
Intervento del Presidente Carolina Lussana alla Cerimonia di inaugurazione dell’Anno giudiziario tributario 2025, ora in Sala della Regina.
Introduzione
La cerimonia di inaugurazione dell’Anno giudiziario è da sempre un prezioso momento di approfondimento in quanto ci consente di tracciare il bilancio di ciò che abbiamo fatto e, al contempo, di gettare le basi per gli obiettivi di domani.
Viviamo un’epoca complessa, segnata da conflitti che generano forti squilibri nella società. La giustizia tributaria fa parte di questa complessità perché abbraccia i rapporti fra fisco e cittadino-contribuente, talvolta caratterizzati da dinamiche non rispettose del dettato costituzionale. Ne è prova – purtroppo – la piaga dell’evasione fiscale che si attesta su circa 80 miliardi di euro l’anno, seppur in calo rispetto agli anni precedenti e con un netto miglioramento dell’attività di recupero, come risulta dai dati resi noti recentemente dal Governo.
Per proseguire su questa strada ed uniformarci alla media europea, è necessario proseguire con i controlli, rendere più semplice e trasparente il sistema fiscale, incentivare comportamenti virtuosi da parte dei contribuenti. Ridurre ulteriormente il tax gap non solo permetterebbe di incrementare le entrate fiscali, ma contribuirebbe anche a ridurre le disuguaglianze tra chi paga regolarmente le tasse e chi le evade, migliorando la giustizia fiscale e la competitività del sistema economico nazionale.
In questo contesto oggettivamente non facile, “Professionalità”, “Semplificazione” e “Fiducia” devono diventare le parole chiave del nostro programma: esse trasmettono il senso autentico di affidamento, custodendo una scintilla positiva nella connessione quotidiana dei cittadini con la giustizia tributaria, che con la riforma Cartabia, in fase di piena attuazione, è divenuta a tutti gli effetti la quinta giurisdizione del Paese.
Il Consiglio di Presidenza, che ho l’onore di presiedere, ha convintamente intrapreso nell’anno passato, a vari livelli istituzionali, un’azione incisiva per far riconoscere sempre più l’importanza della giustizia tributaria, ad iniziare dai gravosi e rilevanti compiti che i giudici e i magistrati tributari sono e saranno chiamati a svolgere e di cui devono e dovranno essere consapevoli.
Il ruolo della giustizia tributaria nel Paese
La giustizia tributaria è senza ombra di dubbio un pilastro del nostro apparato economico e sociale.
La legalità fiscale è il miglior “antidoto” per ogni forma di slealtà, che si chiami economia sommersa, evasione fiscale o sfruttamento del lavoro. Inoltre, è un incentivo alla crescita dato che equità ed efficienza fiscale migliorano l’attrattività del nostro sistema Paese, promuovendo la creazione di posti di lavoro. Infine, è un ottimo viatico per la riduzione delle disuguaglianze tra cittadini, contribuendo ad attuare il principio costituzionale della progressività fiscale.
“La disperazione più grande che possa impadronirsi di una società è il dubbio che vivere rettamente sia inutile”, affermava Corrado Alvaro.
La nostra responsabilità è dunque quella di assicurare che il sistema fiscale operi in maniera equa: solo così sarà possibile garantire che gli obblighi fiscali siano rispettati in modo spontaneo e consapevole.
“Non dobbiamo limitarci a dimostrare che sono mal distribuite, ma diffondere nel tempo stesso la persuasione che sono assolutamente necessarie”, diceva riguardo le tasse Giacomo Matteotti, di cui lo scorso anno abbiamo ricordato i cento anni dalla tragica morte.
Matteotti è stato il primo ad affermare la necessità di razionalizzare il sistema fiscale, introducendo un prelievo incentrato sull’imposizione personale e progressiva che potesse abbattere le disparità sociali.
Non dimentichiamo mai che evadere le tasse determina iniquità ed aree di privilegio che non sono compatibili con un sistema civile e democratico.
La riforma fiscale
Le norme fiscali sono spesso oggetto di continui cambiamenti con l’effetto di ingenerare nel cittadino-contribuente confusione e incertezza.
I diversi contesti territoriali, molto disomogenei sotto l’aspetto socioeconomico che caratterizzano il nostro Paese, hanno determinato ripercussioni sull’effettività dei diritti e, di conseguenza, sul contenzioso.
