
(AGENPARL) – ven 26 gennaio 2024 Olio: Oprol, La campagna olearia 2023 in Basilicata si chiude con un picco
del 90% in più di produzione rispetto a quella 2022
La campagna olearia 2023 in Basilicata si chiude con un picco del 90% in
più di produzione rispetto a quella 2022 e un 40% in più rispetto alla
raccolta 2021. Dati incoraggianti quelli diffusi da Oprol-Olivicoltori
Lucani, paragonati a un calo del 70% a livello mondiale rispetto al 2022.
“Incoraggianti anche i dati economici, con le olive quotate 80/90
euro/quintale ad inizio campagna per arrivare ai 160 euro attuali –
dichiara il Presidente dell’OP Paolo Colonna – e una quotazione dell’olio
evo sulle 8,50-9,00 all’ingrosso. Quotazioni dovute sicuramente alla
sofferenza di Spagna, Nord Africa e Grecia per i cambiamenti climatici e la
conseguenziale bassa produzione. Oprol – conclude Colonna – sta portando
avanti diversi progetti di filiera e politica territoriale per la
realizzazione di impianti di produzione e trasformazione nelle tre aree
strategiche della Basilicata: medio basento, venosa, collina materana
interna. Sicuri dell’importanza che il settore riveste per l’economia
regionale. Un Patto Etico-Sociale per l’olivicoltura italiana e di tutta la
Basilicata che mette insieme, e fa remare tutti nella stessa direzione a
sostegno della filiera olivicolo-olearia, produttori, frantoiani,
trasformatori e industriali. Un patto per la trasparenza nei confronti dei
consumatori, con azioni sinergiche che educhino al consumo consapevole. É
questa l’iniziativa sostenuta.
QUALITÁ-PREZZO. “L’Italia – per vocazione, condizioni pedoclimatiche
favorevoli, biodiversità e per una innata cultura agricola – da sempre è
riconosciuta nel mondo come la patria dell’olio extravergine di oliva di
altissima qualità. A fronte di tante peculiarità, negli anni, i prezzi di
mercato di questa eccellenza delle produzioni italiane non hanno mai
rispecchiato un giusto e adeguato valore, che consentisse alle aziende
agricole di ottenere un giusto reddito e che mettesse le stesse nelle
condizioni economiche di continuare a percorrere la strada dell’alta
qualità, tanto è vero che, negli ultimi 10 anni, il patrimonio olivicolo
italiano ha subito un abbandono di aree coltivate a oliveti del circa il
23%. Nonostante tutto, le aziende agricole olivicole non si sono mai
arrese, continuando a produrre e a costruire un percorso di valorizzazione
della qualità e dei propri oliveti, conquistando fette di mercato e di
consumatori sempre più rilevanti. Grazie alla loro azione, anche i
consumatori nel tempo sono diventati sempre più attenti alla tracciabilità
e salubrità delle produzioni. Per tale motivazione, considerata la
favorevole annata qualitativa e quantitativa che caratterizza i nostri
territori e, soprattutto, per scongiurare fenomeni di forti speculazioni di
mercato a danno del settore, l’intera filiera olivicolo-olearia, finalmente
unita, ha deciso di creare un sistema coeso di rappresentanza del settore,
che contrasti strani fenomeni sperequativi, guardando con attenzione alla
tutela, alla salvaguardia e alla valorizzazione dell’intera filiera con un
unico scopo: l’equa distribuzione reddituale all’interno della catena
valoriale della filiera tra produttori, frantoiani, trasformatori e
industriali”.
GIOCO DI SQUADRA. Associazioni e organizzazioni fanno leva su “un gioco di
squadra, per respingere ogni tentativo di speculazione di ribasso sul
prezzo di mercato, difendendo l’eccellente produzione pugliese che, in
questa campagna, per qualità e quantità, di fatto rappresenta quasi la
totalità dell’intera produzione italiana”.
Una sinergia che ha come obiettivo prioritario un giusto ed equo
riconoscimento, anche in termini di prezzo, del lavoro di migliaia di
produttori olivicoli, di frantoiani, di trasformatori e industriali, che
per troppo tempo sono stati tenuti in sacco da speculazioni e operazioni di
cartello. La campagna 2023/2024 rappresenta una annata di svolta, e non può
ammettere errori per l’olio di qualità italiano e soprattutto per le
politiche pubbliche di promozione del settore, che devono essere coerenti e
trasparenti, con il Ministero delle Politiche Agricole e della Sovranità
Alimentare che deve svolgere un ruolo di tutela e valorizzazione, favorendo
il giusto valore aggiunto all’intera filiera olivicola-olearia e
riposizionando l’olivicoltura italiana a primati mondiali”.
EVO MADE IN ITALY. “Occorre dunque resistere a difesa della produzione
olivicola italiana. In questa campagna, i produttori olivicoli con le
proprie declinazioni di rappresentanza, i frantoiani, i trasformatori e gli
industriali scelgono di stare insieme, sottoscrivendo un patto
etico-sociale per la valorizzazione dell’olio extravergine di oliva e
chiedendo al Governo la giusta attenzione. Serve bloccare la deriva delle
vendite promozionali al ribasso, caratterizzate in molti casi da olio di
dubbia provenienza messo sugli scaffali come olio extravergine di oliva.
Ora è necessario cogliere questa opportunità irripetibile, in favore di una
produzione italiana unica per qualità e quantità, valorizzando l’olio
extravergine con una grande campagna di promozione, anche attraverso il
Ministero della Salute, che faccia conoscere, in un patto di trasparente
alleanza strategica con i consumatori, i benefici delle proprietà
nutraceutiche e della qualità dell’olio extravergine italiano. Un olio
extravergine italiano che deve essere considerato come un investimento
salutare spalmato nell’arco di un intero anno. Noi ci siamo: produttori,
frantoiani, trasformatori e industriali, strategicamente uniti in un Patto
Etico-Sociale e di trasparenza nei confronti dei consumatori finali, a cui
chiediamo un Patto di Lealtà e Trasparenza al Consumo, per sostenere
l’intera Filiera Olivicolo-Olearia.