(AGENPARL) – mar 10 settembre 2024 *PESTE SUINA AFRICANA, OCCHI (LEGA): “BRANCHI DI CINGHIALI SCORRAZZANO IN
PREPARCO BOSCHI DI CARREGA E GABBIE CONTENIMENTO ABBANDONATE. URGE
INTERVENTO IMMEDIATO E COORDINATO PER AFFRONTARE EMERGENZA”*
BOLOGNA, 10 SET – “Le immagini che mi sono pervenute negli ultimi giorni
parlano chiaro: branchi di cinghiali scorazzano liberamente nella zona di
preparco dei Boschi di Carrega, nel Comune di Sala Baganza, e nel Comune di
Medesano aree non certamente vocate alla presenza di questi animali e già
classificate come zona di restrizione 2 per la peste suina africana”. Così
il consigliere regionale della Lega Emiliano Occhi, denuncia una situazione
che, “oltre a essere un rischio per la diffusione della malattia,
rappresenta una minaccia diretta per il nostro comparto agroalimentare,
eccellenza indiscussa della nostra provincia”.
Risulta quindi evidente che gli sforzi per contenere la popolazione dei
cinghiali e gli strumenti messi in campo non stanno funzionando
adeguatamente: “Ho visto inoltre trappole e chiusini abbandonati, non
forniti di mangime, che chiaramente non possono essere efficaci nel
catturare gli animali. Senza un convinto e costante coinvolgimento del
mondo venatorio, le misure di depopolamento e di ricerca attiva delle
carcasse al fine di contrastare l’espandersi del contagio non potranno
avere successo;”, continua l’esponente del Carroccio.
Il leghista sottolinea la necessità di un’azione congiunta e coordinata tra
le diverse forze in campo: “È fondamentale che i Gruppi Operativi
Territoriali (GOT), le polizie provinciali e le associazioni venatorie e
agricole collaborino in modo deciso per affrontare la sovrapopolazione dei
cinghiali. Solo con un intervento sinergico sarà possibile ridurre il
numero degli animali e, di conseguenza, il rischio di diffusione della
peste suina, che negli ultimi 2 anni si è sommata ai danni già causati da
questa specie al settore agricolo”.
La peste suina africana è ad oggi la principale preoccupazione per gli
allevatori e i produttori del bacino padano: “Non possiamo ignorare il
grido di allarme lanciato dai produttori e dal consorzio durante il
Festival del Prosciutto, che si è tenuto nei giorni scorsi a Langhirano. La
presenza eccessiva di cinghiali è il primo vettore di diffusione della PSA
negli allevamenti e la mancanza di materia prima si riverbera sui nostri
stabilimenti di trasformazione delle carni, fiore all’occhiello
dell’economia locale”, spiega Occhi.
Non si tratta solo di tutelare la salute pubblica, ma anche di
salvaguardare posti di lavoro e la sopravvivenza di un settore strategico
per l’Emilia-Romagna e per l’Italia: “Il depopolamento del cinghiale è una
delle condizioni fondamentali per contrastare la peste suina e proteggere
le nostre eccellenze produttive”, ribadisce Occhi.
Il consigliere regionale, tra i primi a occuparsi del problema, evidenzia
come la Regione Emilia Romagna, già prima dell’emergenza peste suina,
avesse adottato un piano faunistico venatorio con obiettivi non
conservativi (abbattimenti massicci) per i cinghiali in Provincia di Parma,
a causa della loro eccessiva presenza; ” Inseguito il commissario
straordinario per la PSA ha stabilito regole chiare ancora più chiare e
nette per il depopolamento del cinghiale e per la ricerca attiva delle
carcasse, ma queste devono essere applicate rigorosamente e senza
interpretazioni arbitrarie da parte delle strutture territoriali. È
inaccettabile che, nonostante siano stati messi in campo strumenti come le
gabbie, questi non vengano seguiti adeguatamente da personale qualificato”,
prosegue, richiamando l’attenzione su casi recenti che evidenziano
l’urgenza di intervenire: “Basti pensare alla presenza di un branco di
cinghiali documentata a Collecchio solo pochi giorni fa. E’ solo l’ultimo
di una serie di episodi che dimostrano quanto sia necessario agire ora,
prima che la situazione sfugga ulteriormente di mano”.
Altro aspetto da tenere in considerazione è quello del benessere animale:
“La peste suina causa una morte tremenda ai cinghiali e ai suini in
generale con emorragie interne che provocano lunghe agonie. Arginare la PSA
eviterebbe inutili e lunghe sofferenze per gli animali” conclude Occhi.
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Ufficio Stampa Lega Emilia-Romagna
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