Il giudice tributario è chiamato all’altissima funzione sociale di dare una “giusta” risposta alle istanze di quest’ultimo, applicando la “giusta” imposta.
Il Governo si è impegnato nel ridurre la pressione fiscale per cittadini e imprese. Inoltre, ha previsto meccanismi collaborativi, come il concordato, basati sulla cooperative compliance.
Non si possono non ricordare inoltre le riforme in ambito processuale che mirano alla leale collaborazione tra fisco e contribuente: un cambio di passo per la realizzazione del giusto procedimento e l’attuazione del giusto processo tributario. Si tratta di riforme che hanno accolto la non più derogabile necessità di parità delle armi tra amministrazione finanziaria e contribuente.
Un sistema fiscale “semplificato”, infine, è fondamentale per la riduzione del contenzioso. Va accolta con favore la recente approvazione del Testo unico della giustizia tributaria, le cui disposizioni si applicheranno a decorrere dal prossimo mese di gennaio.
I numeri del contenzioso tributario
I dati che mi accingo ad esporre sinteticamente, e per la cui consultazione integrale rimando alla relazione distribuita, confermano, anche per l’anno passato, il valore delle controversie fiscali.
Il 2024 si è caratterizzato da un’evoluzione significativa del contenzioso, con un incremento del numero di ricorsi pervenuti e definiti.
Al 31 dicembre il numero di ricorsi pendenti ammontava a 259.453 unità, segnando un incremento del 2,5% rispetto all’anno precedente.
Nel 2024 sono pervenuti 224.725 nuovi ricorsi, di cui 182.112 nelle Corti di primo grado e 42.613 nelle Corti di secondo grado. Il valore totale delle controversie pervenute ammonta a circa 23,7 miliardi di euro. Al contempo sono stati definiti 218.384 ricorsi per un valore complessivo di 25,97 miliardi di euro.
L’analisi per scaglioni evidenzia che nelle Corti di primo grado il 57,8% dei ricorsi definiti riguarda controversie di valore inferiore ai 5.000 euro. Solo l’1,2% riguarda controversie superiori al milione di euro. Per le Corti di secondo grado la distribuzione è simile.
Il clearance rate (cliarenz reit) (tasso di smaltimento dei ricorsi) nel 2024 si è attestato al 90,5% per le Corti di primo grado e al 125,6% per le Corti di secondo grado.
Il tempo medio di definizione dei ricorsi ha registrato un’ulteriore riduzione nel 2024, attestandosi a 373 giorni in primo grado e 947 giorni in secondo grado.
Nel 2024 hanno prestato servizio in media 2.086 giudici tributari, di cui 1.518 in primo grado e 568 in secondo grado. Ogni giudice di primo grado ha definito, in media, 110 ricorsi. La giustizia tributaria, anche nell’anno passato, ha dunque contribuito in maniera significativa alla gestione del contenzioso e alla lotta all’evasione, con il recupero di somme importanti per il bilancio dello Stato.
L’organizzazione della giustizia tributaria
Nell’anno passato sono state assegnate le sedi per i 22 magistrati transitati dalle altre giurisdizioni.
Ha poi preso il via la prima procedura concorsuale per magistrato tributario professionale. Il Consiglio di Presidenza ha nominato nei tempi previsti dalla legge la Commissione d’esame, presieduta dall’Avvocato generale presso la Corte di Cassazione Francesco Salzano. Si tratta di una Commissione di altissimo livello che voglio ringraziare in questa occasione per l’ottimo lavoro che sta svolgendo.
Lo scorso 14 febbraio si è tenuta la prova preselettiva, superata da 438 candidati su 4.443 che si erano presentati. Auspico che già prima dell’estate si possano svolgere le prove scritte, a cui parteciperanno, includendo gli esonerati dalla prova preselettiva, 630 candidati.
Con l’ultima legge di Bilancio è stato rideterminato anche il numero dei posti messi a bando. Quelli per l’attuale concorso potranno essere aumentati di 29 unità, passando da 146 a 175.
Nel 2026, insieme all’immissione in servizio dei vincitori del primo, si svolgerà anche il secondo concorso per magistrati tributari, che dovrà essere bandito quanto prima e porterà in tempi rapidi a nuovi ingressi per un totale di circa 350 magistrati tributari.
