
(AGENPARL) – mer 03 aprile 2024 LA REGIONE PIEMONTE
LA CONFERENZA EPISCOPALE PIEMONTESE
PER IL MAB
Musei, archivi e biblioteche ecclesiastiche:
accessibilità
e pubblica
fruizione del patrimonio
Patrimonio
culturale
e comunità
Sette ecclesiali
anni di accordi
progettazione – valorizzazione – strategie di rete – sostenibilità
Il laboratorio del Piemonte e Valle d’Aosta
Rapporto sulle attività e strategie future
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Nell’ambito dell’ultimo Accordo stipulato tra Regione
Piemonte e Conferenza Episcopale Piemontese, si è
concordato di realizzare il presente Quaderno, che a partire
dalle attività svolte nel periodo 2017-2023 creasse un
orientamento programmato e strategico per gli anni a venire
(2024-2025, ma non solo), al fine di valorizzare i beni culturali,
le persone e l’ambiente nel contesto delle attività MAB della
Consulta dei Beni Ecclesiastici nel territorio di riferimento.
Il quaderno riassume quanto svolto attorno alle linee di
intervento previste dagli accordi; indica gli attori coinvolti nel
processo, i macro progetti realizzati e le strategie future.
Marzo 2024
Testi a cura di:
Roberto Canu, Laura Carli, Maria Prano, Gianluca Popolla, Michela Rota, Emanuela Scio, Elena Timossi
Progetto editoriale:
Regione Piemonte – Settore Valorizzazione del Patrimonio Culturale, Musei e Siti UNESCO
– Settore Promozione dei beni librari e archivistici, editoria ed istituti culturali
Consulta Beni Culturali Ecclesiastici del Piemonte e Valle d’Aosta
Grafica:
Graffio – Borgone Susa (TO)
Sommario
Saluto dell’Assessore Cultura Turismo e Commercio Regione Piemonte
Saluto del Vescovo Delegato Conferenza Episcopale Piemonte ai Beni Culturali
7 Consulta BCE Piemonte e Valle d’Aosta
Chi siamo
Vision / Obiettivi
10 Struttura operativa / I Quadranti
11 Regione Piemonte Direzione Cultura e Commercio
12 Chi siamo
12 Il programma triennale della Cultura 2022-2024 (obiettivi) e il patrimonio culturale religioso
13 L’impegno per lo sviluppo sostenibile
15 Valorizzare gli istituti della cultura: Musei Archivi e Biblioteche (MAB)
16 Il contesto delle attività oggetto dell’accordo tra Regione Piemonte e CEP
18 La struttura operativa per sviluppare gli accordi: Commissione paritetica regionale
20 Linee di intervento attivate dai progetti MAB a partire dagli accordi
21 Musei diocesani
24 Archivi
26 Biblioteche
31 Chiese a porte aperte
35 Patrimonio e Comunità. Ambito Cattedrali ed Episcopi
39 Segnali di impatto e prospettive future
40 I risultati della partecipazione culturale e le buone pratiche
41 La nostra visione di futuro: proposte e obiettivi per il prossimo futuro
45 Appendice
46 Applicazione sperimentale dei livelli minimi di qualità sui musei diocesani del Piemonte
(Standard museali) – 2018-2020
L’accessibilità culturale è un pilastro fondamentale di una società inclusiva e democratica.
In questo contesto, le istituzioni religiose hanno un ruolo cruciale nel preservare e rendere
accessibile il patrimonio artistico, storico e culturale che custodiscono.
Sette anni fa, la Regione Piemonte si è impegnata in un percorso di collaborazione con le
istituzioni ecclesiastiche per promuovere la fruizione pubblica del ricco patrimonio conservato nei musei, negli archivi e nelle biblioteche delle istituzioni religiose. Le radici cristiane
della nostra cultura sono il pilastro su cui si fonda buona parte dei nostri costumi e delle
abitudini che accompagnano, ognuno di noi, nel percorso di crescita non solo in termini di
realizzazione personale ma anche e soprattutto spirituale.
La dimensione «orizzontale» che accompagna il nostro cammino deve essere coniugata
anche con quella verticale affinché il nostro sguardo possa andare oltre il confine di ciò che
appare ai nostri occhi. Oggi, guardando ai risultati raggiunti nell’ultimo settennato, grazie
alla collaborazione instaurata con le istituzioni ecclesiastiche, primo esempio di governance
integrata tra una Regione e la Conferenza Episcopale a livello nazionale, possiamo dire di
aver compiuto importanti passi avanti.
