
(AGENPARL) – mer 06 marzo 2024 **Consiglio della Provincia autonoma di Bolzano**
Comunicato del 06/03/2024, ore 16:40
Nota ai media!
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Nota per i media: I lavori del plenum sono trasmessi online in diretta sulla pagina web http://www.consiglio-bz.org e sul canale YouTube del Consiglio provinciale. Su quest’ultimo è possibile interrompere lo streaming per rivedere i passaggi precedenti, in caso di interesse a specifici interventi. Alla pagina web http://www.consiglio-bz.org/it/filmati-delle-sedute-del-consiglio è disponibile invece, di norma dal giorno successivo alle riprese, una riproduzione strutturata delle stesse, con la possibilità di cercare e selezionare la discussione su un determinato atto e gli interventi dei singoli consiglieri/delle singole consigliere.
Consiglio
Lavori Consiglio: Casa delle donne a Bolzano, Consiglio dei cittadini per il clima, Denuncia sul transito
**Approvate una mozione promossa dal Team K e sottoscritta da altri gruppi e una mozione del Gruppo verde, respinta una della Süd-Tiroler Freiheit/Gruppo verde/JWA/Team K.**
Dopo che il capogruppo SVP Harald Stauder ha chiesto di rinviare l’ulteriore trattazione del Amnistia per gli attivisti sudtirolesi (Süd-Tiroler Freiheit), avviato questa mattina, all’arrivo in aula del presidente della Provincia (al momento assente giustificato). I lavori del plenum sono proseguiti nel pomeriggio di oggi con la trattazione della Una casa delle donne per Bolzano (presentata dai conss. Rieder, Ploner F., Köllensperger e Ploner A. il 12/02/2024). Con essa, ha spiegato Maria Elisabeth Rieder (Team K), si chiedeva di impegnare la Giunta provinciale a (versione emendata) intervenire presso il Comune di Bolzano, nell’ambito dei rapporti istituzionali, affinché quest’ultimo proceda senza ulteriori ritardi alla progettazione e realizzazione della nuova casa delle donne. La mozione nella versione emendata è stata sottoscritta anche da Ulli Mair (Die Freiheitlichen), Brigitte Foppa, Madeleine Rohrer e Zeno Oberkofler (Gruppo verde), Myriam Atz Tammerle, Sven Knoll, Bernhard Zimmerhofer e Hannes Rabensteiner (Süd-Tiroler Freiheit), Waltraud Deeg, Magdalena Amhof e Rosmarie Pamer (SVP), Renate Holzeisen (VITA),Thomas Widmann (Für Südtirol mit Widmann), Sandro Repetto (PD), Jürgen Wirth Anderlan e Andreas Colli (JWA Wirth Anderlan), Andreas Leiter Reber (Freie Fraktion), Angelo Gennaccaro (La Civica). La consigliera ha ricordato che il 27 febbraio scorso in Italia è avvenuto il 13mo femminicidio, e che nel 2023, sempre in Italia, sono state uccise 109 donne, di cui 90 in ambito famigliare; le vittime di femminicidio in Alto Adige sono state 13 negli ultimi 5 anni. È importante che in caso di violenza le donne vengano protette, in strutture anonime, per sfuggire alle persecuzioni dei partner. Ci sono ora 38 posti protetti ma ne sarebbero necessari almeno 52.
Brigitte Foppa (Gruppo verde) ha apprezzato che la proposta fosse stata cofirmata da tante consigliere e consiglieri, e ha ricordato che ai tempi in cui era consigliera comunale questo tipo di documenti era ancora oggetto di scherno. La violenza sulle donne, come confermato dalla dott.ssa Monika Hauser sentita in audizione la scorsa legislatura, è diffusa ovunque, e pertanto è molto importante garantire sicurezza e protezione anonima. Interrompere il flusso della violenza vuol dire far uscire le vittime da una rete. Foppa ha ricordato che non era stato possibile realizzare una casa delle donne a Bolzano perché erano stati preferiti 17 posti auto.
