
La Francia ha lanciato un avvertimento chiaro e deciso all’ex presidente degli Stati Uniti Donald Trump, riaffermando che la Groenlandia, sebbene non direttamente parte dell’Unione Europea, è considerata parte dei confini sovrani del blocco europeo. Questo messaggio arriva mentre Trump ha nuovamente sottolineato l’importanza strategica dell’isola artica e ha ventilato l’idea di un’acquisizione americana.
Il ministro degli Esteri francese, Jean-Noël Barrot, ha dichiarato che la Groenlandia è un territorio d’oltremare strettamente legato all’UE attraverso la Danimarca e che ogni tentativo di acquisizione rappresenterebbe un affronto ai principi fondamentali della sovranità europea. Intervistato da France Inter, Barrot ha affermato: “È fuori questione che l’Unione Europea possa permettere ad altre nazioni del mondo, chiunque esse siano, di attaccare i suoi confini sovrani”.
I commenti di Barrot arrivano in un contesto di crescente preoccupazione tra i leader europei, allarmati dalla visita di Donald Trump Jr. in Groenlandia. La presenza del figlio dell’ex presidente è stata interpretata come un segnale concreto delle intenzioni americane di mettere la mano sull’isola. Il Financial Times ha riportato che diversi funzionari dell’UE si sono detti “profondamente turbati” dai recenti sviluppi, vedendo in questa visita un’indicazione che Trump potrebbe seriamente prendere in considerazione un’acquisizione, anziché limitarla a un semplice espediente retorico.
In una dichiarazione parallela, Sophie Primas, portavoce del governo francese, ha definito l’interesse degli Stati Uniti per la Groenlandia una forma di imperialismo moderno. “Più che mai dobbiamo, con i nostri partner europei, essere consapevoli, uscire da una forma di ingenuità e proteggerci”, ha detto.
Sebbene la Groenlandia non sia ufficialmente un membro dell’UE, la sua connessione con il blocco è radicata nella storia. Entrata nella Comunità Europea negli anni ’70 come parte della Danimarca, l’isola ha successivamente votato per uscirne nel 1982, dopo aver ottenuto una forma di autonomia chiamata “home rule”. Le ragioni principali dell’uscita furono l’incompatibilità delle regole dell’UE con gli interessi locali, in particolare nell’industria ittica, ancora oggi fondamentale per l’economia groenlandese.
Tuttavia, la Groenlandia rimane un territorio d’oltremare della Danimarca, uno stato membro dell’UE, il che ne fa un associato del blocco europeo. Questo status unico le consente di mantenere una posizione strategica nelle dinamiche geopolitiche globali, un fattore che rende il suo controllo particolarmente ambito.
L’idea americana di acquisire la Groenlandia non è nuova. Gli Stati Uniti hanno tentato di comprare l’isola due volte in passato: nel XIX secolo e subito dopo la Seconda guerra mondiale. La posizione geografica della Groenlandia, che domina l’Atlantico settentrionale e offre un accesso cruciale all’Artico, la rende una risorsa strategica di inestimabile valore. Inoltre, l’isola è ricca di minerali, un fattore che accresce ulteriormente il suo appeal.
Nonostante Trump non abbia esplicitamente minacciato un’azione militare, ha lasciato intendere di non voler escludere alcuna opzione. Questo atteggiamento ha alimentato timori di una nuova era di incertezza geopolitica, in cui la forza e l’interesse nazionale prevalgono sui principi di cooperazione internazionale.
L’attenzione degli Stati Uniti sulla Groenlandia rappresenta una sfida significativa per l’Unione Europea e i suoi stati membri, sollevando questioni fondamentali sul rispetto della sovranità territoriale. La risposta della Francia evidenzia l’importanza di rafforzare la solidarietà europea in un momento in cui le pressioni esterne sembrano moltiplicarsi.
Mentre la Groenlandia si trova al centro di una potenziale disputa tra le grandi potenze, la sua posizione strategica e le sue risorse naturali la rendono un simbolo di come gli interessi geopolitici possano plasmare il futuro della sovranità e delle alleanze globali.