128 del 2023, con una riduzione dell’1,7%. Un calo più marcato rispetto alla media provinciale del meno 0,5%, considerando tutti i settori economici.
Loris Balliana, vicepresidente Confartigianato Imprese Marca Trevigiana: «Le nostre sono botteghe-famiglia, dove la sicurezza non è un obbligo formale, ma un impegno autentico. Intanto guardiamo con interesse all’Accordo Stato-Regioni, siglato il 17 aprile e atteso da anni, che purtroppo continua a puntare sulla quantità e non sulla qualità degli interventi»
In discesa gli infortuni sul lavoro nell’artigianato. Nella Marca Trevigiana a gennaio e febbraio 2025 sono stati 165, con un calo del 4,6% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso. I dati sono forniti dal Centro studi Confartigianato in occasione della Giornata Internazionale della Salute e Sicurezza sul Lavoro. Gli infortuni in provincia, avvenuti in occasione di lavoro, sono stati 145, con un calo più sensibile del 5,8%. Quelli avvenuti su strada sono stati 20, uno in più rispetto al 2024.
«Il trend per il settore artigiano si conferma positivo», commenta Loris Balliana, vicepresidente Confartigianato Imprese Marca Trevigiana. «La tendenza alla riduzione degli infortuni del lavoro è confermata anche dai dati del 2024, a testimonianza che l’investimento dell’Associazione in sicurezza sta portando i suoi frutti».
Tra gennaio e novembre dell’anno scorso in provincia di Treviso sono stati denunciati 1.109 infortuni, contro i 1.128 del 2023, con una riduzione dell’1,7%. Un calo più marcato rispetto alla media provinciale di meno 0,5%, considerando tutti i settori economici.
«Una peculiarità dell’impresa artigiana è proprio la centralità della persona», ragiona il vicepresidente Loris Balliana. «Spesso si tratta di realtà dove il titolare lavora fianco a fianco con i dipendenti, con cui condivide non solo lo spazio, ma anche responsabilità, competenze e passione. Le nostre sono botteghe-famiglia, dove il datore di lavoro è l’ultimo a lasciare il cantiere o l’officina. In questo contesto, la sicurezza non è un obbligo formale, ma un impegno autentico verso chi ogni giorno costruisce valore con le proprie mani».
Confartigianato Imprese Marca Trevigiana ha da tempo investito nella sicurezza sui posti di lavoro, anche attraverso strumenti innovativi come i video, realizzati dal duo comico “I Papu”, o il progetto “VRST – Virtual Reality for Safety Training”, con la realtà virtuale a supporto della sicurezza in edilizia, messa a disposizione degli studenti. Non possono essere trascurate le azioni attuate tramite l’organismo paritetico di settore COBIS Treviso che si sono tradotte negli interventi sulla valutazione rischio incendio o formativi svolti direttamente presso le scuole professionali della Provincia, aventi contenuti analoghi a quelli che le aziende propongono quando assumono operai. La società di formazione dell’associazione nel solo 2024 ha formato in materia di sicurezza 8.000 figure operanti nei luoghi di lavoro (datori, preposti, lavoratori) .
Nella giornata del 28 aprile dedicata alla salute e alla sicurezza sul lavoro, l’Associazione guarda anche con attenzione al nuovo Accordo Stato-Regioni sulla formazione, siglato il 17 aprile 2025 in Conferenza Stato-Regioni. Una modifica normativa attesa da giugno 2022 e che ora ridefinisce durata, contenuti e modalità della formazione in materia di salute e sicurezza nei luoghi di lavoro. Il provvedimento oltre ad introdurre un nuovo modulo formativo dedicato ai datori di lavoro di almeno 16 ore, tra le altre novità dedica attenzione alla necessaria comprensione delle misure di sicurezza da parte dei lavoratori stranieri (nell’artigianato corrispondono al 30 % degli occupati, attestandosi al 50% nel settore più rischioso, quello delle costruzioni), individuando nella figura del mediatore culturale, che partecipa alle attività formative, una possibile soluzione al superamento delle difficoltà nella comprensione della lingua italiana.