Anche Waltraud Deeg (SVP) ha ringraziato i presentatori e chi aveva cofirmato la mozione. ha ricordato che servono almeno 250 alloggi per le donne e i bambini esposti alla violenza, che ha varie sfumature. C’è tanta violenza nascosta, e molto viene minimizzato. L’assesor ha ricordato la legge 13 della scorsa legislatura, al fine di realizzare una rete di protezione. Come avvocata e consulente anche nel settore, lei rileva che lo stato di diritto non è in grado di tutelare le donne dalla violenza, e purtroppo la Provincia non ha competenza. Deeg ha quindi fatto riferimento a un modello elaborato in Austria, riguardante gli uomini che esercitano violenza e misure di prevenzione.
Anche secondo Ulli Mair (Die Freiheitlichen) la normativa statale è carente in quanto a protezione delle donne esposte a violenza; da una serata informativa era emerso che lo stesso Codice Rosso non può evitare alcun femminicidio. Un grave problema in quest’ambito è la carenza di personale e di specializzazione delle forze di polizia su come approcciarsi alle vittime di violenza. Nel suo primo periodo da assessora era entrata in contatto con casi di violenza, scoprendo tra l’altro che le madri non possono portare con sé nelle case protette un figlio maggiorenne. La mozione è un primo passo necessario.
Paul Köllensperger (Team K), cofirmatario, ha sostenuto che il progetto a Bolzano era stato portato alle calende greche per motivi ridicoli, e ribadito la necessità di alloggi protetti e assistenza nella ricostruzione di una nuova vita per giovani madri vittime di violenza.
Myriam Atz Tammerle (Süd-Tiroler Freiheit), invitando a non dimenticare che esiste anche la violenza sugli uomini, ha ricordato che dagli studi effettuati emerge che la causa della violenza sta in un sistema di potere, per cui gli uomini ritengono di aver potere sulle donne, Donne in situazione di violenza devono sganciarsi da questa spirale, ma spesso non ne hanno la forza: per questo ci vuole un’assistenza specifica, anche per affrontare quanto avviene dopo il soggiorno nella casa protetta.
Intervenendo dai banchi dei consiglieri, Christian Bianchi (Uniti per l’Alto Adige – Lega Alto Adige Südtirol) ha ricordato che quando era sindaco era entrato in contatto con queste realtà di violenza, che è diffusa enormemente a livello mondiale. A Laives era stata invitata Jessica Notaro, che nonostante le denunce continue in merito alle violenze dle proprio compagno era stata sfregiata da lui con l’acido, ma anche una donna segregata per 40 anni in casa dal marito; era poi stata organizzata una serata dal titolo “Uomini: cosa ci sta succedendo”, per promuovere un cambiamento culturale. Egli sosterrà la mozione.
“Anche VITA ha voluto sostenere la mozione perché ogni euro investito per questa causa è necessario”, ha detto Renate Holzeisen (VITA), sottolineando l’importanza di sensibilizzare, oltreché offrire strutture. Oltre alle donne sono colpiti anche i bambini, quindi ci sono conseguenze sulle generazioni future, con il rischio di perpetrare le violenze.
Magdalena Amhof (SVP) ha sottolineato l’esigenza di investire in educazione e formazione affinché la violenza non venga tramandata di generazione in generazione, e la necessità di superare il muro dell’omertà. le donne vanno assistite e accompagnate meglio, in primis con nuovi posti nelle case delle donne, dove esse recuperano anche autostima e fiducia in se stesse.
Franz Ploner (Team K) ha ricordato il caso di Giulia Cecchettin, ed evidenziato che le case delle donne sono sempre aperte, purché ci sia posto, nonché che anche i figli sono vittime: per questo bisogna fare il possibile per offrire strutture aperte con posti sufficienti. Va ricordato che prima del femminicidio accadono molte cose. Importante è anche diffondere l’apposito numero verde.
Dai banchi dei consiglieri, Luis Walcher (SVP) ha ricordato i tempi in cui era vicesindaco a Bolzano, dove tutti erano a favore delle case delle donne ma nessuno le voleva vicino. In quest’ambito ci vuole molta discrezione: Ha auspicato quindi la realizzazione rapida di una casa delle donne a Bolzano, e ampio sostegno in aula.
