
(AGENPARL) – mar 09 aprile 2024 INAUGURAZIONE DELLO SPECCHIO ALLE TERME DI CARACALLA
RHAPSODY IN BLUE ATERBALLETTO DANZA SULL’ACQUA
Il 13 aprile Aterballetto a Caracalla per danzare sull’acqua: quella del Centro Coreografico
Nazionale sarà infatti la prima performance sullo Specchio. La Soprintendenza Speciale di
Roma vuole festeggiare con la Capitale il ritorno dell’acqua alle Terme Antoniniane
regalando ai cittadini un pomeriggio di spettacolo, cultura e bellezza.
In prima romana Rhapsody in blue, coreografia di Iratxe Ansa e Igor Bacovich creata per il
centenario della partitura di George Gershwin.
Doppia replica, alle 16:00 e alle 17:30.
Terme di Caracalla
Viale delle Terme di Caracalla n.52, Roma
sabato 13 aprile 2024, ore 16:00 e ore 17:30.
Accesso alla performance incluso con l’acquisto del biglietto d’ingresso al sito.
Rhapsody in blue
Coreografia: Iratxe Ansa, Igor Bacovich
Musica: Music George Gershwin, Rhapsody in blue; Bessie Jones, Beggin’ the blues
Costumi: Fabio Cherstich
Produzione: Fondazione Nazionale Della Danza / Aterballetto
In coproduzione con: Fondazione Teatro Regio Di Parma
Con il contributo di Etxepare Euskal Institutua
Dopo oltre mille anni l’acqua, elemento fondativo e vitale di tutti gli impianti termali, torna alle Terme
di Caracalla con lo Specchio d’acqua: un intervento di architettura contemporanea promosso dalla
Soprintendenza Speciale di Roma, diretta da Daniela Porro.
Il progetto nato dalla collaborazione di Mirella Serlorenzi, direttore del sito, con l’architetto Hannes
Peer, rende le suggestioni degli ambienti termali con nebulizzazioni, zampilli e giochi di luce che
avranno la funzione di evocare le antiche Terme. Cui si aggiunge l’elemento del riflesso delle
architetture archeologiche nello Specchio d’acqua, che invita alla contemplazione in parallelo
all’esperienza immersiva.
Il 13 aprile Aterballetto danzerà sull’acqua: quella del Centro Coreografico Nazionale sarà infatti la
prima performance sullo Specchio presentando in prima romana Rhapsody in blue, coreografia di
Iratxe Ansa e Igor Bacovich creata per il centenario della partitura di George Gershwin.
Lo spettacolo, realizzato in collaborazione con Electa e programmato alle Terme di Caracalla grazie
a una idea iniziale di Cristiano Leone, consulente artistico per le attività culturali nel sito, sarà
presentato in doppia replica, alle 16:00 e alle 17:30. Alla performance si accede con il biglietto di
ingresso al sito.
Rhapsody in Blue di George Gershwin ha per i coreografi Iratxe Ansa e Igor Bacovich vari punti
attraenti, una musica splendida e conosciuta ma non così in voga fra le nuove generazioni. Far
conoscere questo lavoro ai giovani è l’obiettivo che gli autori si sono prefissati, e la loro nuova
creazione per la compagnia Aterballetto vuole trovare nuove modalità per dare una visione meno
lontana e meno “americana” di Gershwin, andando oltre al contesto culturale in cui la rapsodia è
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stata creata. È la rapsodia stessa a dettare la trama del lavoro coreografico, i cambi energici, le
modulazioni elettriche con cui giocare.
Gli autori Iratxe Ansa e Igor Bacovich descrivono così questa nuova sfida:
“L’idea iniziale di questo lavoro era di giocare con la rapsodia di Gershwin, poterla riscrivere
attraverso un altro immaginario. In Rhapsody in blue la cosa interessante non è solo portare il nostro
sguardo, fatto della nostra esperienza, del confronto internazionale e dello stile maturato negli anni,
ma soprattutto regalare al pubblico una visione più universale, meno legata al contesto Newyorkese
o allo spirito di quell’epoca. Abbiamo cercato di trasportare, di rivedere Gershwin a livello storico,
cercando di de-contestualizzarlo per potenziare ancora di più l’universalità del suo capolavoro.