Abbiamo promosso progetti educativi rivolti alle scuole, abbiamo organizzato eventi culturali aperti alla comunità e abbiamo implementato politiche di accesso equo ai luoghi di
culto e ai relativi musei, archivi e biblioteche. Abbiamo contribuito allo sviluppo del sistema «Chiese a porte aperte», un progetto unico nel suo genere nel panorama italiano, che
grazie all’uso della tecnologia permette di entrare autonomamente nelle chiese e di fruire
di una narrazione automatizzata in 3 lingue corredata di pannelli tattili e tradotta nella LIS
(lingua italiana dei segni). Uno strumento innovativo che viene costruito con le comunità e
con le associazioni di volontariato culturale presenti sui territori.
«Chiese a porte aperte» non si limita, infatti, soltanto a proporre una soluzione tecnologica
isolata, ma si inserisce all’interno di un quadro più ampio di collaborazione tra istituzioni
pubbliche, fondazioni, comunità locali e soggetti privati, che lavorano insieme per garantire
la sostenibilità e il successo dell’iniziativa.
Tuttavia, non possiamo accontentarci dei risultati fin qui ottenuti. Dobbiamo guardare al
futuro con l’obiettivo di rendere il patrimonio ecclesiastico ancora più accessibile e coinvolgente per tutti i cittadini. Questo implica una continua collaborazione e dialogo con le
istituzioni religiose, così come un impegno costante nell’investire risorse e energie per migliorare l’accessibilità fisica, sensoriale e culturale dei luoghi di cultura religiosa.
Le strategie future dovranno proseguire il percorso iniziato in questi primi sette anni con
l’integrazione di tecnologie innovative per ampliare le modalità di fruizione del patrimonio,
la promozione di iniziative di inclusione sociale e la formazione del personale delle istituzioni religiose per garantire un’accoglienza sensibile e inclusiva.
In conclusione, guardando avanti, dobbiamo impegnarci a mantenere vivo lo spirito di collaborazione e impegno che ha contraddistinto i nostri sette anni di lavoro con le istituzioni
ecclesiastiche proseguendo nell’opera di crescita culturale, spirituale e al benessere delle
nostre comunità nel suo complesso.
Vittoria Poggio
Assessore Regionale alla Cultura
L’esperienza del lavoro che da anni la Conferenza Episcopale Piemontese promuove attraverso la Consulta Regionale per i Beni Culturali Ecclesiastici e l’Edilizia di Culto, trova reale
applicazione negli Accordi che ormai da 7 anni sono stipulati con la Regione Piemonte.
Fondamentale e necessario risulta oggi poter rileggere il lavoro realizzato per fare il punto
della situazione, narrare quanto si è concretizzato, verificarne i frutti, indirizzare i progetti,
proprio a partire dall’esperienza costruita insieme, rinnovare e rilanciare le progettualità.
In un museo, in un archivio, nelle biblioteche, nelle nostre chiese, luoghi di arte e di cultura,
si va a respirare una storia di spiritualità custodita dalle nostre comunità e a conoscere le
tracce della storia della nostra Regione.
Il patrimonio culturale esprime bellezza, ma è anche un ponte che unisce persone e comunità, un valore in cui riconoscersi e un dono da ricevere, conservare con cura e trasmettere
a chi verrà dopo di noi.
Un patrimonio che dobbiamo mantenere vivo con interventi sinergici di rete.
Le chiese sono un rifugio e una consolazione nella sofferenza, ripari che proteggono, spazi
di apertura alla trascendenza, luoghi di fraternità, spazi per la cura della fede, che vanno a
loro volta difesi e valorizzati. Da questo punto di vista l’esperienza di Chiese porte aperte è
esemplare. Diamo le chiavi per aprire le porte materiali e culturali e ciascuno diventa custode e promotore di cultura: è un dono e una responsabilità.
Con tutte le sue ricchezze artistiche e culturali, il Piemonte si può definire progettualmente
virtuoso, perché virtuosa è la collaborazione tra Regione, Diocesi, Soprintendenze e Fondazioni, nel comune intento di prendersi cura del paesaggio, del territorio e delle sue ricchezze artistiche.
