
AI FRATELLI DEL G.O.I. INVITO ALLA RIFLESSIONE
“La Massoneria è un Ordine universale iniziatico di carattere tradizionale e simbolico.
Intende al perfezionamento ed alla elevazione dell’Uomo e dell’Umana Famiglia” (art.
1 della Costituzione del GOI).
Ed ancora.
“Il Grande Oriente d’Italia, fatti propri gli Antichi Doveri, persegue la ricerca della
verità ed il perfezionamento dell’Uomo e dell’Umana Famiglia; opera per estendere a
tutti gli uomini i legami d’amore che uniscono i Fratelli; propugna la tolleranza, il
rispetto di sé e degli altri, la libertà di coscienza e di pensiero” (art. 4 della Costituzione
del GOI).
Ed infine: “Il Grande Oriente d’Italia lavora alla Gloria del Grande Architetto
dell’Universo” (art. 5 della Costituzione del GOI).
Il Grande Oriente d’Italia, dunque, è un’Istituzione senza tempo, dotata, però, di
quell’elemento indispensabile che accomuna tutti i fenomeni umani di natura
universale e di carattere iniziatico, tradizionale e simbolico, cioè la Memoria.
Il Grande Oriente d’Italia non può dimenticare, come invece oggi empiamente ha
fatto, di far sentire la propria voce nel giorno dedicato all’Olocausto, ossia la più
grande e mortifera tragedia della storia dell’umanità, in cui perirono milioni di
innocenti esseri umani e in cui a migliaia furono i Liberi Muratori che trovarono il loro
martirio per mano di demoni camuffati da uomini.
Rinunciare ad elevare al tempo presente ed a quello futuro la voce del Grande Oriente
d’Italia e, perciò, di ricordare la funesta tragedia della Shoà, costituisce un fatto
miserevole e colpevole.
Tacere la voce dell’Ordine in un giorno così simbolicamente importante per l’Umana
Famiglia dà la misura della inconsistenza iniziatica e morale di chi ne costituisce
l’autoproclamato vertice attuale e, altresì, espone tutti i Fratelli della Comunione al
discredito e alla disistima delle Istituzioni statuali e del mondo profano, contribuendo
così a far crescere il pregiudizio collettivo verso la tradizione latomistica, che,
purtroppo, anima nel profondo ampi settori dell’opinione pubblica italiana.
All’attuale vertice del Grande Oriente d’Italia, con l’auspicio fraterno che possano
attutire il senso di vergogna per la scellerata rinuncia odierna, voglio ricordare le
parole di Primo Levi: “L’Olocausto è una pagina del libro dell’umanità da cui non
dovremmo mai togliere il segnalibro della memoria”.
A Voi, Fratelli carissimi, auguro una serena e profonda riflessione, rigenerante e
costituente per il tempo presente e per quello futuro.
Con il Triplice Fraterno Abbraccio e Alla Gloria Del Grande Architetto Dell’Universo.
Fr. A. S