Con un terzo concorso, infine, saranno assunte nel 2029 ulteriori 204 unità. In tal modo, entro quattro anni, sommando i 22 magistrati transitati e già in servizio, dovremmo raggiungere le 576 unità complessive che costituiranno, unitamente ai giudici tributari del ruolo unico in servizio, l’organico della nuova giurisdizione tributaria professionale.
Quanto allo status giuridico del magistrato tributario, si è proceduto, nei limiti delle prerogative del Consiglio e compatibilmente con le norme primarie, a disciplinare alcuni dei relativi aspetti regolamentando così anche la disciplina degli incarichi extra-giudiziari e delle incompatibilità. Va evidenziata, comunque, la necessità di un intervento normativo per disciplinare lo status dei magistrati tributari e anche l’adozione di un correttivo della disciplina del tirocinio, attualmente previsto esclusivamente presso i magistrati tributari che al momento, come detto, sono appena 22. Una giustizia tributaria proiettata verso il nuovo ha però l’obbligo e il dovere di non dimenticare chi vi ha prestato servizio e lo farà ancora per diversi anni.
Il Consiglio, per questo, nel rispetto delle prerogative del Parlamento e del Governo, ha invitato il legislatore a voler prendere in considerazione la rivisitazione del compenso fisso e variabile, quest’ultimo fermo al 2006, prevedendo al contempo meccanismi periodici per un suo adeguamento. Inoltre, è stata auspicata una doverosa attenzione nei confronti dei giudici tributari provenienti dal mondo delle professioni che si sono sentiti penalizzati dalla riforma che gli ha negato la possibilità di una procedura di transito ovvero una modalità specifica di accesso alla magistratura professionale, con idonee garanzie retributive, contributive e previdenziali.
Sono stati quindi affrontati i sopravvenuti problemi di organico determinati dalle uscite di tanti giudici tributari per raggiungimento del limite di età. Ed è stata ritenuta indispensabile la proroga del décalage, poi avvenuta con l’ultima legge di bilancio.
A febbraio del 2024 è stata deliberata l’approvazione di otto bandi di interpello orizzontale.
Alle procedure concorsuali, conclusesi il successivo mese di ottobre, con una rapidità straordinaria rispetto a quanto avvenuto in passato, hanno partecipato 118 candidati che hanno coperto 86 posti.
Abbiamo approvato, proprio ieri, anche le procedure concorsuali verticali, indispensabili a garantire la continuità delle funzioni giurisdizionali delle nostre Corti.
Con l’ultima risoluzione sui “Criteri e le linee guida per l’organizzazione ed il funzionamento delle Corti tributarie” è stato garantito il miglior raccordo fra il mutato assetto normativo e l’immissione nelle funzioni dei magistrati tributari transitati e una più puntuale indicazione e differenziazione del carico esigibile.
A tutela del diritto alla salute dei giudici tributari, il Consiglio ha di recente approvato una nuova Risoluzione per l’applicazione ad altra sede di giudici affetti da gravi impedimenti fisici, e una disciplina ad hoc nell’ipotesi in cui il giudice documenti di essere il referente unico (c.d. caregiver) nel prestare assistenza ad un familiare.
La formazione dei giudici e magistrati tributari
Investire nella formazione dei magistrati è un investimento nel futuro della giustizia tributaria e, più in generale, del nostro Paese. Un magistrato ben preparato e costantemente aggiornato è indubbiamente in grado di garantire decisioni di qualità.
A luglio abbiamo approvato il Piano formativo per l’anno 2025. Il programma prevede eventi, corsi e seminari su argomenti di grande interesse ed attualità come “Cryptocurrency e fisco”, “Il diritto tributario e la green economy” o “La giustizia tributaria nell’era del digitale”.
In attuazione dell’articolo 5-bis del decreto legislativo 545 del 1992 è stato sottoscritto lo scorso 13 novembre un importante Accordo quadro con la Scuola Nazionale dell’Amministrazione, rappresentata per l’occasione dalla sua presidente, la professoressa Paola Severino, per una formazione personalizzata e decentralizzata che tenga conto delle esigenze dei diversi territori.
