Marco Rizzo, candidato presidente della Regione Umbria con Democrazia Sovrana Popolare, commenta la notizia dello spegnimento del forno dell’AST di Terni a causa dell’insostenibilità dei costi.
“Da anni noi lottiamo per il lavoro. E la lotta per il lavoro è innanzitutto una lotta per una economia che funziona, che il lavoro lo produce. L’economia, però” prosegue il coordinatore nazionale di DSP “non cresce grazie alle ideologie che oggi sembrano vincenti, quelle del liberismo globalista. Cresce se si adottano misure concrete efficaci.
“Il mantra, appunto ideologico, delle liberalizzazioni, che ci ripetono destra, sinistra e Unione Europea da anni, si è rivelata una dottrina vuota. Semplicemente, ad osservare i fatti, non funziona. Ad ogni ondata di liberalizzazione l’economia si indebolisce, il lavoro diminuisce o diventa meno redditizio, e l’economia peggiora ulteriormente. E’ un circolo vizioso, che nessuno vuole però interrompere.”
“Per aiutare le industrie energivore comel’AST, che già sono poche e ridotte al lumicino, grazie a trent’anni di deindustrializzazione, servono misure concrete e sistemiche.” L’ex parlamentare non ha dubbi: “Il costo dell’energia è andato alle stelle perché, approfittando della complicata congiuntura internazionale, i gestori energetici fanno speculazione. Fanno affari d’oro ma rovinano tutte le attività energivore, dall’industria pesante al piccolo commercio. Questo è il risultato delle liberalizzazioni: vince il più forte come nella giungla. Allora questo meccanismo va invertito: serve per lo meno un calmiere, ma ancora meglio sarebbe riportare il settore energetico sotto pieno controllo pubblico, in modo che possa essere controllato per servire lo sviluppo e la crescita del Paese, anziché per arricchire poche decine di azionisti sulla pelle di lavoratori e di piccole e medie imprese.”