La nostra Regione desidera essere un laboratorio di integrazione di competenze, che affonda
le sue radici nei protocolli dell’amministrazione sabauda. Qui da sempre Chiesa, Regione
ed Enti di salvaguardia dei beni artistici cooperano per la tutela di monumenti, paesaggio e
territorio. La nostra è una rete che si alimenta nella stima personale, nella reciproca fiducia,
nel rispetto dei ruoli di ciascuno.
La Conferenza Episcopale Piemontese, in accordo con la Regione Piemonte, con gli enti
locali, insieme agli Uffici diocesani dei beni culturali, sta facendo la sua parte, con l’aiuto
dei circa 2000 volontari che collaborano nell’accoglienza e nell’organizzazione degli eventi,
ma soprattutto è la dimostrazione dell’unità d’intenti che anima i progetti di investimento
e di valorizzazione culturale.
Il territorio può contare su commissioni di studio aperte, capaci di valutare e pianificare,
pur nella diversità di prerogative, facendo anzi dei differenti punti di vista un fattore di arricchimento progettuale. Emblematico in questa prospettiva è il lavoro della Commissione
Paritetica Regionale, dove i rappresentanti della Consulta Regionale per i beni culturali e
del Settore Culturale della Regione, si confrontano realmente sui progetti, sulle modalità
della loro realizzazione e programmano strategie culturali.
Al di là dei singoli e sia pur positivi risultati, infatti, ciò che oggi non può mancare nella
salvaguardia dei beni è il metodo che deve sempre essere inclusivo e partecipativo.
Le prossime pagine desiderano raccontare in sintesi il cammino che abbiamo percorso e le
prospettive future.
Mons. Derio Olivero
Vescovo delegato per i Beni Culturali
della Regione Ecclesiastica Piemonte
Consulta BCE
Piemonte e Valle d’Aosta
CHI SIAMO
La Consulta BCE è composta dal Vescovo Presidente, dall’Incaricato Regionale per i beni
culturali ecclesiastici, dagli incaricati diocesani, dai rappresentanti degli Istituti di vita consacrata e delle Società di vita apostolica e dai rappresentanti delle associazioni di settore.
Il lavoro di programmazione sul patrimonio culturale ecclesiastico non è un progetto limitato nel tempo, ma un processo dove fruizione e valorizzazione si aggiungono alle altre
competenze di studio, gestione e tutela, storicamente assolte dagli uffici culturali diocesani.
Per questo motivo la Consulta BCE garantisce un coordinamento attento e costante, contribuendo a rafforzare la consuetudine di collaborazione interdiocesana, la definizione di
un metodo di lavoro comune e lo scambio di buone prassi tra gli uffici diffusi sul territorio.
Il contesto delle attività della Consulta
in relazione alle persone e al territorio
La Consulta Beni Culturali Ecclesiastici e Edilizia della Regione Ecclesiastica Piemonte e
Valle d’Aosta, espressione della Conferenza Episcopale Piemontese, opera nell’ambito della tutela e della valorizzazione del patrimonio culturale materiale e immateriale di ambito
ecclesiastico, svolgendo un ruolo importante di raccordo, confronto e programmazione tra
gli enti della Chiesa e della società civile.
Istituita nel 1994 sulla base dell’intesa tra MIBACT e CEI, la Consulta BCE si propone i seguenti obiettivi:
• rendere operativi gli accordi e le indicazioni dell’Ufficio Nazionale per i Beni Culturali Ecclesiastici e l’Edilizia di Culto della CEI e della CEP in materia di: formazione,
condivisione di procedure e buone pratiche;
• facilitare l’azione coordinata in materia di beni culturali ed edilizia di culto tra le
diocesi, gli istituti di vita consacrata, le società di vita apostolica e le associazioni
ecclesiastiche;
• favorire la programmazione delle attività riguardo a temi di arte sacra, musei, biblioteche, archivi, edilizia di culto, adeguamento liturgico, documentazione, conoscenza, tutela, valorizzazione, incremento dell’arte;
• rafforzare la collaborazione con gli organi periferici del Ministero della Cultura, della
Regione Piemonte, le fondazioni private, in merito alle iniziative riguardanti i beni
culturali ecclesiastici, definendo atteggiamenti comuni nel rapporto con gli enti, le
scelte, le metodologie di lavoro, dove si promuovono azioni a favore della tutela e
della valorizzazione dei beni.
