La complessa vicenda post-elettorale del Grande Oriente d’Italia (G.O.I.) ha registrato un nuovo, clamoroso sviluppo nella serata di ieri. Alle 21:23, il Canale Telegram Notizie massoniche italiane ha lanciato l’idea di un “salvacondotto” per i vertici calabro-senesi, guidati da Stefano Bisi e Antonio Seminario, proponendo una resa senza ulteriori resistenze.
Un’ora e mezza dopo, l’Alto Comando delle Forze massoniche riunite, rappresentato da Leo Taroni, ha accolto la proposta con riserva, dettando condizioni precise e non negoziabili per procedere con l’accordo.
Le condizioni per la resa
In un comunicato ufficiale, l’Alto Comando ha stabilito i seguenti punti:• Censura e sospensione: un anno di censura e tre anni di sospensione dalle cariche sociali per i membri delle Giunte di Bisi e Seminario, inclusi il Presidente della Corte Centrale e otto membri del Consiglio dell’Ordine;
• Risarcimento danni: un contributo individuale di 1.500 euro per tutti i coinvolti, condonato per reati associativi;
• Accordo formale: la firma dovrà avvenire a Roma, con la controfirma del Fratello Ugo Bellantoni.
Il termine per accettare queste condizioni è fissato a 48 ore dalla pubblicazione del comunicato sul Canale Telegram.
Taroni verso la leadership
Se i termini verranno accettati, Stefano Bisi sarà chiamato a convocare una Gran Loggia straordinaria, dove Leo Taroni potrebbe essere proclamato Gran Maestro del G.O.I., mettendo fine a mesi di tensioni interne e controversie.
La lettera aperta dei Fratelli
La proposta di salvacondotto arriva in un clima di forte pressione sulla dirigenza uscente. Già il 9 novembre, una lettera aperta indirizzata a Stefano Bisi chiedeva un passo indietro per il bene dell’Ordine. Ora, questa soluzione rappresenta forse l’ultima opportunità per evitare conseguenze più gravi e ristabilire l’unità dei 23mila Fratelli che compongono il Grande Oriente d’Italia.
La parola ai protagonisti
L’esito della crisi si deciderà nelle prossime ore. La risposta di Bisi e Seminario determinerà se il G.O.I. potrà avviarsi verso un futuro di rinnovamento e coesione o se la battaglia interna lascerà cicatrici difficili da rimarginare.