(AGENPARL) - Roma, 12 Giugno 2024(AGENPARL) – mer 12 giugno 2024 *“Persefone e le altre. Narrazioni di donne tra mito e realtà”*
*Grande successo per la performance del **IV Istituto Comprensivo
“Salvatore Quasimodo” di Floridia*
*Floridia (Sr), 12 giugno 2024 – *Uno spettacolo che parte dal mito e
arriva ai giorni nostri. Un caleidoscopio di storie che seguono il filo
rosso della *violenza sulle donne*, ancora dominante nelle cronache come
certificano i numeri. È *“Persefone e le altre. Narrazioni di donne tra
mito e realtà”*, la *performance teatrale* del *IV istituto comprensivo
“Salvatore Quasimodo” di Floridia*, che ha registrato un altro, strepitoso
successo in *piazza Melbourne*, dove è andato in replica dopo la
partecipazione al *XXVIII Festival Internazionale del Teatro Classico dei
Giovani*, di scena al teatro Greco di *Palazzolo Acreide*. L’iniziativa,
realizzata con la collaborazione di *Work in progress* e *Fidapa* – sezione
di Floridia e il patrocinio del *Comune *della città, si inserisce
nell’ambito del progetto della Regione siciliana* “Arte. Di ogni genere”*,
che ha visto il IV istituto comprensivo “Salvatore Quasimodo” di Floridia
tra i vincitori del bando per la promozione della legalità e del rispetto
della figura femminile e dell’educazione alle differenze.
Il lavoro drammaturgico, avviato da docenti e studenti della scuola
secondaria di primo grado tra ottobre e dicembre, è un viaggio a ritroso
alle origini della cultura occidentale, interrogando il *mito
classico*, i *poemi
omerici*, passando per la *letteratura greca* e *latina*, e arrivando fino
alla *contemporaneità*, ancora permeata di violenza contro le donne,
discriminazioni di genere e patriarcato. *Musica*, *canto*, *danza* e
*recitazione* in “Persefone e le altre” si fondono e confondono in una
forma d’arte totale e fanno sì che la mitologia, l’arte e la letteratura
aiutino, i giovani anzitutto, a comprendere meglio come la violenza di
genere e il patriarcato siano fenomeni che arrivano da lontano.
Il lavoro si divide in due parti. Nella prima viene rievocato il mito
classico partendo dall’*Inno omerico a Demetra*. La storia porta in scena
il rapimento della fanciulla Kore da parte del dio degli inferi Ade e delle
peregrinazioni della madre Demetra, dea della natura, alla ricerca della
figlia perduta. E qui l’urlo inascoltato di Kore, ormai divenuta Persefone,
diventa quello di molte altre donne del mito e della storia.
La seconda parte dello spettacolo è infatti un “*catalogo” di donne*
vittime, come Persefone, di *ratti. Abbandoni. Inganni. Violenze*. Così
succede a Europa rapita da Zeus. A Ersilia presa a forza da Romolo. A
Regilla, giovane nobildonna romana uccisa dal fedele liberto del suo sposo
mentre portava in grembo il suo bambino. O, ancora, a Francesca da Rimini.
Giovanna d’Arco. Artemisia Gentileschi. Franca Viola. E così, ancora oggi,
succede a Marisa Leo, Giulia Tramontano, Giulia Cecchettin. In un lungo,
doloroso elenco che non è destinato a ripetersi e ad accrescersi
all’infinito ma che può – e deve – essere spezzato dall’educazione
all’amore. Al rispetto. Alle differenze di cui questo lavoro costituisce un
importante seme. Un lavoro dove il coro è forse il vero protagonista. Un
coro che declama e canta all’unisono, come nelle tragedie classiche. Un
coro che non solo ci racconta e ci porta a riflettere ma ci spinge anche
all’azione attraverso la guida dei corifei. Un coro che semina parole,
gesti, riflessioni e spera che ri-fioriscano con Persefone nei cuori di
ognuno di noi.
Soddisfatto *Salvatore Cantone*, dirigente del IV Istituto Comprensivo
“Salvatore Quasimodo” di Floridia: «Lo scorso anno ci siamo confrontati con
le eroine dell’Oikos, donne forti, determinate, pronte a tutto pur di far
fronte a una strada senza altra uscita che non sia la morte. Donne che
escono dal loro ruolo di custodi della casa, del focolare, della piccola
storia privata e che si trovano catapultate nella storia dei grandi eventi.
Ma le donne, anche le grandi donne, sono spesso preda di piccoli uomini che
sfruttano la forza fisica per sopraffarle, che le dominano senza alcun
rispetto, che usano loro violenza. Partiamo da testi classici rimettendoli
in scena dopo millenni, per comprendere quanto ancora possano dirci gli
autori antichi con i loro personaggi e i loro racconti. Il teatro antico
mette in scena l’uomo, ciò che dell’umanità rimane immutato nonostante il
volgere dei secoli, il sorgere e il declinare delle civiltà. Ed è da questa
essenza primigenia dell’umanità che i nostri alunni posso attingere i valori,
quelli immutabili, perpetui, per cui vale la pena di continuare a vivere la
storia. Così, per un attimo, i nostri ragazzi hanno partecipato all’eterno
dramma della vita, sempre uguale ma sempre diverso, guardandolo con gli
occhi di chi li ha preceduto per dare loro un nuovo sguardo verso il
futuro».
Paola Altomonte
Tessera n° 065055