VISION/OBIETTIVI
La Convenzione di Faro definisce il patrimonio culturale come l’insieme delle risorse ereditate dal passato che le persone identificano come espressione dei loro valori, credenze,
conoscenze e tradizioni, costantemente in evoluzione. Su questa base emerge come fondamentale il ruolo della comunità: è solo attraverso il riconoscimento che la comunità attua
sul patrimonio di riferimento, comprendendolo e proiettandolo nel futuro come elemento
identitario, che questo si qualifica in quanto tale.
Nella tradizione della chiesa cattolica romana questa definizione è stata costantemente declinata nelle realtà artistiche volute dalla comunità credente.
Oggi per prendersi cura del patrimonio culturale ecclesiastico è necessario:
1 • Valorizzazione
2 • Gestione
3 • Conoscenza/ricerca
4 • Tutela/conservazione
Bisogna partire dalla valorizzazione per arrivare alla conservazione. Il patrimonio di arte sacra è diverso da ogni altro patrimonio culturale perché mette al centro il messaggio e lo
connette alla comunità. L’arte è il mezzo, il messaggio è il fine. Valorizzare significa recuperare il messaggio teologico. La valorizzazione non si esaurisce in una brochure, ma significa
generare valore a partire dal patrimonio: un valore che è spirituale, antropologico, sociale,
relazionale, artistico, economico, etc…
La domanda chiave è: se l’arte è un linguaggio universale, come lavorare affinché possa
parlare alle comunità di domani? Le prossime generazioni saranno sempre più plurietniche,
avremo nuove sfide educative e culturali da affrontare e l’eredità potrebbe essere percepita
come un peso e basta. La valorizzazione può agire con processi culturali di attivazione e
mediazione per consentire alle comunità di prendersi cura del patrimonio. La sfida è tenere
insieme tutela e valorizzazione.
STRUTTURA OPERATIVA / I QUADRANTI
La Consulta BCE rappresenta un centro di coordinamento a servizio delle diocesi del Piemonte e della Valle d’Aosta che si sono organizzate in 4 quadranti per superare la frammentazione territoriale e consentire un confronto costante sulle progettazioni integrate
MAB (Musei, Archivi, Biblioteche). Questa organizzazione ha consentito lo sviluppo, oltre
che delle linee programmatiche sui 3 istituti culturali, di due progetti di valorizzazione: “Città e Cattedrali” – un piano di valorizzazione di 650 luoghi messi in rete e organizzati in 33
itinerari tematici – e “Chiese a Porte Aperte”, con 32 siti in 6 itinerari.
QUADRANTI
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Regione Piemonte
Direzione Cultura e Commercio
Chi siamo
La Direzione Cultura e Commercio della Regione Piemonte supporta tecnicamente la Giunta regionale per l’esercizio delle funzioni di definizione degli obiettivi e dei programmi da
attuare, nonché l’attività di coordinamento ed indirizzo ai Settori, che ne costituiscono articolazione, in conformità alle indicazioni dell’Organo di Governo in materia di (per la parte
culturale) programmazione in ambito di beni e attività culturali, rapporti con gli Enti culturali
partecipati dalla Regione, sviluppo dei sistemi bibliotecari locali, delle biblioteche e degli
archivi storici,conservazione e digitalizzazione dei beni librari e documentari, sostegno agli
istituti culturali e all’editoria piemontese; implementazione e gestione dell’ecosistema regionale dei beni culturali e dello spettacolo; promozione e sostegno del recupero, della
conoscenza e della salvaguardia dei beni culturali, di interesse artistico, storico, religioso,
archeologico e delle imprese culturali, valorizzazione del patrimonio culturale materiale e
immateriale, dei musei, degli ecomusei, dei siti regionali riconosciuti UNESCO, dello spettacolo dal vivo, del cinema, dell’arte moderna e contemporanea, delle attività espositive,
del patrimonio linguistico; gestione e valorizzazione del Museo Regionale di Scienze Naturali, nonché programmazione e coordinamento dell’attuazione, gestione, controllo, monitoraggio e rendicontazione degli interventi previsti dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza
(PNRR) negli ambiti di competenza.
Documenti cardine alla base dell’attività della Direzione per la parte afferente alla cultura
sono la legge regionale 1° agosto 2018, n. 11 “Disposizioni coordinate in materia di cultura”
e il Programma Triennale della Cultura (PTC) esplicitamente previsto dall’art. 6, vero e proprio documento di programmazione a valenza triennale.
