(AGENPARL) – mar 10 dicembre 2024 MANOVRA, M5S: CON MELONI CETO MEDIO E’ CETO MORTO. E INDUSTRIA A PICCO DA 21 MESI
NOTA STAMPA
*MANOVRA, M5S: CON MELONI CETO MEDIO E’ CETO MORTO. E INDUSTRIA A PICCO DA 21 MESI*
Roma, 10 dicembre. “Come volevasi dimostrare, salta in questa Legge di bilancio la tanto sbandierata promessa di un taglio dell’Irpef sul ceto medio. Il concordato preventivo fiscale, autentica aberrazione economica, è un fallimento e quindi non c’è gettito sufficiente ad abbassare le tasse su quel ceto medio che con la Meloni al Governo è sempre più ceto morto. Il tradimento di questa promessa va ricollegato all’inganno portato avanti dalla Manovra per le fasce medie e basse dei contribuenti: nel 2025 non ci sarà nulla in più in busta paga, considerando che il 60% della Legge di bilancio se ne va per una mera conferma del taglio del cuneo fiscale per queste stesse fasce medio-basse. Risulta inoltre penoso da parte del Centrodestra festeggiare la possibile introduzione di un’Ires premiale per le imprese che investono e assumono, agevolazione che dovrebbe valere sì e no 300-400 milioni, visto che lo stesso Centrodestra aveva abolito l’Ace, una misura del tutto simile ma che era finanziata con molte più risorse, circa 3 miliardi a regime. Ricordiamo inoltre ai ‘festanti’ colleghi di maggioranza che per provare a compensare un po’ l’abolizione dell’Ace, consapevole del danno alle aziende, il Governo Meloni aveva introdotto la superdeduzione al 120% per le imprese che assumono. Peccato che l’Istat, a luglio, nel valutare l’impatto economico delle misure dimostrò che l’abolizione dell’Ace andava a penalizzare il 25,3% delle imprese, mentre la superdeduzione riguarda solo il 5,6% di esse. Insomma, il Governo Meloni-Giorgetti-Urso ha creato un buco e ora, peraltro tardivamente, prova disperatamente a mettere una toppa. Per le imprese stesse la Legge di bilancio continua a rappresentare il nulla, considerando la scadenza del Piano Transizione 4.0 e l’attesa per la riscrittura del fallimentare piano Transizione 5.0, con soli 150 milioni di crediti d’imposta attivati su un plafond (preso dal Pnrr) di 6,3 miliardi. D’altro canto le previsioni governative di crescita del pil per il 2024 sono state dimezzate da Ocse e Istat e fissate a uno striminzito +0,5%, che relega l’Italia nelle retrovie della Ue e stabilmente dietro le media di crescita Ue ed Eurozona per lo stesso anno. Ultima cosa: se il trio Meloni-Giorgetti-Urso volesse oggi leggere gli ultimi dati Istat appena pubblicati, si accorgerebbe che a ottobre 2024 siamo arrivati al 21esimo mese consecutivo di calo della produzione industriale su base annua”. Lo comunicano in una nota i parlamentari M5S delle Commissioni bilancio e finanze di Camera e Senato.
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Ufficio Stampa Parlamento
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