
(AGENPARL) – Fri 21 March 2025 Agricoltura, De Carlo (FdI): Su dazi Usa Europa sia interlocutore forte al fianco dei produttori
“Lo spauracchio dei dazi non sia un alibi per dimenticare decenni di politiche agricole ideologiche” e “al tavolo delle trattative con un negoziatore aggressivo come il presidente Trump, l’Europa deve essere un interlocutore forte, una voce unica al fianco degli agricoltori”: questi i principali passaggi dell’intervento del senatore di Fratelli d’Italia Luca De Carlo, presidente della IX Commissione Senato – Industria, commercio, turismo, agricoltura e produzione agroalimentare, nel corso del panel che ha visto illustrate “testimonianze dal territorio e filiere di qualità” al Festival dell’Agricoltura di Piacenza.
“I dazi sono un tema futuribile, una minaccia potenziale non ancora reale sulla quale qualcuno spinge per distogliere l’attenzione sul fallimento degli ultimi vent’anni di politiche green ideologizzate dell’Unione Europea, e comunque un tema non nuovo per l’Italia che già con l’amministrazione Biden ne ha sofferto per oltre due miliardi di euro. Trump è un negoziatore aggressivo e spinge su questo per sedersi al tavolo degli accordi e per riequilibrare la bilancia commerciale tra USA ed Europa che vede i primi in posizione deficitaria: di fronte quindi dovrà trovarsi un interlocutore forte e credibile, conscio del ruolo dei produttori agroalimentari in Europa e che faccia gli interessi degli agricoltori. I dazi una ripicca verso le denominazioni di origine? Credo che i marchi DOP, DOC e IGP siano una garanzia di qualità anche per i consumatori americani, ottenuto grazie a Origine Italia e al grande lavoro del già europarlamentare Paolo De Castro; un esempio è la richiesta americana di uova, produzione in crisi per la diffusione dell’aviaria in quella nazione, che – guarda caso – porta gli Stati Uniti a chiedere aiuto all’Italia. Questa è la cultura da diffondere, quella della qualità: non è possibile che andiamo dal meccanico e non badiamo a spese per acquistare l’olio motore migliore per la nostra auto, mentre quando siamo al supermercato andiamo solo alla ricerca del prezzo più basso. L’Europa al tavolo di negoziato deve far valere questa posizione”.
Ultimo flash sulla questione manodopera e il decreto flussi: “Dalle mie parti, in Cadore e nel Bellunese, per descrivere le fatiche del lavoro in agricoltura si dice che “la terra è bassa”. Il problema della manodopera è una piaga di tutti i settori dell’economia, e in quello primario è ancora più sentito proprio per le caratteristiche del lavoro. Negli anni, c’è stato un uso strumentale del decreto flussi, soprattutto nelle aree che più avrebbero potuto godere dei benefici di nuove braccia per l’agricoltura: non è un caso che il presidente, Giorgia Meloni, sia andata in Direzione Antimafia per chiedere come mai al numero di domande d’ingresso non corrispondessero altrettanti contratti di lavoro, e in certe aree del Paese la delinquenza organizzata ha giocato un ruolo importante in questo. Per sopperire alla mancanza di manodopera, è fondamentale anche investire nell’innovazione, investendo e investendo bene: ci sono bandi PNRR ma anche risorse extra, però bisogna saper spendere senza ideologia, con concretezza e con visione. In questo ho per esempio l’onore di aver portato la sperimentazione in campo delle TEA, che adesso interesseranno il pomodoro, e bisogna contrastare gli oscurantisti anti-scienza e anti-agricoltura che hanno già vandalizzato le culture sperimentali TEA di riso in Lombardia e di vite in Veneto”.
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