Il programma triennale della Cultura 2022-2024 (obiettivi)
e il patrimonio culturale religioso
Il Programma triennale della Cultura 2022-2024 è il primo attuato ai sensi della nuova legge
in materia di cultura ed è frutto anche della fase di consultazione del tessuto culturale piemontese attraverso i Tavoli della Cultura, strumenti di dialogo con la società piemontese,
riconosciuti formalmente dalla stessa legge 11/2018.
11 e 14)”, prendendo atto delle intese precedenti e delle buone pratiche in atto, è affermato che: “I beni culturali che costituiscono il patrimonio culturale di interesse religioso, prima
che oggetti d’arte e tesori dall’inestimabile valore economico (per il loro valore intrinseco e
per quello turistico-attrattivo che sono in grado di generare), sono soprattutto testimonianze di cultura e di civiltà, che esaltano e vengono esaltati dal legame profondo che si instaura
tra detti beni/simboli e la comunità che li ha espressi. Il patrimonio culturale di interesse
religioso contribuisce a caratterizzare, a ricordare e rafforzare l’identità della comunità che
lo ha espresso, voluto e conservato nel corso dei secoli: attraverso il linguaggio universale
della bellezza, esso mostra le radici, la memoria storica, i valori che hanno tenuto insieme
quella comunità. Attraverso esso la comunità si presenta e si identifica, trasmettendo valori
e tradizioni alle generazioni future e alle persone che vi si accosteranno”.
Si sottolinea che sempre nel suddetto paragrafo viene affermato che “La Regione Piemonte, riconoscendo l’importanza che tale patrimonio riveste per la storia e la vita culturale del
Piemonte, intende sostenere la fattiva e proficua collaborazione con le istituzioni ecclesiastiche proprietarie, da tradursi e definirsi in specifiche convenzioni, per la realizzazione di
interventi e attività volti alla conservazione e valorizzazione del patrimonio religioso e allo
sviluppo di fattive collaborazioni con le altre istituzioni culturali, anche religiose, presenti sul
territorio piemontese, come a titolo esemplificativo la Chiesa Cattolica, la Chiesa evangelica valdese, le Comunità ebraiche. (…).
I progetti realizzati nell’ambito degli accordi con la Conferenza episcopale
piemontese hanno realizzato efficacemente quanto previsto nel Programma triennale.
L’impegno per lo sviluppo sostenibile
La Strategia Regionale per lo Sviluppo Sostenibile (SRSvS) è lo strumento operativo utilizzato dalla Regione Piemonte per raggiungere gli obiettivi di sostenibilità dell’Agenda
2030 e della Strategia Nazionale.
La SRSvS permea tutta la programmazione regionale, anche quella in collaborazione con la
Conferenza episcopale piemontese, per costruire, orientare e definire le politiche e le azioni
finalizzate alla crescita economica in armonia con l’integrità degli ecosistemi e con l’equità
sociale.
Sono 7 le Macro-Aree e 27 le Priorità della Strategia Regionale per lo Sviluppo Sostenibile
del Piemonte. La SRSvS si struttura in Macro-Aree Strategiche – MAS, articolate in Priorità.
Ciascuna MAS attua a scala regionale gli obiettivi strategici della Strategia Nazionale per
lo Sviluppo Sostenibile considerati significativi per il Piemonte, poste in capo alle strutture
della Regione Piemonte chiamate a darne attuazione In particolare per il settore culturale
ricoprono una priorità le macro aree:
• MAS3 che si pone l’obiettivo di CURARE IL PATRIMONIO CULTURALE E AMBIENTALE
E LA RESILIENZA DEI TERRITORI. “Questa macro-area delinea le strategie del Piemonte
per l’integrazione nelle politiche di sostenibilità del capitale naturale come bene comune, la cui qualità e funzionalità va preservata e valorizzata e di cui riconoscere il valore di
“servizio” per il benessere e lo sviluppo socio-economico della società piemontese. In
questa chiave, l’ambiente, inteso come “valore” e non come “esternalità”, assume centralità e orienta la visione dello sviluppo socio-economico dei territori e la loro gestione,
attraverso: la tutela di acque, suoli, biodiversità; la riduzione delle marginalità territoriali e
la valorizzazione del patrimonio culturale, paesaggistico e ambientale.”
