
(AGENPARL) – gio 23 gennaio 2025 GIORNO DELLA MEMORIA:
L’INTERVENTO DEL RETTORE ROBERTO PINTON
Udine, 23 gennaio 2025 – «Coltivare la memoria è ancora oggi un vaccino prezioso contro
l’indifferenza e ci aiuta, in un mondo così pieno di ingiustizie e di sofferenze, a ricordare che
ciascuno di noi ha una coscienza e la può usare». Il monito di Liliana Segre racchiude il significato
profondo del Giorno della Memoria a 80 anni esatti dall’abbattimento dei cancelli del campo di
concentramento di Auschwitz.
Ogni anno, il 27 gennaio, la Repubblica italiana ricorda lo sterminio del popolo ebraico (la Shoah),
le leggi razziali, la persecuzione dei cittadini ebrei, gli italiani che hanno subìto la deportazione, la
prigionia, la morte, chi si è opposto al progetto di sterminio e, a rischio della propria vita, ha salvato
altre vite e protetto i perseguitati.
È utile e necessario ricordare il primo articolo della legge n.211 del 2000, promossa da Furio
Colombo scomparso in questi giorni, che ha istituito il Giorno della Memoria. Perché questa
commemorazione riguarda ciascuno di noi e, soprattutto, la memoria collettiva, che è
fondamentale trasmettere affinché non si ripeta mai più quello che è stato giustamente definito
come il momento più buio della storia dell’umanità. Perché la memoria collettiva deve tramutarsi in
responsabilità collettiva.
Da questa giornata, infatti, deve continuare a venire un monito contro l’odio razziale, etnico,
religioso, contro ogni discriminazione e contro le violenze e le sopraffazioni che purtroppo ancora
insanguinano molte parti del mondo. Divulgare, trasmettere la conoscenza, è il modo migliore per
non dimenticare e onorare il Giorno della Memoria. Il suo significato è stato ben riassunto da Tullia
Zevi: «non si può affidare il dovere di tramandare la memoria della Shoah soltanto ai sopravvissuti
e ai discendenti delle vittime: siamo tutti coinvolti».