
Nuove modalità di accesso alla facoltà di medicina. Luci e ombre
È innegabile che la riforma del sistema di accesso ai corsi di laurea magistrale in Medicina e chirurgia, in Odontoiatria e Medicina veterinaria. sia un tema cruciale, che si è affermato come una priorità nel dibattito politico e professionale nel corso degli anni.
Un’innovazione, di per sé, porta un valore positivo se concepita con l’obiettivo di affrontare problemi ritenuti significativi con soluzioni praticabili.
Il Ministro dell’Università e Ricerca, Anna Maria Bernini, propone criteri fondamentali, tra cui il merito, un aspetto che non può che trovare consenso generale. Tuttavia, è opportuno evidenziare che il cammino verso una riforma ben strutturata è spesso costellato di buone intenzioni che restano tali.
Sorge, dunque, la necessità di una visione d’insieme: discutere esclusivamente dei test d’ingresso, pur essendo un passo cruciale, diventa limitante se non si prende in considerazione anche il percorso formativo complessivo che gli aspiranti medici dovranno affrontare.
È pertanto auspicabile che il Governo e le forze parlamentari tornino a lavorare ad una riforma più globale, che integri tale modifica di ingresso in un contesto più ampio, coinvolgendo anche i sindacati, i quali rappresentano esperienze e istanze essenziali per il futuro dei nuovi professionisti della salute.
In quest’ottica, è fondamentale riconsiderare le borse di studio e l’organizzazione della formazione specialistica, ponendo come priorità l’interesse della sanità pubblica e dei medici in formazione.
Le incertezze risultano prevalenti rispetto alle certezze, e solo i decreti attuativi potranno dissipare i dubbi e concretizzare soluzioni efficaci. È noto che proprio nei dettagli si annidano le più complesse problematiche.
Come verranno uniformate le procedure nelle tante università?
Come verranno tarate su una base nazionale le valutazioni di fine semestre?
Quale sarà la gestione di un numero di iscrizioni che supererà di 5 o 6 ordini di grandezza l’attuale disponibilità didattica?
Tali questioni, insieme al ruolo crescente delle università telematiche, sono centrali nel dibattito necessario.
Le incertezze, ad oggi, superano i punti fissi. Tuttavia, una certezza resta ineludibile: il sistema deve essere analizzato e modificato in modo globale e condiviso, accompagnando lo studente dai banchi universitari fino al letto del paziente, in un’ottica che favorisca la salute pubblica nella sua essenza.