• MAS 5 per SOSTENERE LO SVILUPPO E IL BENESSERE FISICO E PSICOLOGICO DELLE
PERSONE
• MAS 6 per RIDURRE DISCRIMINAZIONI, DISEGUAGLIANZE E ILLEGALITÀ
Valorizzare gli istituti della cultura
Musei Archivi e Biblioteche (MAB)
IL CONTESTO DELLE ATTIVITÀ
OGGETTO DELL’ACCORDO
TRA REGIONE PIEMONTE
E CONFERENZA EPISCOPALE PIEMONTESE
Gli esordi: il Protocollo di Intesa
Nel 2012 la Regione Piemonte e la Conferenza episcopale piemontese hanno sottoscritto
un Protocollo di intesa per la salvaguardia e la valorizzazione dei beni culturali di interesse
religioso appartenenti a enti ed istituzioni ecclesiastiche presenti sul territorio regionale.
Finalità del Protocollo è favorire l’attiva collaborazione tra le due parti, per sviluppare interventi efficaci sul patrimonio culturale presente sul territorio piemontese, con il fine primario
di assicurarne la conservazione e renderlo fruibile da parte di tutta la popolazione.
A partire da questo protocollo sono stati attivati gli Accordi triennali: Patrimonio e Comunità – interventi integrati sul patrimonio culturale ecclesiastico conservato nelle biblioteche,
archivi e musei delle Diocesi piemontesi e per la pubblica fruizione del patrimonio.
La Regione Piemonte e la Conferenza Episcopale Piemontese concordano sul fatto che il
patrimonio culturale rappresenti una fondamentale risorsa sociale ed economica per il benessere e lo sviluppo delle comunità sia a livello civile che religioso.
Nei progetti che in questi anni si sono attivati, che hanno contribuito anche alla formulazione del Testo unico sulla cultura della Regione (cfr LR 11/18), è forte la consapevolezza che la
conservazione del patrimonio culturale è necessariamente collegata all’accesso allo stesso
da parte della collettività che, attraverso di esso, potrà meglio riconoscere la propria storia
per dotarsi degli strumenti utili alla progettazione della vita delle nuove generazioni. Gli accordi tra Regione Piemonte e Conferenza Episcopale sviluppano la convinzione che ciascun
individuo ha il diritto/dovere di prendere consapevolmente parte alla vita culturale delle comunità locali; ha quindi la necessità di essere aiutato in questo e stimolato da percorsi e linguaggi che, collegando costantemente la conservazione alla valorizzazione, gli consentano
di sentirsi protagonista in molteplici percorsi di confronto e inclusione culturale, sostenendo
inoltre il ruolo di musei, biblioteche e archivi come presidi del “welfare culturale”. Solo così
il nostro patrimonio culturale, civile e religioso, potrà continuare ad essere considerato utile
dai nuovi Italiani affinché possano confrontarsi con la loro/nostra storia.
L.R 11/2018 “Disposizioni coordinate in materia di cultura”: “La Regione riconosce e considera la
cultura, in tutti i suoi aspetti, generi e manifestazioni, come valore essenziale e strumento fondamentale di crescita umana, di libera espressione, mezzo di promozione ed educazione sociale, di
comunicazione, di insostituibile valore sociale e formativo, in particolare per le giovani generazioni,
e quale fattore di sviluppo economico e sociale del territorio e delle comunità che lo abitano”.
Per la fruizione del patrimonio archivistico e bibliografico in particolare, fondamentale è
stata la possibilità di usufruire di software di catalogazione quali CeiAr, per l’inventariazione
del patrimonio archivistico, e Sbn-Web, per la catalogazione del patrimonio bibliografico
antico e moderno, che concorrono a implementare una delle maggiori banche dati europee
di beni architettonici, storico artistici, bibliografici e archivistici, quale è BEWEB, il portale
dei beni ecclesiastici della Chiesa Cattolica.
Gli Accordi
Finalità. Dal Protocollo di Intesa discendono gli accordi triennali, il cui scopo è quello di
consolidare e regolamentare le relazioni già in atto fra la Regione e la CEP, attraverso il coordinamento ed il finanziamento degli interventi e delle attività delle biblioteche, degli archivi
e dei musei ecclesiastici, per la tutela e la valorizzazione dei medesimi, per il miglioramento della loro funzionalità e fruibilità e per la pubblica fruizione del patrimonio. L’obiettivo
è quello di contribuire al rafforzamento del ruolo che il patrimonio culturale riveste per le
comunità di riferimento, riconoscendone le caratteristiche di elemento identitario per lo
sviluppo del territorio e per la formazione degli individui in un contesto sociale, sostenendo
inoltre il ruolo di musei, biblioteche e archivi come presidi del “welfare culturale”.