Chiudere gli occhi, sentire cosa vuole dirci quella musica, e rappresentarla attraverso l’oggi,
attraverso la nostra poetica, esprimerla con il nostro approccio al movimento e al corpo scenico.
Aterballetto hai dei bellissimi ballerini con una grandissima varietà e versatilità, che già di per sé
offrono tantissimo materiale d’ispirazione. C’è così tanto da cui attingere che è quasi un peccato
aver già finito questa creazione, in cui i ballerini avrebbero avuto ancora molto da dare… il pezzo non
è così esteso da poter tirar fuori tutto quello che la compagnia aveva ancora da dire, bisogna
condensare nel poco tempo della rapsodia tutte le variazioni e tutte le energie, ma questa è anche
la forza di questa operazione.
Rhapsody in blue è di per sé un giocattolo fantastico per un coreografo, per un creativo. Essendo
così potente, così allegra, così frizzante, è percorsa da varianti di forma costanti, e sembra di
attraversare una foresta incantata: nel giro di pochi passi, di pochi minuti, incontri un essere magico,
un cielo irreale che cambia di colore sopra di te… ci si muove in questo mondo fantastico, dove la
rapsodia regala uno spazio sonoro dove tutto è possibile, dove da ogni angolo fanno capolino
elementi sempre nuovi e tu sei continuamente sorpreso. I corpi reagiscono ad input concitati e
sempre diversi. Abbiamo giocato con tutto questo, chiudendo gli occhi e sognando nuovi mondi
ogni volta che entravamo in contatto con un nuovo tema”.
CARTELLA IMMAGINI
https://drive.google.com/drive/folders/1z1bAK0cSQeEmvm_2ok_GKOQL5buyXxqn?usp=sharing
CURATELA CULTURALE E UFFICIO STAMPA
Beatrice Capitani
In collaborazione con
PRIME SUGGESTIONI
Intervista ai coreografi Iratxe Ansa e Igor Bacovich
Dopo dieci anni di creazioni collettive, il sodalizio creativo di Iratxe Ansa e Igor Bacovich sgorga in
questa produzione di Fondazione Nazionale della Danza / Aterballetto e di Fondazione Teatro
Regio di Parma. Il lavoro con in scena i sedici danzatori della compagnia Aterballetto, ha debuttato
in prima assoluta al Regio di Parma il 17 febbraio 2024.
Igor Bacovich e Iratxe Ansa hanno attinto al loro archivio musicale, individuando Rhapsody in blue
di Gershwin come tessuto musicale del loro percorso coreografico.
Come coreografi avete collaborato con teatri e compagnie Europee e non solo. Cosa vi
aspettate da questa esperienza con Aterballetto e qual è stato il primo approccio con i danzatori
della compagnia?
Igor: Il primo incontro è stato molto positivo, sono subito emerse le loro evidenti capacità
artistiche e tecniche ed è scattato immediatamente un interesse reciproco. Le aspettative sono
alte e passare un linguaggio coreografico specifico come il nostro richiede un processo intenso, il
loro istantaneo interesse e la grande versatilità dei danzatori ha subito facilitato il percorso.
Iratxe: Abbiamo chiesto loro di incorporare il nostro linguaggio e quando si conoscono nuovi
interpreti non sai mai cosa ne uscirà, ma abbiamo notato subito che erano coinvolti, molto ben
preparati, felici e positivi. La felicità, la leggerezza (in senso buono) è fondamentale per costruire
bene in sala, e si è subito manifestata. La collaborazione con il Teatro Regio di Parma sarà
fondamentale per gli aspetti musicali e da questa avventura uscirà qualcosa di speciale.
Il vostro duo artistico è nato nel 2013, e festeggia quest’anno i dieci anni di co-creazione.
Come fate collimare le vostre visioni artistiche e come vi rapportate con le vostre reciproche
identità culturali basche ed italiane?
Igor: Io e Iratxe ci siamo sposati parecchio tempo prima di diventare un duo artistico, la sintonia
era pregressa e molto forte. Quando Iratxe ha iniziato la carriera da freelance, dopo aver
collaborato con grandi compagnie europee, abbiamo provato a sperimentare insieme, a giocare, e
l’intesa ha dato i suoi frutti. La differenza culturale e personale fra noi è da subito stato un plus, le
nostre differenti visioni arricchiscono il processo, e i punti in comune che troviamo nella ricerca
risultano ancora più solidi.
