
Gli ex Forestali dello Stato, a lungo in attesa di un riconoscimento delle proprie ragioni, vedono finalmente una vittoria importante: il governo italiano ha ammesso le violazioni dei diritti previsti dalla Convenzione Europea dei Diritti dell’Uomo, ammettendo ufficialmente le responsabilità legate alla riforma che li ha trasformati da civili a militari. Questo passo è arrivato in risposta ai ricorsi che erano stati presentati davanti alla Corte Europea dei Diritti dell’Uomo (CEDU), la quale si apprestava a pronunciarsi su una sentenza di grande rilevanza.
La dichiarazione di colpevolezza del governo italiano, pur di evitare una sentenza definitiva da parte della Corte, ha messo nero su bianco alcune violazioni gravissime nei confronti degli ex Forestali. L’ammissione riguarda in particolare la Riforma Renzi/Madia, che ha imposto loro il passaggio alle forze di polizia con status militare. Questo processo, a detta dello stesso governo, ha avuto effetti discriminatori rispetto ad altri cittadini italiani e ha violato diritti fondamentali, tra cui la libertà di associazione e il diritto di scelta.
In particolare, l’esecutivo ha ammesso:
Di aver discriminato gli ex Forestali rispetto agli altri cittadini in relazione all’imposizione dello status militare, senza un effettivo diritto di scelta.
Di aver violato la loro libertà di associazione, a seguito del trasferimento forzato ad un corpo di polizia con status militare.
Di non aver offerto agli ex Forestali una reale possibilità di rifiutare il trasferimento a un corpo di polizia militare.
Di non aver messo in atto un rimedio adeguato per le violazioni segnalate in ambito internazionale.
A seguito di questa ammissione, gli ex Forestali stanno ora intraprendendo un’azione risarcitoria, che verrà seguita dallo Studio legale dell’Avv. Egidio Lizza, che ha curato ogni fase del contenzioso sia a livello nazionale che internazionale. La vicenda ha assunto contorni delicati, soprattutto considerando che il contenzioso non ha precedenti di rilievo nel sistema giuridico italiano. Inoltre, la stessa Corte Costituzionale, chiamata a pronunciare su questioni simili, è stata accusata di giustificare le scelte politiche alla base della riforma.
A sollevare ulteriori polemiche sono alcune associazioni professionali a carattere sindacale che, secondo gli ex Forestali, stanno cercando di guadagnare consensi con promesse poco concrete. Critiche che non risparmiano chi, in passato, avrebbe cercato di arruolare iscritti offrendo vantaggi senza garantire un impegno concreto.
In ogni caso, gli ex Forestali sono determinati a non fermarsi, con la chiara intenzione di portare la loro battaglia fino in fondo. L’obiettivo non è solo il risarcimento economico, ma un riconoscimento giuridico e morale di un’ingiustizia che, secondo loro, ha intaccato la loro dignità e i loro diritti fondamentali.