Annualità degli Accordi sino ad ora attivati in base ai programmi culturali condivisi:
• 2017 avvio sperimentazione
• 2018/2020 primo triennio
• 2021/2023 secondo trennio
Per ogni annualità degli Accordi è stato individuato un tema specifico che guidasse gli interventi da attivare e che doveva essere sviluppato da ciascuna diocesi coinvolgendo almeno
due enti tra musei, archivi, biblioteche all’interno della stessa diocesi.
LA STRUTTURA OPERATIVA
PER SVILUPPARE GLI ACCORDI:
COMMISSIONE PARITETICA REGIONALE
A partire dal 2013, è stata costituita la Commissione paritetica regionale, nucleo operativo
dell’intesa, composta in numero eguale da funzionari della Regione e da rappresentanti
scelti dalla Consulta per ciascun ambito di intervento MAB, al fine di:
1. istruire i progetti
2. armonizzare gli interventi
3. individuare le risorse
4. stimolare la collaborazione
5. valutazione, rendicontazione e analisi
1. Istruire i progetti /punti chiave per lo sviluppo dei progetti
• Progetti a regia regionale
• Progetti a regia della Consulta regionale per i beni culturali ecclesiastici Piemonte e Valle
d’Aosta (Chiese a porte aperte)
• Progetti presentati dalle varie Diocesi in ambito MAB (musei, archivi e biblioteche ecclesiastici) e al patrimonio culturale del territorio
I progetti individuati dalla Regione Piemonte e dalla Consulta hanno un respiro più largo:
riguardano beni culturali presenti su tutto il territorio regionale e prevedono tempi di realizzazione più lunghi.
2. Armonizzare gli interventi
Fondamentale la fase di armonizzazione dei progetti sulla base dei documenti di programmazione della Regione Piemonte (cfr. L.R 11/2018 e Programma Triennale della Cultura) e
degli obiettivi delle Diocesi e degli Istituti culturali, nel rispetto delle finalità di culto dei beni
culturali.
La CEP, in considerazione del patrimonio conservato e delle attività culturali realizzate, è
stata individuata come membro del Tavolo generale della cultura e dei Tavoli tematici
per gli archivi, le biblioteche e i musei, costituiti dalla legge regionale 11/2018 al fine di
garantire sistemi diffusi di partecipazione. I tavoli della cultura sono sede di consultazione
e confronto territoriale e tematico, con i soggetti pubblici e privati, singoli, associati o con
le loro rappresentanze, operanti nel comparto culturale; partecipano in modalità consultiva
alla redazione del Programma triennale della cultura. Ai Tavoli della Cultura sono presenti
anche altre confessioni religiose proprietarie di beni culturali collocati sul territorio piemontese, quali la Chiesa evangelica valdese e le Comunità ebraiche.
3. Individuare le risorse
La realizzazione dei progetti è sostenuta in parte da contributi erogati dalla Regione Piemonte e in parte da risorse delle Diocesi. La costante collaborazione e condivisione dei
risultati ha permesso anche una costante condivisione di informazioni relative a possibili
altre fonti di finanziamento.
4. Stimolare la collaborazione
La collaborazione, sviluppata anche all’interno della Commissione paritetica, ha permesso
di accrescere la conoscenza reciproca e di progettare interventi culturali di lungo periodo. Si
stanno ora delineando nuove collaborazioni con la Direzione che si occupa di promozione
turistica. Anche questo intervento condiviso è frutto della collaborazione attiva fra la Direzione Cultura della Regione Piemonte e la Consulta piemontese.
5. Valutazione, rendicontazione e analisi
I progetti MAB vengono presentati alla Commissione paritetica da ciascuno dei 4 quadranti
in cui è suddivisa la Regione ecclesiastica. In tale sede vengono esaminati sia nella fase di
approvazione sia in quella finale di verifica degli interventi svolti, di rendicontazione e viene
svolta una analisi articolata sulle nuove esigenze e strategie future.