Jürgen Wirth Anderlan (JWA) ha ritenuto triste che si sia bisogno di una casa delle donne a Bolzano; Dalla casa delle donne di Merano, dove su 10 ospiti solo 2 solo altoatesine, si capisce da dove arriva la violenza.
Zeno Oberkofler (Gruppo verde) ha criticato che Anderlan avesse riferito gli indirizzi di alloggi protetti. Ha quindi sottolineato l’importanza delle Case delle donne e dell’impegno di chi collabora nelle strutture, e quindi della mozione, che appoggia.
L’ass. Rosmarie Pamer ha evidenziato che l’indirizzo citato da Anderlan era quello del Centro antiviolenza, non della Casa delle donne. Secondo la legislazione internazionale, è necessario un posto protetto ogni 10.000 abitanti, il che significa 52 posti per l’Alto Adige – attualmente peró essi sono 38, e quindi non sufficienti. Lei con il proprio Assessorato deve cercare nuovi posti insieme alle Comunitá comprensoriali. Per quanto previsto nella parte dispositiva, la realizzazione di una nuova struttura a Bolzano è di grande importanza, in particolare riguardo alle donne con più figli e vanno cercate alternative per i posti mancanti. Nel luglio scorso, dopo la decisione di realizzare la struttura in una via diversa da quella originaria, è stata confermata la volontà di realizzare diverse unità abitative a questo scopo, secondo un progetto elaborato da un apposito gruppo, che sarà concluso entro la fine del 2024. I finanziamenti ammontano a 6,5 mio. €. La Provincia ha fatto i suoi compiti, importante è che il progetto non venga più posticipato. Ringraziando per il sostegno, Maria Elisabeth Rieder ha anche ringraziato tutte le volontarie che lavorano in quest’ambito, e anche chi, con coraggio civile, segnala i casi sospetti. Ha invitato il Comune di Bolzano a realizzare finalmente il progetto, aggiungendo che è importante che anche a Roma ci si attivi, perché Codice Rosso non basta. Messa in votazione, la mozione è stata approvata all’unanimità (32 sì).
È ripresa quindi la trattazione della L’Aula senta il Consiglio dei cittadini e delle cittadine per il clima (presentata dai conss. Rohrer, Foppa e Oberkofler il 25/01/2024), discussa, alla quale la proponente ha portato un emendamento in accordo con l’assesore competente: la nuova parte deliberante recita: “(1) di presentare per iscritto al Consiglio provinciale le proposte del Consiglio dei cittadini e delle cittadine per il clima – inclusa la valutazione delle proposte da parte della Giunta provinciale – una volta conclusi i lavori, (2) d’invitare in Consiglio provinciale, nell’autunno del 2024, una delegazione nominata dagli stessi componenti del Consiglio dei cittadini e delle cittadine per il clima, in modo che quest’ultimo presenti in Aula le proprie proposte; (3) di aggiungere nel Piano clima la menzione del Consiglio provinciale laddove si nomina la sola Giunta provinciale, ad esempio: “I delegati del Consiglio dei cittadini per il clima presenteranno quindi, in una seduta del Consiglio provinciale e in una seduta della Giunta provinciale, i risultati delle loro consultazioni, discutendoli con i/le componenti del Consiglio provinciale, con il presidente della Provincia e con gli assessori e le assessore provinciali. La mozione è stata messa in votazione per parti separate: le premesse sono state approvate con 25 sì, 2 no e 6 astensioni, il comma 1 approvato con 31 sì e 2 no, il comma (2) con 30 sì, 2 no e 1 astensione, il (3) respinto con 13 sì, 18 no e 1 astensione.
