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Comunicato Stampa
17 marzo 2025
Siria: Save the Children,quasi 4.000 famiglie sfollate riceveranno cibo e coperte dopo gli scontri mortali a Latakia
Attualmente 16,7 milioni di persone nel Paese, quasi tre quarti della popolazione, hanno bisogno di supporto, tra cui 7,5 milioni di bambini. L’Organizzazione chiede a tutte le parti di garantire che i bambini siano protetti dalla violenza, che le infrastrutture civili siano risparmiate e che gli operatori umanitari abbiano un accesso immediato, sicuro, senza restrizioni a tutte le persone in difficoltà
Migliaia di famiglie sfollate, tra cui bambini e neonati, nella città costiera siriana di Latakia stanno affrontando la mancanza di coperte, cibo, acqua ed elettricità, dopo gli scontri mortali di inizio mese. Lo afferma Save the Children, l’Organizzazione che da oltre 100 anni lotta per salvare le bambine e i bambini a rischio e garantire loro un futuro, che sta consegnando rifornimenti di emergenza.
In collaborazione con i partner locali Syria Relief e Action for Humanity, Save the Children sta fornendo aiuti a 4.000 famiglie sfollate a Latakia, tra cui 12.000 coperte e 4.000 razioni di cibo pronte a essere consumate, come tonno e carne in scatola, biscotti e barrette energetiche.
Gli scontri nei governatorati costieri di Latakia e Tartous questo mese hanno costretto migliaia di persone ad abbandonare le proprie case e si parla di oltre 1.000 vittime, tra cui bambini. Tutto ciò mentre la situazione in Siria è al centro della conferenza annuale dei donatori guidata dall’UE che si tiene oggi a Bruxelles.
“Ci vogliono due ore e mezza di viaggio per percorrere la strada da Damasco a Latakia, e non era sicuro quando siamo partiti mercoledì scorso”, ha detto Anas, di Syria Relief. “Dopo gli scontri, la connessione Internet rimane instabile, manca l’acqua, l’elettricità e il pane e tutti hanno ancora paura”.
Ghadi*, 55 anni, di Jablé, una città che è stata teatro di massacri all’inizio di questo mese, è fuggito dalla città il 7 marzo con la moglie e i tre figli.
“Non oso tornare a casa mia. Ci sono ancora cadaveri sulla strada che porta a Jablé e nella città stessa. Le persone non sono state seppellite. La mia casa è bruciata. Era stata saccheggiata in precedenza. È ridotta in cenere. I miei vicini sono tornati ieri e mi hanno mandato dei video. Finora non sappiamo quante persone siano state uccise a Jablé. Nel villaggio di mia moglie, sono state uccise 174 persone. Ha perso dei familiari”, ha detto Ghadi.
“La violenza ha distrutto le vite di migliaia di bambini e delle loro famiglie e nelle ultime settimane ci sono stati nuovi scontri in alcune parti del Paese. Le crescenti ostilità di quest’anno hanno anche danneggiato o distrutto importanti infrastrutture, tra cui scuole e ospedali. Attraverso i nostri partner locali, stiamo raggiungendo bambini e famiglie vulnerabili che sono stati costretti a fuggire dalle loro case. Ma le necessità sono enormi. Alcuni cadaveri non vengono sepolti e a volte i bambini sono gli unici sopravvissuti di intere famiglie. Mentre i leader si riuniscono oggi nella Conferenza di Bruxelles per discutere del futuro della Siria, è fondamentale mantenere gli sforzi collettivi per ridurre le ostilità e proteggere i civili, a Nord, a Sud e a Ovest. Dobbiamo continuare a sostenere le vite e i diritti dei più piccoli e delle famiglie in Siria, assicurando loro protezione, accesso all’educazione, assistenza sanitaria e assistenza umanitaria. I bisogni, i diritti e la protezione dei bambini devono essere prioritari e al di sopra di tutto” ha dichiarato Bujar Hoxha, Direttore della risposta all’emergenza in Siria di Save the Children.
Quattordici anni fa a marzo iniziava il brutale conflitto in Siria. Sebbene la situazione nella maggior parte del Paese sia più calma, e persino promettente, le necessità umanitarie sono ai massimi storici. Attualmente, 16,7 milioni di persone, quasi tre quarti della popolazione, hanno bisogno di supporto, tra cui 7,5 milioni di bambini.
Save the Children chiede a tutte le parti di garantire che i bambini siano protetti e che le infrastrutture civili siano risparmiate. Agli operatori umanitari deve essere garantito un accesso immediato, sicuro, senza restrizioni e senza impedimenti, in modo che possano raggiungere la popolazione in difficoltà. Alle persone in fuga devono essere consentiti transiti sicuri e la possibilità di tornare non appena le condizioni saranno appropriate.
Il lavoro di emergenza di Save the Children è iniziato nella regione del Sahil a novembre 2024, poco prima della fine del precedente governo. Questo è il secondo intervento di Save the Children nella regione dopo il cambio di governo. Save the Children lavora in Siria dal 2012 e supporta le famiglie sfollate nel Paese, sia direttamente che tramite partner locali, distribuendo pacchi alimentari, acqua e altre forniture essenziali. L’Organizzazione supporta anche centri per sfollati e un numero di assistenza per le famiglie.
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