Istituire
Istruire
progetti
progetti
Valutazione,
Valutazione,
rendicontazione
rendicontazione
e analisi
analisi
Armonizzare
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interventi
gli interventi
Stimolare
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collaborazione
la collaborazione
Individuare
Individuare
le risorse
risorse
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LINEE DI INTERVENTO ATTIVATE
DEI PROGETTI MAB A PARTIRE DAGLI ACCORDI
Negli accordi si è data priorità, al fine anche di favorire la fruizione pubblica dei beni culturali, ad una serie di linee di intervento che sono state definite in accordo con gli operatori
degli istituti culturali, a partire dalle esigenze da loro espresse negli incontri a livello dei 4
Quadranti:
• censimento, riordino, inventariazione, descrizione e catalogazione di fondi storici;
• interventi di manutenzione conservativa, recupero, restauro e allestimento del patrimonio
culturale;
• interventi di digitalizzazione di beni culturali;
• interventi di adeguamento agli standard museali e agli standard minimi di qualità per
archivi e biblioteche;
• interventi di efficientamento energetico e miglioramento dell’accessibilità cognitiva, in
frastrutturale e informatica negli istituti culturali e nei siti inseriti nel sistema Chiese a
Porte aperte;
• attività di valorizzazione che garantiscono la completa fruibilità dei beni da parte del pub
blico.
La CEP collabora altresì con la Regione per favorire la collaborazione delle biblioteche, de
gli archivi storici e dei musei di proprietà ecclesiastica con le reti documentarie e museali
territoriali, fatte salve le esigenze di tutela del patrimonio raro e di pregio.
Di seguito vengono presentati i progetti MAB a regia regionale, a regia della Consulta re
gionale per i Beni Culturali Ecclesiastici Piemonte e Valle d’Aosta (Chiese a Porte Aperte) e
quelli presentati dalle varie Diocesi, attraverso i 4 Quadranti, in ambito MAB (musei, archivi
e biblioteche ecclesiastici).
MUSEI DIOCESANI
Dall’applicazione sperimentale dei livelli minimi di qualità ai progetti di
miglioramento, passando da una fase di formazione. 2018 – 2023
2018-2020. L’applicazione dei livelli minimi di qualità secondo il Sistema Museale Nazionale (DM 113/2018).
L’attività per lo studio sperimentale sui musei diocesani e di interesse diocesano è consistita in un’analisi puntuale per verificare la rispondenza a livelli minimi di qualità attraverso
la compilazione della scheda test di autovalutazione – denominata LUQV del Sistema Museale Nazionale – e con l’implementazione di alcuni aspetti ritenuti rilevanti dalla Regione
Piemonte. Il Sistema persegue il raggiungimento di livelli uniformi di qualità su un ampio
spettro multidisciplinare di attività museali, distribuiti in tre ambiti: organizzazione, collezioni, comunicazione e rapporti con il territorio. I sopra indicati livelli uniformi di qualità costituiscono importanti indicatori per la verifica del rispetto degli standard minimi da parte dei
musei analizzati.
Attraverso fasi successive si è proceduto innanzitutto a presentare ai musei coinvolti le principali caratteristiche della nuova procedura per la valutazione dei livelli minimi e degli obiettivi del percorso. Successivamente è stata inviata ai medesimi musei interessati * la scheda
test di autovalutazione LUQV, lasciando un tempo di circa due mesi per la compilazione.
Attraverso un team di esperti, si è proceduto quindi all’analisi della scheda compilata, mettendo in luce punti di forza e criticità. I risultati delle valutazioni emerse dall’analisi sono state da ultimo restituite ai musei coinvolti tramite numerosi incontri, un documento di sintesi
e una serie di report specifici per ciascun museo.
I musei oggetto dell’analisi sono stati:
Museo Diocesano di Alba
Museo Diocesano di Asti
Museo Diocesano di Casale Monferrato
Museo Diocesano di Cuneo
Museo Diocesano di Fossano
Museo Diocesano di Ivrea
Museo Diocesano di Novara
Museo Diocesano di Pinerolo
Museo Diocesano di Saluzzo
Museo Diocesano di Susa e sedi distaccate
Museo Diocesano di Vercelli
Museo Diocesano di Torino
Museo Diocesano di Tortona
2021. L’attività formativa
L’Attività formativa, svoltasi nel giugno 2021, ha trattato gli aspetti risultati maggiormente
critici per procedere nel percorso di valorizzazione degli Enti. I musei hanno compiuto un
percorso di crescita di consapevolezza del loro posizionamento rispetto ai livelli di qualità e
alle criticità emerse su alcuni aspetti anche fondamentali per una struttura museale.
L’attività è stata proposta in più giornate e si è tenuta online – a causa del periodo pandemico – con la partecipazione di tutti i musei coinvolti nella sperimentazione.
I temi hanno riguardato:
• Missione, Statuti
• Regolamenti