Sven Knoll (Süd-Tiroler Freiheit) ha quindi presentato la La denuncia italiana contro l’Austria sul transito danneggia la provincia di Bolzano (presentata dai conss. Knoll, Atz Tammerle, Zimmerhofer, Rabensteiner, Rohrer, Foppa, Oberkofler (Gruppo verde), Wirth Anderlan, Colli (JWA), Rieder, Ploner F., Köllensperger e Ploner A. (Team K) il 19/02/2024), con la quale si chiedeva che il Consiglio provinciale. (1) condannasse la denuncia sul transito da parte del Governo italiano e si dichiara contrario a revocare le limitazioni alla circolazione dei camion nel Tirolo del nord, (2) sostenesse le limitazioni alla circolazione dei camion nel Tirolo del nord e ne sottolinea gli effetti positivi per la provincia, (3) si invitasse la Giunta provinciale a informare la Commissione europea che la Provincia autonoma di Bolzano non sostiene la denuncia italiana sul transito e si oppone pertanto alla revoca delle limitazioni alla circolazione dei camion nel Tirolo del nord, (4) si invitasse l’ufficio di presidenza del Consiglio della Provincia autonoma di Bolzano a trasmettere la presente mozione alla Commissione europea. Il 40% del traffico dei TIR, pari a 1 milione di corse, ha spiegato Sven Knoll, sono su tragitti di deviazione, per motivi si risparmi: quindi, non si limita la circolazione se si impedisce il transito al Brennero, perché ci sono altre strade più brevi. le lunghe code lungo l’autostrada, inoltre, compromettono la sicurezza dei cittadini e anche il turismo. le misure introdotte dal Tirolo sono state adottate a tutela della salute dei cittadini. Bisogna far capire alla Commissione Europea che il min. Salvini non parla anche a nome della Provincia di Bolzano.
“Vero è che il traffico va regolamentato”, ha detto Christian Bianchi (Uniti per l’Alto Adige – ölega Alto Adige Südtirol) dai banchi dei consiglieri, ricordando l’incontro con Salvini al Brennero pochi giorni dopo il blocco dell’autostrada da parte di una lunga coda di camion paria 150 km: “Questi blocchi fanno bene o male alla salute?”. I danni non sono solo economici, ma anche in termini di sicurezza, di circolazione degli utenti privati, delle condizioni di lavoro degli autisti. Secondo la Camera di Commercio, l’autostrada è percorribile, inun anno, per il 55% del tempo: ci si augura che l’iniziativa del min. Salvini porti al questione su tavoli dove si può risolvere il problema.
Jürgen Wirth Anderlan (JWA) ha detto che le grandi aziende non hanno più magazzini, ma “magazzini sulla strada”, e ritenuto necessaria una sensibilizzazione verso acquisti locali, anziché ordini online che poi spesso vengono restituiti, soprattutto a Natale.
Waltraud Deeg (SVP) ha evidenziato che bisogna smettere di sovvenzionare i trasporti, ed effettivamente la mancanza di magazzini e il basso costo di trasporti sono un problema. Non può essere che gli svizzeri alzino così tanti il pedaggio da causare queste deviazioni. Ha condiviso l’appello ad acquisti locali, e sottolineato che mentre i profitti sono privati, i problemi vengono risolti con misure e finanziamenti pubblici, per proteggere la popolazione. Ci vuole una politica chiara e adottare delle misure, pur tenendo conto delle competenze esistenti.
Andreas Leiter Reber (Freie Fraktion) si è chiesto cosa succederebbe se Trentino e veneto si comportassero come L’Austria, e aggiunto che l’Autostrada del Brennero non può essere considerata a tratti. Ci vorrebbe maggiore solidarietà, cercando soluzioni comuni per tutti coloro che vivono lungo l’asse del Brennero.
Ulli Mair (Die Freiheitlichen) ha ritenuto problematico che si dovesse difendere la politica di transiti del Tirolo pur non applicandola, nascondendosi dietro di essa. Bisogna riconoscere che gran parte dell’economia altoatesina non è favorevole alle misure nordtirolesi e che si dubita degli effetti positivi sull’ambiente. La ministra austriaca verde Gewessler, ha ricordato, non ha voluto sedersi allo stesso tavolo con Salvini.
Bernhard Zimmerhofer (STF) ha riferito che tutta l’area del Brennero si potrebbe ridurre il traffico se si realizzasse la galleria del Sattelberg, e ritenuto necessario un sistema di direzione del traffico alpino, considerando anche che la conclusione dei lavori per il BBT si protrarrà.
