
(AGENPARL) – sab 04 novembre 2023 Un saluto affettuoso a tutti Voi qui presenti.
Saluto – in particolare – le Autorità militari, civili e religiose.
Un cordiale saluto al colonnello Donato Barnaba,
Comandante del 16° Stormo dell’Aeronautica Militare.
A tutti i militari dell’Aeronautica presenti porgo gli auguri miei
e dell’Amministrazione Comunale per il centenario
dell’Aeronautica.
Vi ringrazio per la consueta collaborazione
nell’organizzazione delle celebrazioni di questa Giornata, per
la vicinanza alla nostra comunità nelle emergenze e nei
momenti di condivisione della nostra storia e della nostra
memoria.
Un saluto ai rappresentanti delle Associazioni
combattentistiche e d’arma e dell’Associazione dei familiari
dei Caduti e dispersi in Russia.
Un saluto affettuoso e un grazie di cuore – da tutta la comunità –
alla signora Maria Di Marco, moglie del compianto professor
Felice Tagliente, per la sua vicinanza e il suo sostegno alle
celebrazioni odierne. Mi riferisco al concerto di stasera nella
Chiesa di San Domenico dopo la Messa in memoria dei nostri
Caduti.
Al professor Tagliente abbiamo conferito lo scorso anno
l’encomio solenne per il suo impegno nella ricerca e nella
diffusione della memoria dei soldati martinesi caduti in Russia,
nei territorio dell’odierna Ucraina, ai quali renderemo omaggio
dopo questa cerimonia.
Un abbraccio a tutti i cittadini. Grazie per la condivisione di
questa ricorrenza.
Un ringraziamento particolare a docenti, studentesse e studenti
del Liceo Classico Tito Livio per la partecipazione.
Come ogni anno il 4 novembre ci ritroviamo davanti a questo
monumento per stringerci in un abbraccio ideale in ricordo dei
giovanissimi martinesi morti combattendo nelle disumane
condizioni delle trincee.
Scorrendo le date di nascita e di morte scolpite accanto ai loro
nomi, non posso non evidenziare con profonda tristezza che
tanti avevano solo qualche anno in più dei ragazzi qui presenti.
Umili e coraggiosi eroi sacrificarono la loro vita per portare a
compimento il processo di unificazione dell’Italia iniziato nel
Risorgimento.
Con un pensiero o una preghiera rendiamo omaggio a loro e agli
italiani che in tutte le guerre “diedero la vita ed ebbero in cambio
una croce” come cantava Fabrizio De Andrè.
Un commosso pensiero – insieme a voi – voglio rivolgere ai 19
soldati italiani, 12 dei quali carabinieri, uccisi il 12 novembre
2003 nell’attentato terroristico di Nassiriya e a un figlio della
nostra terra, il caporalmaggiore Giovanni Bruno, di Crispiano.
Vittima di un incidente stradale a Kabul il 3 ottobre 2004.
Erano tutti impegnati in missioni internazionali di pace, in aiuto
delle popolazioni del posto, come migliaia di nostri connazionali
oggi impegnati in diverse zone calde del pianeta, lontani dalle
famiglie e dagli affetti più cari. A tutti loro esprimiamo la nostra
più sentita gratitudine!
Per il secondo anno consecutivo ci ritroviamo a celebrare la
Giornata delle Forze Armate con l’angoscia della guerra in
Ucraina.
Alla guerra nella nostra Europa si è aggiunto un nuovo conflitto
che fa più paura.
Sapete tutti cosa sta accadendo in Israele da circa un mese.
Avrete appreso dei numerosi episodi sintomo di un’inquietante
onda antisemita che sta investendo diversi Paesi
europei,compreso il nostro.
Dopo le guerre, gli orrori e gli spargimenti di sangue del secolo
scorso i padri della nostra Costituzione e dell’Europa posero le
basi per la costruzione di un futuro diverso. Fatto di pace,
democrazia, libertà, rispetto delle minoranze e delle diversità.
Valori fondanti della nostra Costituzione che – voglio ricordarlo –
all’articolo 11 così recita: “L’Italia ripudia la guerra come
strumento di offesa e come mezzo di risoluzione delle
controversie internazionali”.
Una visione lungimirante che ha assicurato all’Europa decenni di
assenza di conflitti e ci ha indotti a pensare che la pace fosse
uno status acquisito per sempre. Invece ci ritroviamo a
constatare che la famiglia umana ha di nuovo smarrito la via
della pace.
Il nostro auspicio è che la forza del dialogo e della diplomazia
prevalga su quella delle armi, in Ucraina come in Israele e in
Palestina. E che la Pace possa tornare in quelle terre martoriate.
Voglio chiudere con una frase di una famosa canzone di John
Lenon che traduco direttamente in italiano e credo sintetizzi il
nostro pensiero e la nostra speranza: “Tutto ciò che noi
diciamo è: date una possibilità alla pace!”
“Give peace a chance!”
Viva l’Italia, viva le Forze Armate, viva Martina Franca!