Iratxe: Amiamo forme creative diverse ma ci uniscono le stesse impressioni sui materiali, sulla
direzione del lavoro e di ricerca estetica. Partendo dal 2013 la nostra compagnia si è ufficialmente
costituita nel 2019, dopo tanti anni di sperimentazione insieme in cui siamo riusciti a creare un
linguaggio, un universo esclusivamente nostro che ci piace passare ai danzatori che incontriamo.
In collaborazione con
Iratxe, tu hai danzato per leggende viventi quali William Forsythe, Ji?í Kylián, Nacho Duato,
Mats Ek, Ohad Naharin, Wayne McGregor, e Crystal Pite. Qual è il tuo rapporto con il repertorio e
quali sono le direzioni della danza contemporanea che più ti interessano come autrice?
Iratxe: Sono cresciuta danzando il repertorio, a Stoccarda nella John Cranko Schule. In quegli anni
ho imparato a ricercare le forme artistiche che mi venivano passate nella maniera più squisita e
fine, passando ore a disegnare il mio corpo in base ai diversi creatori che incontravo e alle loro
scelte artistiche. Ho sempre avuto e ascoltato la mia voce, la “voce di Iratxe” che mi
accompagnava naturalmente nel percorso, una voce che ha naturalmente dialogato con i maestri
creando con loro relazioni molto profonde e sincere. Nacho Duato è stato il mio direttore per tanti
anni, insieme abbiamo creato tanti lavori. A un certo punto della carriera fai le tue scelte ma senti
che i coreografi che hai incontrato rimangono naturalmente nel tuo corpo, in modo onesto,
naturale. Il mondo che viviamo sta cambiando ed è in continua evoluzione, ma in generale
continuo ad amare il movimento originario, ad amare la possibilità di investigarlo nella sua
accezione più fisica, pura, rigorosa. La nostra è una danza versatile, che si muove fra tante
tecniche e stili, aperta: senza rigore non può esistere.
Igor, oltre ad essere un incredibile interprete e autore hai un passato quasi decennale
nell’ambito dell’assistenza sociale. Questo percorso cosa ti ha lasciato come artista e quali sono
gli aspetti umani e sociali del lavoro che porti con te in palco?
Igor: Mille cose. Ho avuto la fortuna di fare un lavoro sociale di prima linea, di trincea, con una forte
esposizione. Passavo ogni giorno con tossicodipendenti attivi, senzatetto, era una porta diretta
con la strada in cui le persone cercavano non solo una prima attenzione sociosanitaria ma anche
qualcuno di affidabile e stabile che potesse guidarli, gestire la situazione nell’interesse di tutti.
Dopo otto anni di lavoro in quel settore sono cresciuto come persona, e dopo tanto tempo senza
danzare una volta tornato in sala prove ho scoperto un repertorio di movimenti completamente
nuovi. Quel percorso mi ha rivoluzionato la visione e mi ha reso l’artista che sono ora.
Iratxe: Io riesco a vedere nel suo corpo e nella sua danza il lavoro di quegli anni. Il modo in cui
approcciava quelle situazioni è lo stesso con cui sale sul palco, aperto all’impossibile e con grande
controllo. Ha più cose da dire e l’esperienza di cui si è nutrito sta alimentando la sua arte,
continuano ad uscire cose che fanno parte di quel vissuto. Avere esperienze di vita profonde non è
un obbligo per un artista ma alcuni percorsi di vita possono portare ad una crescita artistica
esponenziale.
Nel contesto sociale, culturale e civile che viviamo oggi, quale pensate sia il ruolo di un
Centro Coreografico Nazionale?
Igor: Il semplice fatto di dare spazio al mondo artistico, ogni giorno, è un lavoro serio e di
responsabilità. I lavori di danza con potenziale impatto nella collettività non sono tanti e la
relazione con la società si sta impoverendo da questo punto di vista. Se un’istituzione ha il
potenziale per promuovere una linea artistica ben fatta, seria e necessaria, l’operazione avrà di per
sé un impatto rilevante ed importante. In Italia non sono tante le possibilità di ricerca, è ormai un
lusso e avere istituzioni che, come il CCN, garantiscono un tempo non limitato per far funzionare
un lavoro. Questa è un’azione di win-win sia per il pubblico che per gli artisti. Io da Italiano emigrai
In collaborazione con
per potere avere queste possibilità, è importantissimo che si facciano questi presidi in Italia e che
si valorizzi anche il potenziale sociale dell’arte.
