
(AGENPARL) – Wed 09 April 2025 COMUNICATO STAMPA DEL 9 APRILE 2025
Il Teatro Garau di Oristano torna alla piena fruizione, completamente rinnovato
e con una capienza complessiva che ora raggiunge i 398 posti a sedere.
Questa mattina, alla presenza di 300 studenti degli istituti superiori cittadini, si
è tenuta la cerimonia inaugurale con il Sindaco Massimiliano Sanna, gli
assessori Carmen Murru e Ivano Cuccu e numerose autorità locali.
Il foyer, interamente ristrutturato, accoglie ora il pubblico in un ambiente
moderno e funzionale. Riapre anche la galleria con 120 posti a sedere, mentre
l’ingresso principale da vicolo Josto e le vie di fuga sono stati completamente
ripristinati, migliorando ulteriormente l’accessibilità e la sicurezza della
struttura.
“Oggi restituiamo alla città un teatro moderno e funzionale, sede privilegiata e
punto di riferimento per le attività culturali – ha dichiarato il Sindaco Sanna -.
Dopo sei anni di lavori, e una prima parziale riapertura nel 2021 con capienza
limitata a 278 posti, finalmente il Teatro Garau torna al suo storico splendore.
Un risultato atteso da tutta la comunità che segna un momento importante per
la vita culturale di Oristano”.
La giornata inaugurale è stata dedicata ad Antonio Garau, illustre
commediografo oristanese a cui il teatro è intitolato. Gli studenti hanno
assistito allo spettacolo in lingua sarda “Omaggio ad Antonio Garau”, a cura
dell’associazione culturale “Presidenti Comitato San Gregorio Magno” di
Solarussa, con due atti tratti dalle opere “Pibiri Sardu” e “Cicciu Fruschedda”,
adattati e diretti da Linuccia Ruggiu.
Il completamento dei lavori, finanziato con un investimento di 600 mila euro,
ha consentito di ampliare l’offerta culturale senza interrompere la
programmazione già avviata nel 2021 e affidata alla Pro loco.
“Abbiamo voluto condividere questo momento anche con il mondo della scuola
– ha concluso il Sindaco –, da sempre attento e sensibile alla promozione della
cultura e delle arti. Non poteva esserci modo migliore di celebrare questa
giornata se non attraverso il teatro e la lingua sarda”.