Non posso infine non ricordare in questa sede gli accordi sottoscritti con altre Istituzioni formative – come le Università – e con il mondo delle professioni.
I rapporti con altre istituzioni e gli altri Organi di autogoverno
Sono in corso fattive interlocuzioni con le Commissioni parlamentari affinché il Consiglio di Presidenza venga sempre audito nelle discussioni sulle materie tributarie.
Con gli Organi di autogoverno delle altre magistrature è invece attivo un Tavolo di confronto su tematiche di comune interesse. Le varie magistrature, pur differenziandosi per ambiti di azione e organizzazione, sono legate fra loro dalla necessità di tutelare i principi costituzionali posti a fondamento della civile e pacifica convivenza, per realizzare un sistema giudiziario armonico e funzionale.
Meritano di essere segnalate le positive interlocuzioni con la Corte di giustizia europea e con la Corte europea dei diritti dell’uomo.
Resta comunque sempre aperto il tema del rafforzamento del Consiglio di Presidenza. Il Mef ha accolto alcune nostre richieste di implementazione della dotazione finanziaria, anche e soprattutto con riferimento allo sviluppo del sistema informatico.
Occorre però più autonomia di spesa e più autonomia organizzativa. Penso ad un ruolo autonomo del personale, come ha il Csm, e a un autonomo servizio studi, con la partecipazione di magistrati ed esperti del mondo delle professioni e dell’accademia.
Lo sviluppo digitale
È stato sottoposto nei mesi scorsi a tutte le Corti un questionario mirato a verificare il livello delle dotazioni tecnologiche e informatiche a disposizione. Questo strumento ci ha permesso di raccogliere dati precisi e di identificare carenze e aree di miglioramento, fondamentali per garantire che i giudici e i magistrati tributari possano svolgere il loro lavoro nelle migliori condizioni possibili.
Per l’implementazione del sistema informatico, abbiamo attivato un confronto stabile con il Mef e che vede anche la partecipazione di Sogei.
Il Consiglio, a tal proposito, ha trasmesso al Direttore del Dipartimento della giustizia tributaria alcune indicazioni e richieste, con l’auspicio che siano realizzate nel più breve tempo possibile, nella prospettiva di una crescita complessiva dell’efficienza e della qualità della giustizia tributaria.
La trasparenza delle attività consiliari
Sin dall’avvio dell’attuale consiliatura, grande importanza è stata attribuita al tema della trasparenza. Tra le iniziative più importanti, cito il regolare invio, subito dopo ciascuna riunione del Plenum, di un dettagliato resoconto a tutti i giudici e magistrati tributari. Ciò garantisce un’immediata conoscibilità dei lavori e delle discussioni che avvengono nel Consiglio, e che hanno un impatto diretto sulla vita delle Corti.
L’Ufficio ispettivo e quello del massimario
Il Consiglio, in attuazione della legge, ha approvato la costituzione dell’Ufficio ispettivo e dell’Ufficio del massimario. Queste strutture avranno un ruolo cruciale nel garantire la corretta applicazione delle norme e l’uniformità delle decisioni.
L’Ispettivo, dotato di ampi poteri di indagine, ci consentirà di monitorare costantemente l’attività giurisdizionale e di intervenire tempestivamente in caso di irregolarità: sarà un valido strumento per l’accertamento dell’eventuale consumazione di illeciti disciplinari che dovranno essere adeguatamente sanzionati.
L’Ufficio ispettivo, inoltre, dovrà curare l’approfondimento di temi organizzativi e ordinamentali per suggerire gli strumenti più idonei per garantire indici di ricambio e di smaltimento positivi, garantendo una giustizia tributaria in tempi ragionevoli. Insomma, un modello ispettivo ispirato anche e soprattutto alla prevenzione e alla ricerca delle buone prassi.
Il Massimario, invece, si occuperà di analizzare in modo sistematico la giurisprudenza tributaria al fine di individuare, attraverso la loro conoscibilità, gli orientamenti prevalenti, favorendo l’uniformità delle decisioni ed evitando contrasti inconsapevoli.
Il flusso informativo destinato a rilevare il “diritto vivente” e ad implementare la banca dati di nuova creazione, gratuita ed accessibile a tutti, sarà alimentato da un dialogo virtuoso e proficuo dei massimatori con i presidenti delle Corti di giustizia tributaria, oltre che dall’indispensabile raccordo con la banca dati della giurisprudenza di legittimità.
