
(AGENPARL) – mar 25 febbraio 2025 TLC, BEVILACQUA (M5S): CON MELONI RETE UNICA SPOLPATA DA FONDI ESTERI, E’ UNA DERIVA
NOTA STAMPA
*TLC, BEVILACQUA (M5S): CON MELONI RETE UNICA SPOLPATA DA FONDI ESTERI, E’ UNA DERIVA*
Roma, 25 febbraio. “FiberCop, la società della rete unica delle telecomunicazioni, prova a raccontare che nell’immediato non ci saranno esuberi e che tutto sommato sarà tenuta la barra dritta sugli investimenti. Anche un bambino si rende conto che questa fiabesca narrazione viene imbastita per provare a sterilizzare le indiscrezioni del Financial Times sui buchi negli obiettivi di utili operativi e il conseguente nervosismo innescato negli impazienti fondi esteri a cui la società è stata consegnata, in primis il fondo americano Kkr. E la stessa narrazione viene imbastita per far dimenticare che qualche tempo fa è saltato all’improvviso l’ex ad di FiberCop, Luigi Ferraris, pochi mesi dopo la sua nomina. Ma questa è una fiaba, appunto, e a dimostrarlo emerge la preoccupazione dell’Esecutivo, che ora prova ad accelerare la fusione tra FiberCop e Open Fiber, dove lo Stato (Cdp) è in maggioranza (60%). Ma in che modo il Mef porta FiberCop a questa trattativa di matrimonio? E a quali condizioni, stante il dominio di Kkr nella stessa FiberCop? Qui c’era, c’è e resterà il vizio di origine: aver permesso a tre fondi esteri, Kkr, il fondo sovrano di Abi Dhabi e un fondo pensione canadese, di aver campo libero in FiberCop con il 73% del capitale, mentre il Mef ha un misero 16% che lo rende spettatore passivo. Oggi emerge più nitidamente che mai il fatto che per Kkr la rete unica è un asset da spolpare, da monetizzare in tempi rapidi, con un modus operandi rapace che è tutto il contrario della filosofia di paziente investimento nel futuro di un’infrastruttura italiana. Purtroppo è una scena destinata a ripetersi anche in Sparkle e Rai Way: la prima, società dei cavi sottomarini; la seconda, società delle torri tv e dei data center; entrambe oggetto di processi di cessione di pezzi, con sfumature diverse, ma sempre con il minimo comun denominatore dei fondi esteri a tirare le fila. Questa è una deriva che impoverirà il Paese ancora di più, colpendolo nei suoi asset strategici residui. Noi abbiamo presentato diverse interrogazioni ai ministri dell’economia, della difesa e delle infrastrutture per chiedere conto di questo discount Italia attrezzato dai patrioti alle vongole”. Lo comunica in una nota Dolores Bevilacqua, componente M5S della Commissione di vigilanza Rai e vicepresidente della Commissione politiche Ue del Senato.
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Ufficio Stampa Parlamento
Movimento 5 Stelle