Iratxe: Per questo è fondamentale il lavoro che fate nel coinvolgere le persone di Reggio Emilia, la
comunità cittadina ed i giovani, anche per scambiare feedback e creare dei percorsi insieme.
L’altro fattore importante è avere una direzione progettuale chiara e forte, e nel CCN è molto
visibile.
Il lavoro si svilupperà su un tessuto musicale importante. Quali sono le connessioni che
state immaginando fra corpo coreografico e musica? È confermata la scelta di lavorare su una
composizione di George Gershwin?
Ne abbiamo approfittato per dare una spolverata al nostro archivio musicale. Rhapsody in blue di
Gershwin ha per noi vari punti attraenti, è una musica splendida, conosciuta ma non così ascoltata
dalle nuove generazioni. Far conoscere questo lavoro ai giovani è un buon obiettivo e questo
lavoro può essere un modo per dare una visione meno lontana e meno “americana” di Gershwin,
andando oltre al contesto culturale in cui la rapsodia è stata creata. Penso che ogni grande
comunicatore sia tale solo se riesce trovare senso e appartenenza anche fuori dal proprio
contesto sociale e culturale, penso a Bob Marley che ha portato il suo messaggio ovunque, in
maniera accessibile e universale. Gershwin in questo è un maestro, e per onorarlo vorremmo farlo
uscire dalla New York degli anni Venti. La rapsodia per forza di cose detterà il lavoro coreografico, i
cambi allegri, frizzanti con cui giocare sono fantastici. In più Gershwin è stato affrontato da tanti
coreografi americani, ma quasi da nessun europeo, potremmo dare una lettura diversa. Nel 2024
poi la composizione compie 100 anni… ¿Cómo le damos vuelta? Dovrà essere un nuovo universo…
La prima parola che vi viene in mente per riassumere la vostra poetica coreografica.
Igor: TENSIONE
Iratxe: EMOZIONE
(intervista di luglio 2023)
IRATXE ANSA
Per più di vent’anni, la ballerina basca Iratxe Ansa ha ballato per alcune delle più importanti
compagnie europee. Il Balletto di Basilea, il Balletto Gulbenkian di Lisbona, la Compagnia
Nazionale di Danza ai tempi di Nacho Duato, il Balletto dell’Opera di Lione, così come il Nederlans
Dans Theatre (NDT) fanno tutti parte della sua carriera. Una carriera iniziata con la laurea presso la
John Cranko Schule di Stoccarda e che l’ha portata ad affinare le sue competenze per importanti
compagnie europee. Ha ballato per leggende del ventesimo secolo come William Forsythe, Jiri
Kylián, Nacho Duato, Mats Ek, Ohad Naharin, Wayne McGregor e Crystal Pite, solo per citarne
alcuni. Ora è una libera professionista, in giro per il mondo per lavorare per ballerini di diverse
culture, scuole e nazionalità. Ha continuato a ballare e creare, sviluppando sempre più la propria
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metodologia. In questo modo ha approfondito questioni relative alla fisicità e alla musicalità, due
principi di fondamentale importanza nella sua comprensione della danza e che hanno contribuito a
consolidarla come ricercatrice del corpo. Nel 2020 è stata premiata per i suoi sforzi con il Premio
Nazionale di Danza in Spagna. Il suo lavoro con Igor Bacovich è iniziato nel 2013.
IGOR BACOVICH
Il percorso professionale del ballerino e creatore italiano Igor Bacovich è iniziato all’Accademia
Nazionale di Danza di Roma, dove si è iscritto nel 1998. Nel 2004 ha proseguito al CODARTS di
Rotterdam, dove ha approfondito i suoi studi, sempre con una propensione verso quello che è
sempre stato un aspetto molto rilevante del suo lavoro, la fisicità. Come artista professionista, ha
avuto esperienze arricchenti ballando per Kirsztina de Châtel, Bruno Listopard e Nanine Linning.
