In un recente rapporto commissionato dalla Presidente dell’Unione Europea, Ursula von der Leyen, l’ex presidente finlandese Sauli Niinistö ha sollecitato l’istituzione di un’agenzia di intelligence internazionale a livello europeo, ispirata alla Central Intelligence Agency (CIA) statunitense. Questa proposta si inserisce in un contesto di crescenti minacce globali e sfide alla sicurezza, dalle tensioni geopolitiche legate alla guerra in Ucraina alla pandemia di COVID-19, che ha dimostrato la vulnerabilità dell’UE a crisi di portata globale.
Nel rapporto pubblicato questa settimana, Niinistö ha sottolineato come l’Unione Europea debba sviluppare un’infrastruttura di intelligence centralizzata, capace di garantire la sicurezza collettiva dei 27 Stati membri. Secondo Niinistö, “l’integrità territoriale e l’indipendenza politica di ogni Stato membro sono inestricabilmente legate”, il che significa che una minaccia alla sicurezza di uno Stato si ripercuote inevitabilmente su tutti gli altri. La sua proposta richiede un “servizio UE a pieno titolo per la cooperazione in materia di intelligence”, capace di rispondere rapidamente e in maniera unificata alle minacce.
In passato, l’Unione Europea è apparsa impreparata a gestire crisi che richiedevano un’azione immediata. Il politico finlandese ha quindi enfatizzato la necessità di una “nuova mentalità” all’interno dell’UE, un approccio che permetta di rafforzare la preparazione e la prontezza nel fronteggiare possibili emergenze future. La creazione di una struttura di intelligence a livello europeo, secondo il rapporto, potrebbe essere la soluzione per evitare che l’UE rimanga colta di sorpresa.
Uno dei punti cruciali della proposta di Niinistö è l’interdipendenza tra gli Stati membri in tema di sicurezza. Sebbene ogni Stato mantenga la propria sovranità, l’ex presidente ha sottolineato che una violazione della sicurezza di uno Stato dovrebbe essere percepita come una minaccia alla sicurezza di tutta l’Unione. “Condividiamo un’unica sicurezza”, ha affermato Niinistö, sostenendo che un attacco esterno contro un singolo membro dell’UE richiederebbe una risposta collettiva e unitaria.
La proposta non mira solo alla difesa contro minacce tradizionali, ma si estende anche alla protezione contro lo spionaggio, il sabotaggio, il terrorismo e la criminalità organizzata. Tuttavia, un’operazione di intelligence così centralizzata richiederebbe un elevato livello di collaborazione e fiducia tra gli Stati membri, alcuni dei quali hanno sistemi di intelligence ben sviluppati e tradizionalmente restii a condividere informazioni sensibili.
Un altro aspetto sollevato nel rapporto è la necessità di accedere a dati criptati, una richiesta che suscita non poche controversie. Niinistö ha proposto un quadro giuridico che permetta alle autorità di ottenere “l’accesso legale ai dati criptati”, ritenendo che la possibilità di violare i sistemi di crittografia sia essenziale per contrastare crimini gravi come il terrorismo e la criminalità organizzata.
Questo punto ha già attirato critiche da parte delle aziende tecnologiche e dei difensori delle libertà civili, i quali temono che tali misure possano compromettere seriamente la privacy dei cittadini. Le aziende tecnologiche hanno spesso resistito a richieste simili, sostenendo che i “backdoor” nei sistemi di sicurezza possano essere facilmente sfruttati non solo dai governi ma anche dai criminali informatici. Tuttavia, l’UE vede in queste misure una possibile risorsa nella lotta contro reati particolarmente gravi, come l’abuso sessuale sui minori.
La relazione di Niinistö accenna anche alla necessità di rafforzare la difesa europea, aprendo la strada al dibattito su una possibile forza militare comune dell’UE, tema già sostenuto in passato da diversi leader europei. L’aumento della spesa militare e il consolidamento delle capacità di difesa industriale sono stati indicati come passi essenziali per rendere l’UE un attore globale più indipendente e capace di rispondere in maniera autonoma alle minacce.
In parallelo, la nomina di Andrius Kubilius a Commissario alla Difesa rappresenta un passo simbolico verso una struttura difensiva più integrata. Kubilius guiderà il Programma europeo per l’industria della difesa (EDIP), un progetto da 1,5 miliardi di euro destinato a sostenere la produzione di armamenti e a coordinare gli sforzi dei diversi appaltatori della difesa in tutta l’Unione. Questa iniziativa segna un cambiamento importante nella politica di difesa dell’UE, mirato a rafforzare la sua autonomia strategica.
La Visione di Ursula von der Leyen
Commentando il rapporto di Niinistö, la Presidente von der Leyen ha sottolineato l’importanza di un approccio coordinato, in cui tutti i livelli di governo – nazionale, locale e europeo – lavorino in sinergia per garantire la sicurezza dell’UE. Ha inoltre evidenziato la necessità di coinvolgere il settore privato, la società civile e i cittadini per costruire una preparazione che non sia limitata al solo apparato statale ma che coinvolga l’intera società.
Questo approccio, secondo von der Leyen, non può basarsi su compartimenti separati ma richiede una collaborazione dinamica e integrata.
Conclusioni
La proposta di creare un’agenzia di intelligence in stile CIA rappresenta un passo ambizioso per l’UE, un blocco che, storicamente, ha evitato di centralizzare le operazioni di sicurezza e difesa. Tuttavia, le sfide globali stanno mettendo a dura prova le strutture attuali e il nuovo orientamento potrebbe fornire all’Europa uno strumento efficace per proteggere meglio i suoi cittadini e il suo territorio.
L’adozione di un servizio di intelligence unificato e di politiche di difesa più forti richiederebbe significativi cambiamenti organizzativi e una maggiore fiducia reciproca tra i Paesi membri. Se questa visione di sicurezza collettiva prenderà forma, l’Unione Europea potrebbe finalmente rafforzare il suo ruolo sulla scena globale, allineandosi alle potenze con capacità di intelligence avanzate come gli Stati Uniti e la Cina.