
(AGENPARL) – ven 24 gennaio 2025 [image: image.png]
*Agnelli (Confimi Industria) “Fate presto, il resto del mondo ci sta
surclassando”. *
*Urgente un cambio di rotta per salvare le imprese italiane e il Made in
Italy*
Roma, 24 gennaio 2025 – “Non possiamo più pretendere che le PMI italiane,
che generano il 73,8% del PIL e hanno salvato l’economia nazionale durante
la pandemia, continuino a resistere da sole. Ora è compito della politica e
delle istituzioni intervenire con decisione”, dichiara Paolo Agnelli
presidente di Confimi Industria.
La Confederazione della manifattura e dell’impresa privata propone un piano
d’azione urgente per affrontare le principali criticità che stanno
soffocando il tessuto produttivo italiano: *una politica energetica
competitiva,* per allineare il costo dell’energia per le imprese italiane a
quello dei paesi europei concorrenti, come la Spagna, che ha introdotto un
tetto al prezzo energetico, *una riforma fiscale che premi gli incrementi
di redditività delle imprese*, riducendo la pressione fiscale e
contributiva; l’introduzione di una politica di *protezione delle materie
prime riciclabili* per impedire l’export indiscriminato di rottami
metallici strategici per l’economia circolare; *la sospensione del Patto di
Stabilità* così da consentire agli Stati membri di adottare misure di
sostegno alle imprese senza i vincoli attuali, fino alla ripresa economica;
la *rimodulazione del Green Deal* e posticipare di dieci anni l’adozione
delle norme più stringenti, per permettere una transizione industriale,
finanziaria e culturale sostenibile per le aziende europee, in particolare
nel settore automotive.
Negli ultimi due anni, in Italia, hanno chiuso 330 mila imprese, un dato
allarmante che si somma alla media degli ultimi dieci anni: 53 chiusure al
giorno (CRIBIS – ISTAT). Questi numeri evidenziano uno scenario drammatico
per il sistema economico italiano, ulteriormente aggravato dalle 116
milioni di ore di cassa integrazione registrate dall’INPS nel 2024. Il 2025
non promette meglio: un’impresa su quattro del sistema Confimi Industria
prevede il ricorso alla cassa integrazione.
Le aziende italiane sono inoltre oppresse da una pressione fiscale e
contributiva che le penalizza rispetto ai competitor europei. Il carico
fiscale per le imprese italiane raggiunge il 44%, contro una media europea
del 34%, e il costo del lavoro è tra i più alti d’Europa, nonostante le
retribuzioni siano tra le più basse. A questa situazione si aggiunge un
costo dell’energia quattro volte superiore alla media europea e la mancanza
di politiche efficaci per contenere speculazioni sui prezzi.
L’assenza di una visione strategica e di una politica industriale adeguata
è evidente non solo a livello nazionale, ma anche europeo. I parametri
rigidi del Patto di Stabilità, la legge sulla concorrenza, il blocco degli
aiuti di Stato e l’assenza di protezione per materie prime strategiche
stanno minando la competitività delle nostre imprese. La prolungata guerra
in Ucraina e la politica restrittiva della BCE hanno ulteriormente
aggravato la situazione, con effetti negativi su esportazioni e consumi.
“Negli ultimi anni, molti marchi simbolo del Made in Italy sono stati
acquisiti da aziende estere, un segnale evidente di una debolezza
strutturale che non possiamo più ignorare. Dobbiamo agire ora per
salvaguardare il nostro patrimonio industriale e culturale”, sottolinea
Agnelli.
Il presidente conclude con un appello alla politica italiana ed europea:
“Fate presto. Il resto del mondo ci sta surclassando, e non possiamo
permetterci di perdere ulteriori pezzi del nostro sistema produttivo.”
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Eleonora Niro
Ufficio stampa – Relazioni Esterne
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