Nel suo libro di memorie, Freedom, pubblicato martedì in 30 lingue, l’ex cancelliere tedesco Angela Merkel ha rivendicato con forza la sua politica di collaborazione energetica con la Russia, sostenendo che gli accordi sul gas con Mosca hanno contribuito a garantire stabilità economica per la Germania e a mantenere una fragile pace con il Cremlino.
La Merkel ha ribadito che il gas russo era indispensabile come fonte energetica di transizione, considerando la decisione della Germania di abbandonare l’energia nucleare dopo il disastro di Fukushima nel 2011 e il suo impegno nel promuovere le energie rinnovabili.
Una difesa delle sue scelte strategiche
Angela Merkel ha affrontato le critiche che l’accusavano di aver reso la Germania eccessivamente dipendente dal gas russo, esponendo il paese a una crisi energetica, soprattutto in seguito all’invasione dell’Ucraina da parte di Mosca. Nel libro, la cancelliera afferma:
“Dopotutto, la Russia è una delle due principali potenze nucleari al mondo, insieme agli Stati Uniti, e un vicino geografico dell’Unione Europea”.
Merkel ha difeso anche la costruzione dei gasdotti Nord Stream, incluso Nord Stream 2, completato nel 2021 ma bloccato all’inizio del conflitto in Ucraina. Secondo l’ex cancelliera, all’epoca era difficile convincere i partner europei ad accettare il gas naturale liquefatto (GNL) più costoso rispetto al gas russo, economicamente più vantaggioso per l’industria e i consumatori tedeschi.
Relazioni con Putin e il ruolo geopolitico della Germania
Nel libro, Merkel descrive Vladimir Putin come un leader “sempre alla ricerca di segnali di rispetto, ma pronto a mancare di rispetto agli altri”. Tuttavia, sottolinea la necessità di mantenere il dialogo con Mosca durante il suo mandato:
“Fino alla fine, ho lavorato per preservare i nostri contatti con la Russia”.
Questa posizione, seppur contestata in seguito all’invasione russa dell’Ucraina, si basa sulla convinzione che una relazione stabile con una potenza nucleare vicina fosse essenziale per l’Europa.
Immigrazione e sfide interne
Nel libro, Merkel affronta anche le critiche alla sua politica di apertura verso i migranti, in particolare durante la crisi dei rifugiati del 2015. Celebre è rimasta la sua foto con un rifugiato siriano, simbolo della sua decisione di accogliere oltre un milione di persone in fuga da conflitti.
A chi l’accusa di aver favorito l’immigrazione di massa, la Merkel risponde:
“Non riesco a capire come qualcuno possa supporre che un volto amichevole in una foto abbia incoraggiato le persone a lasciare la propria patria”.
Riconoscendo le sfide poste dall’immigrazione clandestina, l’ex cancelliera sottolinea che la Germania, con una popolazione in rapido invecchiamento, ha bisogno di immigrazione regolare per far fronte alla carenza di lavoratori qualificati.
Un’eredità complessa
Con il mondo in subbuglio, dalle crisi economiche alla guerra in Ucraina e Medio Oriente, il libro di Angela Merkel arriva in un momento cruciale, offrendo uno sguardo sulle scelte e i compromessi di una delle figure più influenti della geopolitica europea. Le sue decisioni, che ancora oggi suscitano dibattiti, testimoniano l’equilibrio tra le necessità economiche e la diplomazia in uno scenario internazionale sempre più instabile.