Marco Galateo (Fratelli d’Italia), dal banco dei consiglieri, ha ritrovato nelle firme alla mozione la volontà di spaccare la maggioranza. Nessuno vuole inquinamento e traffico, ma se si bloccano i mezzi al Brennero è proprio ciò che si ottiene, e Knoll dovrebbe sapere che le aziende locali hanno necessità di esportare verso Austria Germania. Se la mozione dovesse passare, ci sarebbe un problema economico molto importante per le aziende locali. Il 97% girano su gomma verso nord. Ha chiesto quindi di ritirare la mozione.
Madeleine Rohrer (Gruppo verde) ha evidenziato la sensibilità dell’ambiente alpino, e citato accanto al diritto alla circolazione delle merci anche quello alla salute e la tutela del clima. ha ricordato che le procedure dell’Austria, sempre pianificate e mai improvvise, non sono mai state contestate a livello europeo. La Giunta prima o poi deve decidere quali valori vuole portare avanti.
Anche Paul Köllensperger (Team K) ha sostenuto la mozione, ricordando alcune iniziative del suo gruppo per ridurre il traffico pesante, ma anche che la Provincia non ha le competenze in merito, al contrario dell’Austria, che si prende certe libertà anche in contrasto con le direttive europee. In quanto al ponte Lueg, esso comporterà un grande problema anche in termini di emissioni, perché qui l’Austria non ha fatto i suoi compiti: ci si troverà di fronte a un caos, con ingorghi fino a Bolzano.
Dai banchi dei consiglieri, Magdalena Amhof (SVP) ha chiarito che i divieti in Austria causano code lunghissime in Alto Adige, come lei puó verificare da Bressanone, tanto che si forma sulla A22 il parcheggio più grande dell’Alto Adige. Il Consiglio provinciale ha prodotto una serie di documenti affinché a livello statale ed europeo siano avviate misure di potenziamento ferroviario, perché la rete attuale non ha più capacità: la provincia di bolzano ha sempre avuto un ruolo di mediazione tra Austria, Baviera e Italia, e dovrebbe continuare a svolgere questo ruolo di mediazione.
Renate Holzeisen (VITA) ha parlato di tutela dell’ambiente, che riguarda anche la qualità di vita dei confinanti. Senza alcuna pressione mai si arriverà a un cambiamento; in Val d’Isarco ci sono tante code che sono un problema anche per la sicurezza. NON è sicura di come votare, perché la mozione ha una sua utilità ma è dubbio che possa essere una soluzione,
L’ass. Daniel Alfreider ha ribadito al contrarietá della Giunta a una procedura d’infrazione, pertanto la mozione non serve: il problema può essere risolto solo complessivamente, coinvolgendo tutto il corridoio del Brennero, e non con misure singole che peggiorano la situazione. Una infrastruttura ha una certa capacità, e un problema sono anche i cantieri: manca una piattaforma informativa. Se si vuole garantire sicurezza ci vuole un dosaggio, ma se si fa al Brennero si hanno solo ripercussioni negative nelle aree limitrofe: esso deve essere fatto prima. Bisogna introdurre delle misure congiunte adesso, tenendo conto delle normative austriache e tedesche e di quella europea. Alfreider ha contestato poi alcune dati nelle premesse, aggiungendo che l’80% dal traffico sull’Autobrennero è traffico individuale. Sven Knoll ha replicato evidenziando che se il traffico di transito da Genova a Rotterdam non passasse dalL’autobrennero non sarebbe un danno per l’economia locale, e che i blocchi notturni dell’Austria hanno invece un effetto positivo sulla provincia di Bolzano, che in quelle ore viene preservata dal traffico. Il casello di Vipiteno serve da punto di contingentamento in direzione sud; va detto poi che il ponte Lueg è stato danneggiato proprio dai camion. Infine, è un problema l’assenza di un centro di coordinamento, e i divieti di circolazione notturni sono parte di ordinanze europee, mentre il contingentamento è una misura austriaca. Messa in votazione per parti separate e con voto nominale, la mozione è stata respinta: le premesse con 20 no, 14 sì, il comma 1 con 20 no e 14 sì, il comma 2 rcon 19 no e 14 sí, il comma 3 con 19 no e 14 sì.
(continua)
**(MC)**
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