
Illustrissimo Gran Maestro della Massoneria,
mi rivolgo a Voi con deferenza, stupore e – lo confesso – una punta di divertita perplessità. Le recenti vicende che hanno scosso la Massoneria italiana sono state per me fonte di profonda meditazione. E non parlo tanto dell’ennesima perquisizione della Guardia di Finanza alla Fondazione Onlus (un evento che ormai appare più frequente del canto del gallo all’alba), quanto della fiorente produzione letteraria dei Vostri Gran Maestri Onorari e miracolati.
Devo ammettere che ho trovato le loro missive di un certo interesse, non foss’altro che per la straordinaria capacità di reinventare la grammatica italiana, sfidando ogni convenzione con il coraggio di un iniziato pronto ad attraversare la soglia del non-senso. Ogni frase è un labirinto esoterico: soggetti che svaniscono, verbi evocati ma mai manifestati, aggettivi che fluttuano nel vuoto come simboli arcani. Un codice più ermetico delle Tavole di Smeraldo, capace di far impallidire perfino il più esperto dei crittografi.
Ma non di sola sintassi si nutre il pensiero massonico! Apprendo con stupore che, secondo alcune fonti ben informate, le Agenzie non possono essere querelate. Un dogma nuovo? Un’epifania iniziatica? Chi può dirlo! E chi conosce gli architetti che ha (hanno? ha? il mistero si infittisce) 635 denunce, una interrogazione al Ministro e, non dimentichiamolo, il fantomatico Camilloni? Si dice che chi capisce questo enigma acquisisca immediata elevazione spirituale… o almeno un forte mal di testa.
Quanto alla Fondazione Onlus, è ammirevole la dedizione con cui le Forze dell’Ordine si premurano di visitarla così spesso. Viene da pensare che si tratti di una sorta di loggia parallela, in cui la tradizione massonica si fonde con l’arte dell’accertamento fiscale. Forse, in fondo, la vera “Luce” di cui tanto parlate non è quella della conoscenza, ma piuttosto quella delle torce elettriche dei finanzieri mentre esaminano i bilanci.
Dalle più recenti teorie filosofiche e tesi storiche che vogliono la Libera Muratoria inglese del 1700 figlia dell’Illuminismo, apprendiamo che essa è la strada maestra che guida l’uomo verso la conoscenza della Bellezza e della Simmetria che regnano nell’Universo e che combatte l’ignoranza. Peccato che, dopo certi interventi come quello di Torino a metà febbraio, l’ignoranza sembri combattere con ben maggiore successo.
Concludo questa mia epistola con un umile suggerimento: perché non istituire un nuovo grado iniziatico dedicato all’uso corretto della lingua italiana? Potrebbe chiamarsi “Maestro della Sintassi Perduta” o “Guardiano della Virgola Smarrita”. Sarebbe un degno tributo a tutto ciò che oggi pare dimenticato.
Alla corte del Re Sole o alla Corte dei Miracoli? Questo è il vero mistero.
Con ossequiosa ironia,
Un umile seminarista, amante della grammatica e dell’ordine (non solo iniziatico).