“In queste ore in cui il Governo non sa come reperire risorse, dopo aver alimentato evasione fiscale e sanatorie, circola la voce dell’ennesimo intervento volto a ridurre gli incentivi per l’efficienza energetica e per la ristrutturazione delle case, in totale contraddizione con le stesse politiche europee e relativi fondi. Ebbene se così fosse, sarebbe un errore clamoroso a danno di cittadini, lavoratori e imprese”. E’ quanto dichiara in una nota Alessandro Genovesi, Segretario Generale della Fillea Cgil. “In tutti questi anni, anche indipendentemente dal c.d. super bonus, migliaia di edifici privati, case e aziende hanno potuto beneficiare degli incentivi per le ristrutturazioni edili (50%) e per l’efficienza energetica (65%), con effetti positivi in termini di tenuta del settore delle costruzioni e della produzione di materiali e tecnologie, lotta all’evasione fiscale e, dopo l’introduzione del Durc di Congruità nel 2021, contrasto al lavoro nero. Tornare indietro sarebbe un errore enorme, pertanto chiediamo al Governo di smentire qualsiasi voce di riduzione ulteriore della portata e platea dei possibili beneficiari”, argomenta il segretario generale degli edili. “Il Governo – sottolinea Genovesi – dopo non aver risolto le mille contraddizioni del 110%, dai crediti incagliati ai cantieri rimasti sospesi, dovrebbe fare l’esatto contrario, soprattutto in vista dell’attuazione della direttiva Case Green. Difatti sarebbe opportuno rilanciare con più risorse, ma in modo selettivo e mirato, gli incentivi per la riqualificazione di case ed edifici pubblici”. “Al riguardo già nei mesi passati – ricorda il segretario generale – come sindacato abbiamo avanzato proposte specifiche, sostenibili in termini di finanza pubblica, per circa 15 miliardi l’anno per i prossimi 10 anni. Una proposta mirata esclusivamente alle prime case dei redditi più bassi e in aree popolari, partendo dai condomini di periferia, attraverso trasferimenti diretti e cessione dei crediti, con percentuali di incentivi legati al miglioramento energetico, all’utilizzo dei risparmi in bolletta e decrescenti in funzione del reddito. Sono infatti spesso le case possedute dai redditi più bassi quelle con le classi energetiche più basse (F, G), con maggiori sprechi energetici, più inquinamento, minore salubrità e bollette più care”. “Queste dovrebbero essere le priorità del Governo – conclude Genovesi – insieme ad un piano straordinario di interventi diretti volti a riqualificare e rigenerare il patrimonio edilizio pubblico e residenziale, anche mettendo a sistema le diverse risorse nazionali, dal Pnrr ai Fondi Europei, fino alle risorse per gli enti locali”.
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