Come coreografo, ha anche accumulato una lunga lista di creazioni, molte delle quali sono state
create in collaborazione con Iratxe Ansa. Il suo lavoro gli ha anche richiesto di viaggiare molto
attraverso cinque continenti, visitando città come Sydney, Wellington, Shanghai, Taipei, San
Pietroburgo, Città del Messico, Londra o Praga, tra molte altre. Le sue nozioni di lavoro
coreografico iniziano e vengono costruite integralmente in studio. È qui che intraprende il progetto
attraverso un accordo diretto con il ballerino. Tuttavia, non tutta la sua esperienza è legata alla
danza. Per otto anni si dedicò al lavoro sociale. Questa è diventata un’esperienza vitale nell’aiutarlo
a modellare il suo spirito creativo e curioso. Lo ha portato anche ad interessarsi a questioni di
leadership e management, che gli sono state molto utili, soprattutto per sviluppare e consolidare la
sua compagnia Metamorphosis Dance. La sua collaborazione con Iratxe Ansa è iniziata nel 2013.
IRATXE & IGOR
Più di 30 paesi hanno accolto Ansa e Bacovich, sia per ballare, condividere la loro metodologia,
istituire la loro compagnia internazionale Metamorphosis, offrire le loro esperienze formando
opere insieme agli artisti associati, o semplicemente per creare. Insieme, la coppia ha messo in
scena più di 20 coreografie per gruppi e istituzioni importanti come Lines Youth Ballet negli Stati
Uniti, l’Opera Ballet di Lione, l’Accademia delle arti dello spettacolo di Hong Kong, Arts Umbrella in
Canada e la National Dance Company in Spagna, per la quale hanno creato Jián (2018).
Da quando hanno iniziato a lavorare insieme, Ansa e Bacovich hanno scoperto che le loro idee,
forme e focus si muovono nella stessa direzione. Al di là di una semplice comprensione condivisa
della messa in scena, la coppia condivideva casualmente l’interesse e la passione per il lavoro in
studio con altri ballerini. Ciò li ha motivati a creare e sviluppare strumenti per rendere più efficiente
il lavoro del ballerino. Questa ricerca alla fine è diventata la loro metodologia. Allo stesso tempo,
hanno creato coreografie su richiesta e un’ampia serie di propri lavori, che sono stati mostrati in
teatri, eventi di gala e festival in tutto il mondo.
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CENTRO COREOGRAFICO NAZIONALE / ATERBALLETTO
CCN/Aterballetto è il primo Centro Coreografico Nazionale istituito in Italia nel 2022 per volontà del
Ministero della Cultura.
È un luogo di creatività, ospitalità, progettualità a 360 gradi intorno alla danza contemporanea e la
sua connessione con altre arti. Situato nel nord Italia, a Reggio Emilia, il Centro Coreografico
Nazionale ha il suo quartier generale nella Fonderia, spazio industriale dei primi del Novecento dove
un tempo venivano fusi i metalli, oggi riqualificato in crogiolo creativo, dotato di cinque grandi sale
polivalenti, sartorie, sale riunioni e uffici.
Nel promuovere la cultura di danza, il CCN/Aterballetto stimola la connessione dell’arte coreutica
con gli altri ambiti della società contemporanea, considerando la danza come occasione di crescita
personale e sociale e offrendo al pubblico esperienze uniche. Nato intorno alla storica compagnia
Aterballetto, fondata nel 1977, oggi composta da sedici danzatori impegnati per intere stagioni, che
lavorano principalmente a nuove produzioni di coreografi di fama internazionale (Johan Inger,
Angelin Preljocaj, Marcos Morau, Philippe Kratz, Francesca Lattuada, Iratxe Ansa e Igor Bacovich,
Eyal Dadon, Diego Tortelli) e alla riproposizione di un selezionato repertorio d’autore (Jiri Kylian,
Ohad Naharin, William Forsythe, Hofesh Shechter, Crystal Pite), il CCN/Aterballetto è inoltre vocato
ad uno sviluppo artistico innovativo e di ampie vedute. Attraverso progetti con corpi che non
seguono norme di età, genere e abilità, il Centro Coreografico apre la strada ad una danza
accessibile e raffinata, che pone interrogativi e individua nuovi canoni di virtuosismo e bellezza,
attraverso lavori affidati e curati da coreografi riconosciuti a livello mondiale (Rachid Ouramdane,
Galit Liss).
Oggi il CCN/Aterballetto è una realtà votata alla pluralità di stili e alla ricerca nell’ambito delle nuove
tecnologie digitali, cosmopolita, curiosa, dinamica. Le sue produzioni sono apprezzate nei più
importanti teatri e festival italiani e nel mondo.
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