Il comune sforzo sarà dunque rendere uniforme e prevedibile l’interpretazione della legge.
La nuova geografia giudiziaria
Il Governo ha comunicato che entro l’anno intende procedere con la revisione della geografia giudiziaria, inserita nell’ambito della delega fiscale.
La legge ha infatti fissato i principi e i criteri per la ridefinizione dell’assetto territoriale delle Corti di giustizia tributaria.
L’attuale pianta organica ha circa 20 anni ed è stata pensata per un contesto completamente diverso, con numeri di flussi e ricorsi in entrata non più attuali e con dei giudici applicati solo a tempo parziale.
L’introduzione progressiva del magistrato professionale a tempo pieno ha imposto una riflessione su carichi di lavoro diversi e diversificati.
L’obiettivo è rendere più efficiente l’attività dei giudici e magistrati tributari e al contempo conseguire i risparmi di spesa previsti dal Pnrr.
In questo procedimento di riforma e prima dell’emanazione del relativo decreto, il Ministero, e lo abbiamo interpretato come un gesto di riconoscimento al nostro ruolo istituzionale, ha voluto coinvolgere il Consiglio di Presidenza. La proposta del Ministero prevede diversi accorpamenti. Il Consiglio sta adesso esaminando la relativa documentazione e svolgendo la necessaria istruttoria, nella consapevolezza che, alla stregua di quanto sempre fatto, svolgerà il proprio ruolo con serietà e senso di responsabilità.
Riteniamo, ad ogni modo, che in un momento di cambiamenti epocali per la magistratura tributaria sia necessario garantire una gradualità del procedimento di modifica, a tutela dei contribuenti, del foro, del personale delle Corti, dei giudici e dei magistrati tributari e della stessa efficienza e funzionalità del sistema.
Ricordiamo sempre che se è vero che il processo telematico garantirà comunque ai cittadini l’accesso alla giustizia, una Corte è sempre un presidio di legalità, quale organo che conosce la realtà territoriale in cui opera. Qualunque progetto di riforma, infine, dovrà necessariamente prevedere un ampio intervento legislativo di “accompagnamento attuativo”.
Il rapporto con il MEF
Il giudice tributario, al pari di tutti gli altri giudici, non solo deve essere terzo ed indipendente ma deve anche apparire tale. Una recente sentenza della Corte costituzionale, la 204 del 2024, nel rigettare le eccezioni di incostituzionalità della legge 130 proprio con riferimento ai profili dell’indipendenza dal Mef, ha però ulteriormente enfatizzato la natura giurisdizionale delle Corti tributarie, sottolineando che la riforma del 2022 “ha avvicinato molto la giurisdizione tributaria a quella ordinaria”. Un’affermazione importante che appare come un invito a un rinnovato dibattito pubblico sulla necessità di assicurare al giudice tributario le guarentigie connaturate al suo status, per una sua completa equiparazione alle altre giurisdizioni.
Conclusioni
Avviandomi alle conclusioni permettetemi di ringraziare, anche a nome di tutti i consiglieri, i nostri giudici e magistrati tributari, il personale amministrativo delle Corti e del Consiglio di Presidenza, per l’impegno e la dedizione con cui hanno svolto i propri compiti.
La giustizia tributaria è il fondamento stesso della fiducia tra Stato e cittadini, valore che in questo particolare momento storico va più che mai preservato e rafforzato. Senza un sistema fiscale giusto ed efficiente, il patto sociale su cui si regge la nostra democrazia rischia di incrinarsi.
L’equità fiscale è un diritto che lo Stato ha il dovere di tutelare. Difendere la giustizia tributaria significa difendere la legalità e rafforzare la coesione sociale, perché solo attraverso regole chiare e applicate in modo equo possiamo garantire che nessuno paghi troppo e nessuno paghi troppo poco.
“La legalità è ciò che difende il diritto di ciascuno, non ciò che concede privilegi a pochi”, diceva Cesare Beccaria.
Certa che tutti i giudici e magistrati tributari continueranno ad operare con il dovuto impegno e senso di responsabilità, ringraziando tutti voi presenti per aver partecipato alla nostra cerimonia, dichiaro aperto l’Anno giudiziario 2025.